Rivista Anarchica Online
Né mitra né
girasoli
di Horst Stowasser
Con sorprendente
puntualità e pochi giorni prima delle elezioni provinciali, il
partito Verde ha fatto scoppiare lo "scandalo", e a quanto
pare non lo hanno ancora digerito: alcuni membri della "presidenza
federale" dei verdi - fino a questo momento composta solo da
donne - hanno mandato una lettera aperta ai più dissociati dei
detenuti della RAF (più noti come "Gruppo Baader Meinhof"),
invitandoli a un dialogo attorno alle possibilità di riformismo del
movimento verde, ad abbandonare lo sciopero della fame e a
prescindere una volta per tutte dalla lotta armata. Anche se questo
tentativo da parte delle signore verdi non è stato meno infantile
del programma di "guerriglia urbana" sostenuto dalla RAF,
questo episodio riflette in maniera coerente la attuale condizione
dell'opposizione radicale nella Germania Federale. Per farla breve, il
fatto in sé non ha ottenuto alcun risultato. I membri della RAF in
carcere hanno rifiutato qualsiasi tipo di dialogo con i verdi e hanno
continuato con il loro sciopero della fame, ma senza risultato. I
verdi, da parte loro, sono caduti in una polemica interna che
rifletteva i distinti settori, senza giungere ad un accordo. Dietro a questo
episodio circoscritto, però, c'è ben di più: c'è tutto il
disorientamento dei rivoluzionari di ieri, c'è tutta la sterilità
del dogmatismo armato di tipo marxista-leninista, e c'è anche
l'incapacità del vasto settore libertario di dare delle alternative
valide a questo dilemma. Mi spiego. I verdi
hanno già superato, in quasi tutte le regioni e a tutti i livelli
parlamentari, la fase di opposizione radicale, di ispirazione
ecologica, al sistema. Si stanno inserendo nel sistema e molti tra
loro hanno già assaggiato il dolce sapore del potere. Hanno fatto la
banale scoperta che, oltre a poter far uso del "freno di
emergenza" 5 minuti prima della catastrofe ecologica, esiste
un'altra possibilità: quella di vedere nella politica un gioco di
piccoli passi, la possibilità di scoprire nel parlamentarismo il
mezzo per realizzare con modestia il realizzabile. E questo, nel
sistema parlamentare, è abbastanza poco.
Idee e pratiche
libertarie
Quando, meno di
cinque anni fa, iniziarono la loro corsa vittoriosa verso il parlamento,
l'opposizione al loro interno era molto forte. Non fu solo
scetticismo, quando un'ampia fascia del movimento ecologista si
dichiarò contraria a trasformare questo movimento, da una
"federazione di iniziative locali" in un partito. E le voci
dei settori centrali dei verdi (che hanno continuato a garantire che
la partecipazione al gioco parlamentare era solo un atto simbolico,
la cui unica finalità era quella di usare i vantaggi goduti dai
partiti parlamentari e di servirsi del palcoscenico pubblico per
ridicolizzare questo sistema e renderlo trasparente) adesso se ne
stanno buone e zitte... La maggioranza dei verdi e la quasi totalità
di quelli che attualmente ricoprono cariche in questo partito sono
convinti della loro linea politica e hanno acquisito, in poco tempo,
non solo l'abito, ma anche l'autoconvinzione della loro funzione
all'interno della società parlamentare. Non bisogna
dimenticare che il settore antinucleare, e in un secondo tempo
ecologista, fu uno dei campi di maggiore impatto delle idee
libertarie. Da più di 10 anni molti militanti del giovane movimento
anarchico tedesco hanno svolto le loro attività all'interno di
questa corrente. La loro tattica era in generale quella di agire da
catalizzatori libertari nelle lotte e nelle strutture, e sono
riusciti realmente a creare strutture di ispirazione anarchica nella
prassi e nelle forme di organizzazione delle iniziative di base. Sia
nella lotta (dove è entrato nell'uso comune il concetto di azione
diretta) che nella struttura (dove è stato messo in pratica il
decentralismo) la rotazione e il mandato imperativo dei delegati,
idee di indole libertaria, divennero comuni in vasti settori
dell'opinione pubblica tedesca. Però, a differenza del movimento
antimilitarista e pacifista, dove la corrente anarchica ha trovato
una forma di struttura stabile e parzialmente definitiva attraverso
la federazione dei gruppi "Graswurzel Revolution", in campo
ecologico i libertari non hanno saputo riconoscere in tempo né
arginare il contrattacco dei partiti. La socialdemocrazia
tedesca non è stata con le mani in mano. Si è resa conto che i temi
ecologici e antimilitaristi potevano creare proseliti tra i giovani e
creare gran parte dell'opposizione nel sistema. Hanno cominciato a
ristrutturare questi movimenti e con la lusinga di "maggior
efficienza", "mobilitazione di massa" e "efficacia
centrale", a poco a poco si sono impadroniti di cariche, o
meglio se le sono create per poi impadronirsene. Fino a quel momento,
il punto culminante è stata la nomina del giovane portavoce della
"presidenza federale della federazione delle iniziative di
base", Jo Leinen a Ministro dell'Ambiente, nella regione della
Saar: conclusione logica del dirottamento da movimento di base di
