Rivista Anarchica Online
Contro i giochi di parole
Ho letto poco fa, sulla rivista francese IRL, che certi opuscoli di Malatesta hanno raggiunto in
Spagna una tiratura totale di 500.000 copie. Sembra una cosa fantastica, in rapporto alla stampa
anarchica odierna. Ma non c'è niente di cui stupirsi. Nei suoi scritti, Malatesta usava un linguaggio semplice, concreto,
leggibile da chiunque, anche da quelli (molti alla sua epoca) che non erano andati molto a scuola. Oggi, i nostri scrittori hanno smesso di scrivere per il popolo, per diffondere l'idea anarchica, per
convincere la gente della validità dell'anarchismo. Scrivono per essere letti da altri intellettuali, in
una lotta continua di prestigio, a chi sembrerà più colto, a chi dimostrerà di aver letto più libri (con
note bibliografìche a piede pagina!). Quanto spazio nella stampa anarchica odierna è occupato da
critiche ad altri scrittori anarchici, da finti fraintendimenti, da giochi di parole! Malatesta ha scritto
da qualche parte più o meno (non è una citazione letterale): «I giochi di parole li lascio a quelli che
vogliono ingannare il lettore». Aggiungerò io: «e a quelli che non hanno niente da dire». La malattia si è estesa a tal punto che anche scrittori anarchici senza lunga formazione scolastica
provano a scimmiottare queste «teste d'uovo», usando parole che anche loro devono cercare nel
vocabolario! In questo cinquantenario della morte di Malatesta, proviamo a tornare alla sua semplicità, alla sua
concretezza. Proviamo a ritrovare il contatto con l'uomo di strada. Proviamo a dare dell'anarchia
un'impressione di qualcosa vissuto ogni giorno, né solo anarco-sindacalismo, né solo antimilitarismo, né solo antinuclearismo, né solo un monumento a un nome qualunque. Un anarchismo che sia espressione della vita stessa.
Gilbè (Carrara)
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