Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Questa volta cominciamo dall'Argentina. Non si era ancora spenta l'eco delle grandi manifestazioni
di piazza con le quali la gente ha festeggiato la fine del regime militare e l'apertura di nuovi spazi di
libertà, che già iniziavano a giungerci i primi segni di un certo risveglio libertario: le prime lettere
da parte di compagni vecchi e giovani, i primi ciclostilati, le prime notizie dell'attività che riprende
pubblicamente. Dopo la lunga parentesi dittatoriale, il movimento anarchico (che tanta parte ha
avuto nella storia argentina tra la fine dello scorso secolo e gli anni '30) riprende dunque le sue
attività. E con le attività, riprende l'attività pubblicistica ed editoriale. Ecco dunque riapparire, in ideale continuità con la storica testata fondata sul finire dell'800, La
Protesta: il numero che ci è pervenuto reca l'indicazione «anno 86, n. 8.168» ed il sottotitolo
«pubblicazione anarchica» (l'indirizzo redazionale ed amministrativo è: Daniel O. Ferro, c.c. n. 20,
1439 Buenos Aires, Argentina). Segnaliamo un interessante saggio, firmato dai «Grupos de
autogestion», sul problema della repressione. Dopo una prima parte di ricostruzione storica della
repressione qual è stata concretamente (e tragicamente) attuata dai regimi militari che si sono
succeduti al potere in Argentina negli ultimi anni, il saggio passa in rassegna l'atteggiamento tenuto
oggi da varie forze di sinistra di fronte al problema del militarismo, della repressione poliziesca,
ecc. In contrapposizione alle loro proposte parziali ed ambigue, i «grupos de autogestion»
chiariscono così il loro pensiero: «Noi vogliamo essere chiari: l'unica maniera per farla finita con
l'armamentismo e con la repressione è eliminare le stesse radici, cioè questo sistema di
dominazione». El anarquismo: mas alla de la democracia («L'anarchismo: oltre la democrazia») è il titolo di un
opuscolo di una sessantina di pagine, pubblicato a Buenos Aires dalla casa editrice Reconstruir, nel
quale sono raccolti gli interventi sul problema democrazia/anarchismo scritti da Luce Fabbri sulla
nostra rivista (a partire dall'intervista fattale da Giampiero Landi nell'81). Si tratta della prima
edizione di un libro anarchico nell'Argentina post-dittatoriale: ci pare, francamente, che i compagni
di Reconstruir (che fu per anni una delle voci più interessanti del pensiero libertario
latinoamericano, grazie all'omonima rivista uscita fino a un decennio fa) abbiano compiuto una
scelta opportuna, dal momento che gli scritti di Luce Fabbri costituiscono nell'insieme uno dei
contributi più originali ed attuali per impostare una seria discussione sui compiti attuali
dell'anarchicsmo. Tantopiù che Luce Fabbri, residente da oltre mezzo secolo a Montevideo
(separata dunque dall'Argentina solo dal Rio de la Plata), è sempre stata particolarmente vicina (e
non solo geograficamente!) alla vita del movimento libertario argentino ed anche negli anni più bui
della dittatura militare, con le sue conferenze sulla letteratura italiana (Machiavelli ed altri), ha
continuato a parlare comunque di libertà. Un altro paese, uscito (seppure ormai da vari anni) da un lungo periodo dittatoriale, nel quale gli
anarchici hanno ripreso a svolgere una discreta attività, è la Grecia. Sullo scorso numero abbiamo
segnalato la rivista Anarchos, 64 pagine, formato come il nostro (e titolo quasi uguale, con l'ormai
sfruttatissima «A» cerchiata). E' ora la volta di un mensile, 16 pagine formato giornale, il cui titolo significa «Solidarietà» (con sottotitolo «contro i padroni e lo stato»). Ne abbiamo ricevuto i primi
due numeri, con una dettagliata circolare di presentazione (in inglese), dalla quale apprendiamo che
Alleleggin è una nuova pubblicazione mensile, curata da un gruppo di individui attivi nel
movimento antiautoritario greco. Ne vengono pubblicate 10.000 copie («un numero che certo
apparirà incredibile a chiunque conosca l'attuale realtà greca» ironizzano gli stessi editori), delle
quali 2.000 in distribuzione commerciale ed 8.000 in vendita militante ad Atene e nelle altre città.
«Il nostro obiettivo - si legge nell'editoriale apparso sul primo numero - è quello di presentare tutti i
punti di vista antistatali: anarcosindacalista, anarcocomunista, anarcoindividualista, mutualista.
tolstoiano, situazionista, comunista consigliare, ecc. Naturalmente noi non costituiamo
un'organizzazione ed il nostro giornale non è organo di alcuna organizzazione (...) Tutte le
decisioni sono prese dall'assemblea generale, le cui modalità sono basate sulla democrazia diretta.
L'assemblea sceglie un comitato editoriale che coordina la pubblicazione di ciascun numero (...)
