Rivista Anarchica Online
Lettera dal carcere speciale
Cari compagni, ho ricevuto la vostra ma non ancora le riviste. Che arriveranno spero. In questi giorni i giornali, la radio
e anche la TV3 hanno fatto un gran parlare di Voghera, di questo «scandalo». PCI, sindaco, avvocati,
perbenisti interrogano e profetizzano sulla nostra condizione (di condannate alla pazzia per
l'isolamento, ecc. ecc.) di condannate da una struttura e una tecnologia del futuro ... al servizio
dell'annientamento. Ne sono un po' nauseata (anche se ritengo un bene che un occhio resti puntato su
qua) perché penso che ben presto tutto questo «scandalo» si trasformerà nella fredda abitudine di
sempre e noi resteremo così ... come per l'appunto siamo, 23 ore da sole, senza fornelletto, senza
rapporto con le guardiane se non il citofono (ma a dire il vero io non rimpiango rapporti diretti con
loro), con i libri che non passeranno più nemmeno a colloquio, con la corrispondenza bloccata fra noi
e tutti gli altri carceri ... con quello che questo comporta di lacerante dal punto di vista affettivo. Ma
non voglio «piangermi addosso», sono anni che lo si fa e si devono essere sbagliate tante, tante cose
se è sempre peggio e si continua a farlo. Ma queste sono altre riflessioni, che mi deciderò di fare presto. Il fatto è che ci vogliono tutti (e per tutti intendo ogni forma di antagonismo e di trasgressione, non
necessariamente quella della L.A.) vinti ... arresi ... collaboratori ... dissociati... irriducibili. Tutte
categorie nelle quali non mi riconosco. Si tratterà di cercare, per quello che mi riguarda, di conservare
intatta un'individualità e una storia della quale sono fìera, coniugando buon senso e dignità. I miei pensieri sono sempre per l'anarchia. Vi abbraccio fraternamente.
Valeria Vecchi (Carcere speciale - Voghera)
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