Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 13 nr. 115
dicembre 1983 - gennaio 1984


Rivista Anarchica Online

Comiso e chi ci vivacchia intorno

Due anni di lotte, comizi, quindi di lavoro assiduo nel territorio direttamente interessato dai missili a Comiso, hanno trovato magro spazio sulle riviste di movimento. Tre giorni vissuti in maniera irresponsabile (da molti compagni presenti: punk e non) danno spunto, energia e volontà a scrivere critiche (si badi bene) solo sull'operato dei compagni siciliani. Torniamo a precisare che anche noi abbiamo delle critiche (costruttive) da fare, ma queste non sono rivolte soltanto a quello che hanno fatto o detto i compagni delle Leghe.
A Comiso, per esempio, perché alcuni snobbavano fino all'ultimo quello che i compagni del posto avevano da dire (soprattutto per cognizione di causa)? Perché i compagni hanno sempre avuto l'aria di chi tocca la ragione con la mano e di aver a che fare con dei trogloditi sfiorando comportamenti razzisti e provocatori nei confronti della popolazione locale? Perché la sera nel paese, subito dopo le violente cariche della polizia, quando si proponeva di creare un servizio d'ordine, per non far degenerare la situazione (come poi è stato), l'unica risposta che molti hanno saputo dare è stata del tipo: «ma va là, ancora col servizio d'ordine»; e gli stessi poco dopo andavano folleggiando per la piazza assaltando fantomatici provocatori tagliando così gli ultimi legami che avevano con la gente? E ancora, perché le lotte che venivano portate avanti a Comiso nel periodo precedente alle tre giornate non venivano discusse dalla quasi totalità del nostro movimento, come se la cosa, in fondo, non interessasse nessuno? Umanità Nova ha riprodotto i comunicati e i documenti delle leghe e questo, si può dire, è stata una delle poche cose che si è fatta per Comiso. Perché il movimento anarchico italiano trova occasione di riunirsi solo quando c'è da decidere se partecipare o no ad una insulsa manifestazione?
Come si vede di critiche da fare ce ne sono, ma fino adesso ci si è soltanto preoccupati di vedere quello che hanno fatto o non fatto gli altri, in questo caso le Leghe autogestite. Mi chiedo invece perché nessuno ha parlato, o ha voluto parlare del comportamento irresponsabile che molti di noi hanno avuto a Comiso. Comportamento che certo non ci ha contraddistinto.
Ci riferiamo all'atteggiamento antisociale (di cui sopra) che esprime poca sensibilità, rispetto e comprensione verso gente che ha altri costumi, ma non per questo migliori o peggiori dei nostri. Per noi anarchici dovrebbe essere l'amore per il giusto, l'avversione verso i soprusi e lo sfruttamento, dovrebbe essere quel sentimento di giustizia, di uguaglianza, di libertà a spingerci a lottare al fianco di tutti gli oppressi, dovrebbe essere l'internazionalismo sincero verso tutti i popoli a distinguerci da chi propone solo loschi accordi e patteggiamenti, spacciandosi poi per internazionalista. Ma i pregiudizi, la non espressa volontà di capire, di comprendere, che parte del movimento ha dimostrato più o meno coscientemente a Comiso, fa pensare che molto è ancora da fare, cominciando dall'essere un po' meno sicuri di noi stessi, più coscienti dei nostri tabù, preconcetti, dei nostri limiti, noi figli di questa società capitalistica, consumista e cibernetica.
Anche noi compagni abbiamo a volte qualcosa da imparare da chi invece arrogantemente pensiamo debba pendere dalle nostre labbra (ci riferiamo ai rapporti che noi abbiamo con la gente). Personalmente dobbiamo dire con tutta sincerità, che l'internazionalismo ce l'ha fatto vivere quella gente siciliana che, se pur violentata e a volte non capita, si è rivelata solidale, aprendoci le loro case, parlando con noi, loro si cercando di capire e di comprendere.
A volte la semplicità e l'umanità costruiscono, e lasciano dentro di noi, segni più duraturi nel tempo che non lo spontaneismo pesante di certi «continentali». Ci si perdoni ma la cultura e i vari costumi borghesi, i falsi valori del consumismo, a volte mietono più vittime (anche nel movimento anarchico) che non la miseria e la semplicità. Per una società di uguali.
Per un mondo fondato sull'amore e la solidarietà tra i popoli.
Per l'anarchia.

Fabio e Wanna del Coordinamento Anarchico Castelli Romani