Ciò che accomuna gli individui che danno vita a questo mensile anarchico è il punto di vista
libertario e la loro volontà di intervenire criticamente nell'attuale situazione greca (...) Noi siamo in
stretto contatto con tutti i compagni dell'intera Grecia». Tra gli argomenti trattati nei primi due
numeri (usciti rispettivamente a metà novembre e a metà gennaio) segnaliamo scritti sulla rivolta
del Politecnico ad Atene nel '73, su esperienze di gruppi anarchici locali (del Pireo, di Salonicco,
ecc.), sul ruolo degli anarchici nel movimento di lotta nelle caserme negli ultimi anni, sulle purghe
organizzate dai comunisti greci durante la seconda guerra mondiale contro esponenti della sinistra
rivoluzionaria greca, sul castrismo e la repressione contro gli anarchici cubani (ed anche contro le
lesbiche), ecc. ecc .. L'indirizzo al quale rivolgersi per prendere contatti con questi compagni è il
seguente: Solidarity against bosses and the state, c/o Theodoros Pisimisis, P.O. Box 26050, GR -
100 22 Atene, Grecia. Un giornale che esce da quasi un ventennio in Francia, non anarchico ma ricco di informazioni
spesso di segno libertario (e comunque antimilitarista e pacifìsta), è l'Union Pacifiste, organo della
sezione francese dell'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (meglio nota, in Italia, con il suo
nome inglese: War Resistents International, in sigla W.R.I.). Con una tiratura di 7.000 copie (di cui
3.000 inviate agli abbonati), una regolare periodicità mensile a 16 pagine strapiene di notizie,
notiziole, commenti, lettere, ecc., l'Union Pacifiste costituisce una vera e propria miniera di
informazioni su quel vasto movimento d'opinione e di lotta che in Francia, in misura ben maggiore
che in Italia, si muove sul terreno del pacifismo e dell'antimilitarismo (aldilà delle ondate emotive
legate per esempio all'installazione di questi o quei missili). In effetti, con la vittoria socialista
all'Eliseo ed il conseguente governo social-comunista, numerosi gruppi pacifisti prima impegati
contro la politica militarista del governo hanno abbandonato il terreno, fidando nella «diversità»
socialista. L'Union Pacifiste non ha invece smesso la sua opera di informazione e di propaganda
antimilitarista ed è impegnata, per esempio, contro il grande processo di simbiosi scuola/esercito
che il «nuovo» potere socialista sta portando avanti. L'inidirizzo redazionale è: Thérèse Collet, 4
rue Lazare-Hoche, 92100 Boulogne, Francia. I versamenti vanno effettuati sul c.c.p. 3964-01 B
Paris intestato all'Union Pacifiste de France. Una copia costa 9 franchi, l'abbonamento per l'estero
130 franchi (160 se si desiderano ricevere 5 copie). Sempre dalla Francia segnaliamo il n. 24 (datato «marzo-aprile 1984») del CPCA,il bollettino del
«Centre de Propagande et de Culture Anarchiste» che abbiamo già avuto occasione di segnalare in
passato. Tra i vari contributi pubblicati sulle 20 pagine di questo numero, segnaliamo
l'autopresentazione della rivista trimestrale tedesca Die Freie Gesellschaft, una bibliografia
(francese) sul caso Sacco-Vanzetti, delle note (firmate da Frank Mintz) sulle tendenze libertarie
nella letteratura castigliana, una breve biografia di Maria Luisa Berneri e numerose altre schede,
recensioni, informazioni, indirizzi, ecc. Per chi voglia seguire da vicino il movimento libertario di
lingua francese (ma non solo), il CPCA è uno strumento decisamente utile. La tiratura è di 500
copie. L'indirizzo del CPCA è: CPCA, b.p. 21, 94190 Villeneuve St. Georges, Francia. Una copia
costa 7 franchi, l'abbonamento estero 50. I versamenti vanno effettuati sul c.c.p. 33 777 75 K - La
Source. Dalla Germania c'è giunta recentemente la notizia dell'esistenza, da oltre 3 anni, di una
pubblicazione, nominalmente bimestrale, della quale sono usciti finora 16 numeri. Ne abbiamo
ricevuto anche una copia, ma per questa pur breve presentazione dobbiamo basarci esclusivamente
sulla scheda di presentazione preparata dalla redazione: si tratta infatti di un periodico anarchico
scritto in persiano da esuli iraniani in Germania. Si chiama Enzane Azad («L'uomo libero»), il suo
primo numero è uscito nell'ottobre 1980 e la sua funzione principale è quella di far conoscere agli
esuli iraniani i principi basilari dell'anarchismo. «Sia in Iran sia tra gli iraniani all'estero - scrive
infatti la redazione - l'anarchismo quale teoria sociale è praticamente sconosciuto. Ciò è dovuto a
una serie di ragioni: la mancanza di libri anarchici, l'assenza di elementi libertari nella storia
dell'opposizione persiana e soprattutto l'adesione di gran parte degli intellettuali iraniani alle
svariate tendenze marxiste, leniniste, staliniste, ecc.». Nel denunciare lo strozzamento che di fatto
viene esercitato contro qualsiasi pensiero critico e libertario, la redazione di Enzane Azad si
ripropone di dare al lettore persiano una prima visione d'insieme dell'anarchismo, visto attraverso le
sue tendenze (anarcosindacalismo, anarcofemminismo, ecc.), la teoria e la pratica dell'anarchismo
contemporaneo, la critica dei movimenti sociali da un punto di vista libertario, il commento della
situazione interna iraniana e la traduzione di «classici» anarchici. La redazione fa naturalmente
appello a quanti riconoscono l'importanza del suo lavoro, perché la sostengano facendo conoscere
l'esistenza di Enzane Azad ed inviandole contributi. L'indirizzo è: Postlagerkarte nr. 028543 R,
4300 Essen 1, Germania Federale. L'abbonamento a cinque numeri costa 10 marchi tedeschi per
l'Europa, oppure 5 dollari USA per i paesi extra-europei.
|