contestazione radicale a semplice appendice di interessi di partito. Questo fatto è
stato simbolicamente contestato con grande esito pubblicitario,
quando dei militanti di base hanno tirato in faccia al neo-Ministro
una torta di crema davanti alle telecamere, la sera stessa
dell'annuncio della nomina: gesto nobile che riflette però la
mancanza di altre risposte meno simboliche. Tenuto conto di questo
panorama politico, si può più agevolmente comprendere la
costituzione del movimento verde in partito. Le illusioni di
quelli che hanno creduto di poter essere un partito "per
scherzo", però, non hanno avuto lunga vita. I verdi hanno fatto
quest'esperienza in meno di 3 anni e molti dei libertari nel partito
verde o nelle sue vicinanze si saranno ricordati della frase
dell'anarchico tedesco Gustav Landauer, "Chi di Stato mangia, di
Stato crepa" (A proposito Landauer fu assassinato dai ribelli
dopo aver partecipato al governo della Comune di Monaco). Uno che si è
mangiato una buona fetta di Stato ed è morto per quanto riguarda la
sua identità politica, è Daniel Cohn Bendit, un tempo faro e
speranza della risorta anarchia e per molti anni figura carismatica
del movimento "sponti" (abbreviazione di "spontaneo",
indica in generale la tendenza "libertaria" e antiautoritaria
n.d.r.). Attualmente è uno dei rappresentanti più in vista dei
"realos" (abbreviazione di "Realpolitik", termine
genuinamente socialdemocratico della Repubblica di Weimar e che
significa semplicemente cieco possibilismo che, attraverso
un'interminabile catena di compromessi sostanziali, tende a
partecipare al potere). Cohn Bendit sostiene a spada tratta non solo
la possibilità, ma anche la necessità di giungere ad un'alleanza
con la socialdemocrazia e non scherza quando dice che il suo sogno è
quello di occupare posti di ministro del governo regionale
dell'Assia. Si troverebbe così sotto la presidenza di Holger Börner,
che a suo tempo, non più di due anni fa, è stato il nemico numero
uno di tutti gli ecologisti, per l'arroganza e la brutalità con cui
impose l'ampliamento dell'aeroporto di Francoforte, contro una
vastissima resistenza popolare. Lo stesso Börner
ha dichiarato che a "questa gente", anziché argomentazioni,
bisognerebbe dare tante legnate. Ed è stata proprio "questa
gente" che, sopportando il governo minoritario nel parlamento
dell'Assia, lo ha mantenuto al potere. Ora, dopo le nuove elezioni
che hanno confermato il "patt", la partecipazione dei verdi
allo stesso governo è possibile. Lo stesso Cohn Bendit dimostra una
certa ironia quando a volte definisce se stesso il "Noske dei
verdi".
Verdi nelle
istituzioni
Così, a questo
punto, all'interno del partito verde emergono le diverse provenienze
dei suoi militanti, riconoscibili in cinque diverse tendenze; due
sono pienamente convinte del sistema parlamentare e si differenziano
unicamente perché una vede il potere politico come una meta da
raggiungere a tutti i costi ritenendolo di per se stesso un valore,
mentre l'altra vuole la partecipazione esclusivamente se è un mezzo
per ottenere risultati concreti. Se le condizioni sono favorevoli e
se i socialdemocratici saranno abbastanza intelligenti, queste due
tendenze si uniranno senz'altro e costituiranno la maggioranza
all'interno del partito. In questo caso, la Germania, nel prossimo
futuro, vedrà una serie di coalizioni rosso-verdi. Questa corrente
"partecipazionista", oltre che dagli adepti di Cohn Bendit,
è alimentata dalla forte corrente pacifista-religiosa e da legioni
di funzionari di ex-partiti maoisti, cioè da ambiziosi ex-studenti
che nel movimento ecologista hanno trovato la "base di massa"
tanto agognata e che solo per questo si sono camuffati di verde. Al lato opposto
troviamo la corrente che continua a vedere nella partecipazione
parlamentare un gesto simbolico e di denuncia, e che per questo cerca
disperatamente di restituire al partito la sua verginità sebbene
questo sia già in odore di prostituzione. Dulcis in fundo, l'ala
degli ecologisti radicali o fondamentalisti, che non ha mai nutrito
nessuna illusione sul parlamentarismo. Per loro la catastrofe
ecologica è tanto vicina che non si può perdere tempo in giochi
parlamentari. Cercano una risposta radicale e diretta e respingono
questo tipo di compromessi. Per loro è meglio esasperare un problema
ecologico al fine di riconoscerne l'attualità, anziché camuffarlo
con riforme che non lo risolvono ma semplicemente lo rinviano. È
in questa corrente che si trovano quegli anarchici che sono passati
dal movimento ecologista al partito verde. Anche se
l'influenza libertaria nel partito verde si fa ancora sentire in
certe strutture (come la rotazione dei deputati, il mandato operativo
o la democrazia di base), sarebbe illusorio credere che questi siano
qualcosa di più che meri formalismi. In realtà, l'immensa
maggioranza dei verdi, anche se conserva un certo senso critico nei
confronti del parlamentarismo, è pienamente integrata nelle sue
strutture e le rispetta con maggiore dedizione dei partiti classici.
