Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 138
giugno 1986


Rivista Anarchica Online

Dall'interno della vecchiaia
di Fausta Bizzozzero

C'era una volta una bella signora, direttrice di una rivista femminile ad alta tiratura, intelligente, colta, elegante, ricca, insomma una donna per cui il lavoro e il successo erano sempre stati più importanti di tutto il resto, persino della morte del marito e della madre che le erano scivolate addosso senza lasciare alcun segno. Janna - questo è il suo nome - ha una cura maniacale del suo corpo e della sua immagine - di bellezza, di stile, di efficienza - patinata e perfetta ma senza vita. Poi, un giorno, in farmacia, incontra Maudie, una vecchina piccola e brutta, infagottata in tanti strati di vestiti, ma dallo sguardo vivacissimo e dalla lingua tagliente, e senza sapere perché, affascinata suo malgrado, l'accompagna: due stanze fatiscenti nel seminterrato di una vecchia casa, una stufa a carbone, una piccola e sporca cucina, un lungo e gelido corridoio da percorrere per andare al gabinetto o per prendere i secchi di carbone.
Maudie è vecchissima e stanca, ma da tempo immemorabile vive sola, ad eccezione di una gatta che le fa compagnia, e rifiuta caparbiamente di far entrare nel suo "antro" qualsiasi assistente sociale che l'amministrazione pubblica benevolmente le invia. Per tutta la vita non ha fatto altro che lavorare, lavorare fino a consumarsi - era modista e dalle sue dita uscivano cappelli meravigliosi - sempre sfruttata, prima dalla famiglia, poi dai padroni e dal marito che l'ha abbandonata con un figlio piccolo. Una vita, la sua, ricca solo di dolori e fatiche e fame, ma che non è riuscita a fiaccarla, a spegnerne la profonda dignità e individualità.
L'incontro con Maudie segna per Janna l'inizio di un profondo rapporto d'amicizia (non di filantropia o di carità, ma un rapporto vero e quindi conflittuale come sempre accade tra due individui con personalità molto spiccate) attraverso il quale scopre l'esistenza - reale e non sociologica - di un mondo sconosciuto: quello dei vecchi soli, così ricchi di esperienze e di ricordi che non interessano nessuno; dei vecchi che la gente sfugge e tende a non vedere perché, a chi vecchio ancora non è, la vecchiaia degli altri provoca disagio e paura, è la propria immagine rimandata dallo specchio del futuro; dei vecchi che la gente vuole rinchiudere in ospizi per scaricarsi la coscienza (non sono in grado di vivere soli, si dice, e lì almeno sono assistiti) e soprattutto per non averli più sotto gli occhi, testimoni scomodi dei valori di un sistema che butta via dopo averlo spremuto chi non è più funzionale o non serve più al suo perpetuarsi.
I vecchi, quindi, e la miseria che vive dentro e fuori di loro, diventano la chiave di lettura per conoscere e criticare globalmente la società intera, e le sue regole ma anche, e soprattutto, per criticare il singolo individuo che queste regole accetta e fa proprie, e l'intellettuale che queste regole avalla e contribuisce a diffondere.
Scritto sotto forma di diario, il libro (Doris Lessing, Il diario di Jane Somers, Feltrinelli, pagg. 254, L. 19.000) registra passo passo una presa di coscienza, le riflessioni e i cambiamenti interiori di Janna in parallelo al progredire del suo rapporto con Maudie che diventa sempre più stretto e importante e, senza alcun'ombra di sentimentalismo né compiacimento, fornisce una radiografia dura, spietata, sgradevole ma profondamente vera perché vista dall'interno del soggetto, della condizione "vecchiaia" su cui sarebbe bene riflettere.