In molte cittadine dove hanno riscosso grande successo elettorale, i
verdi non hanno nemmeno i membri sufficienti a ricoprire le cariche
ottenute. Di conseguenza, si dedicano pienamente alle esigenze
burocratiche richieste dal meccanismo statale e questo non solo li
rende parte integrante di questo ingranaggio, ma anche, in breve
tempo, li ha portati a credere ciecamente nella sua efficacia. Così,
i formalismi della democrazia diretta sono molto facili da manipolare
da parte di quei quadri verdi provenienti da gruppi marxisti o da
altri partiti che in fin dei conti possono imporre i loro interessi. Riassumendo, si può
dire che i verdi hanno percorso il cammino di integrazione
parlamentare in meno di cinque anni, mentre nel caso della
socialdemocrazia è durato perlomeno una cinquantina. Al capo opposto del
problema dell'opposizione radicale tedesca si trova la cosiddetta
lotta armata. Il suo panorama attuale si può riassumere in poche
parole. La prima generazione, composta da intellettuali fanatici
armati di mitra e di frasi marxiste-leniniste, si è esaurita. I suoi
membri sono stati annientati oppure marciscono in qualche prigione.
Con la decadenza dei modelli di liberazione armata del terzo mondo,
con la trasparenza della fraseologia marxista-leninista nei tanto
strombazzati movimenti di liberazione nazionale (del Vietnam, Angola
o Cambogia che fossero), anche le sofisticate teorie sui focolai di
guerriglia urbana hanno perso il loro fascino per i figli di papà di
Berlino, Colonia, Amburgo. Quello che è rimasto è il mito, che
serve a malapena a far sì che alcuni ragazzi tirino un petardo o
assaltino una banca. Non si tratta nemmeno di guerriglia urbana: è
violenza dilettante. Il nome della RAF
ormai non è altro che una sigla magica. In realtà non esiste alcuna
continuità personale o ideologica con l'antica RAF. Questa
continuità esiste solo nelle argomentazioni della repressione, che
con questo pretesto si agguerrisce ogni giorno di più. Oggi i membri
supposti o reali della RAF non si reclutano più tra gli
intellettuali ipersensibilizzati, ma tra gente emarginata socialmente
o intellettualmente. In molti casi sono ex-militanti di movimenti di
massa, che non hanno visto altra via d'uscita alle frustrazioni
quotidiane. Così il panorama
tedesco dell'opposizione radicale si muove tra il mitra, simbolo
della RAF e il Girasole, simbolo dei Verdi: in una parola, senza una
prospettiva possibile, perché nessuna delle due alternative può
raggiungere l'obiettivo che si era prefissato.
E gli anarchici?
E gli anarchici? Si
distinguono come sempre per la loro brillante critica e la loro
mancanza di alternative concrete. Anche se all'interno dei verdi ci
sono degli anarchici - e alcuni si sono persino organizzati in un
circolo che si chiama apertamente "gli anarchici tra i verdi"
- la maggioranza rifiuta questo partito. Anche se molti anarchici
vedono nei verdi "il migliore dei partiti" e gli danno
timidamente il loro voto, non condividono l'ottimismo dei
fondamentalisti, che credono addirittura di potersi imporre nel
partito. Comunque, l'attrattiva che da un lato presenta il partito
verde e dall'altro la lotta armata, dimostra solo il vuoto totale
relativo a un'alternativa libertaria. È
per questo che all'inizio ho detto che la discutibile lettera dei
verdi ai detenuti della RAF riflette il dilemma dell'opposizione
radicale tedesca. La problematica
anarchica si colloca - e non solo in Germania - tra questi due poli:
o radicalismo formale caratterizzato da cieca violenza, o riformismo
coerente mascherato da democrazia diretta. È
ormai tempo che noi anarchici impariamo a superare questa falsa
alternativa e a riconquistare la quotidianità, a fare passi
concreti, conquiste parziali e vittorie settoriali. Tutto questo è
possibile e la gente è preparata e disposta a cambiare: lo hanno
ampiamente dimostrato i verdi. È
nostro compito sviluppare le forme che impediscono che queste
conquiste parziali si assommino in un progetto di integrazione
parlamentare, ma al contrario si trasformino in una strategia
globale, in un progetto rivoluzionario. Quegli anarchici
che hanno imparato dalla RAF che la rivoluzione non si fa con il
mitra, e dai verdi che non la si effettua nemmeno attraverso il
parlamento, sono gli unici che possono portare a termine questo
compito. Se si svegliano in tempo.
(traduzione
di Tiziana Tosolini)
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