Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 12 nr. 106
dicembre 1982 - gennaio 1983


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Desaparecidos
di SYRS

Né vivi né morti: semplicemente non esistono. I desaparecidos sono una categoria particolare di vittime, frutto di una deliberata politica governativa. Crimine che tende a istituzionalizzarsi come la tortura, pratica semiclandestina, esso è una forma del terrorismo di stato che, quando si sistematizza e si generalizza, serve alla creazione di un clima di paura nella popolazione più ancora che alla eliminazione fisica degli oppositori. La lista degli stati che ricorrono al sequestro e alla scomparsa in massa, alla tortura sistematica, alle esecuzioni, all'internamento obbligatorio in istituti psichiatrici o meno, e ad altre delicatezze del genere, è talmente lunga che preferiamo rimandare il lettore interessato all'ultimo bollettino informativo di Amnesty International.
Grazie agli sforzi della giunta militare, l'Argentina ha conquistato un certo lustro nella costellazione criminale. Nelle ultime settimane tre fatti, ampiamente ripresi dai mass-media, hanno contribuito a porre all'ordine del giorno il problema specifico dei desaparecidos in Argentina.
Il primo è stata la pubblicazione del «Rapporto 1982» di Amnesty International, nel quale sono analizzati i delitti di stato compiuti in 121 paesi ed in particolare la «scomparsa» di migliaia di persone arrestate o sequestrate dalle autorità. Amnesty International afferma tra l'altro che «non si può più permettere che gli stati eludano la loro responsabilità quando decidono l'eliminazione di presunti oppositori».
Il secondo di questi fatti è successo proprio in Argentina. Il 22 ottobre scorso otto organizzazioni per la difesa dei diritti umani, in una conferenza stampa a Buenos Aires, informano che i corpi di 400 desaparecidos vittime della repressione sono stati sepolti in un cimitero nei pressi della capitale, non lontano da Campo de Mayo, dove si trova la base principale dell'esercito.
Il terzo fatto è stato poi la rivelazione da parte del «Corriere della Sera» della scomparsa di 297 cittadini italiani, tra il '76 e il '79, con lo scandalo addizionale del fatto che tra i desaparecidos c'erano 19 bambini, alcuni dei quali sono stati assassinati con i loro genitori ed altri venduti.
Queste denunce sono state fatte a fine 1982 ma i fatti a cui si riferiscono sono successi durante un lungo processo di crisi economica e di degradazione politica che culminò, come ultima tappa, nel golpe militare del 1976. A quell'epoca, infatti, i sequestri e gli assassinii commessi dai gruppi paramilitari erano già in pieno sviluppo: si calcola che i crimini politici attribuiti alle famigerate tre «A» (organizzazione terroristica parastatale composta in gran parte da poliziotti ed ex-poliziotti, ndr) tra il 1973 e il 1975 siano stati più di 2.000. La giunta militare ha utilizzato questo metodo come forma di governo negli ultimi 6 anni, al punto che le stime delle organizzazioni internazionali riferiscono di un numero oscillante tra i 6.000 e i 10.000 assassinati, tra i 20.000/ 30.000 desaparecidos. La tortura sistematica, la censura e l'autocensura frutto del terrore hanno accompagnato il processo repressivo.
Dal punto di vista sociale ed economico la situazione argentina è drammatica come dal punto di vista politico. La giunta ha imposto una strategia ultraliberale in campo economico che ha dato i seguenti risultati: il dollaro, che costava 28 pesos nel '75, passa a 325 nel '76; a 950 nel '78; a 2.000 nel 1980, a 10.000 nel '81 per arrivare ai più di 20.000 del giorno d'oggi. Inversamente il potere d'acquisto del salario è diminuito vertiginosamente passando dall'indice 100 del '75 a 44 nell'82. Attualmente la disoccupazione tocca il 10% della popolazione attiva e, facendo riferimento al mese di luglio, i prezzi al dettaglio aumentano con un ritmo annuo del 500%. Il tasso d'inflazione è del 175%, l'indebitamento con l'estero supera i 40 miliardi di dollari e la diminuzione del prodotto interno lordo è stata del 7% durante i primi dieci mesi dell'82. Il brutale deterioramento del clima interno ha fatto temere un'esplosione popolare della quale sono state testimonianza le manifestazioni svoltesi il 30 maggio in varie città come Buenos Aires, Mendoza, Rosario e Cordoba. La repressione fu molto violenta, con due morti e oltre 2.000 arrestati.
Di fronte a tutte queste difficoltà la dittatura militare è ricorsa a una formula tradizionale: la guerra esterna. Tra l'1 e il 2 aprile, truppe argentine occupano le isole Malvine. Però, pessimi strateghi quando non si tratta di massacrare il popolo, i militari argentini perdono la guerra e una delle conseguenze è che l'unità monoIitica che esercito, marina e aviazione avevano trovato sul terreno della repressione, comincia a screpolarsi. Vengono così alla luce le rivalità occulte e le reciproche accuse tra rappresentanti della marina e dell'esercito, senza dimenticare quelli dei diversi servizi segreti che avevano una certa autonomia nella repressione. Così ai primi di settembre un exsegretario di stato di Videla rende pubbliche alcune accuse contro Massera, ex-comandante in capo della marina. Al con tempo Gregorio Dupont, che era stato diplomatico argentino nell'ambasciata di Francia, sostiene che Massera si incontrò con il capo dei Montoneros (la ex-guerriglia peronista) a Parigi consegnandogli un milione di dollari in cambio dell'appoggio della sua organizzazione ad una eventuale candidatura di Massera alla presidenza della repubblica. Questa informazione sarebbe stata senza importanza se non fosse stata accompagnata dall'assassinio di Elena Holmberg, dalla quale era giunta la prima testimonianza in proposito. La famiglia della Holmberg ha tirato in ballo l'ammiraglio Massera. Dopo queste denunce il fratello di Dupont, Marcello, viene sequestrato, torturato, assassinato e il suo cadavere lasciato in una strada di Buenos Aires. Interviene la magistratura e una commissione di periti sancisce l'esistenza di torture e parla di assassinio, in contrasto con la versione dei circoli governativi che parlano di suicidio. Vengono messi sotto accusa i servizi segreti della marina.
In questo clima, nel quale i giornali e la magistratura perdono un po' alla volta la paura e iniziano a prender posizione, appaiono a fine ottobre le notizie sulle fosse comuni del cimitero di «Grand Bourg», che conterrebbero 400 cadaveri di desaparecidos. Questa volta è l'esercito ad essere sotto accusa. Secondo le testimonianze dei vicini e dei dipendenti del cimitero, centinaia di cadaveri furono trasportati da camion militari e sotterrati nottetempo tra il maggio del '76 e il dicembre del '79: tutti figurano nei registri senza nome, con la qualifica «N.N.».
Una volta scoppiato il caso, nuove scoperte di tombe anonime si sono succedute nel cimitero di La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires, e in varie altre località. A tutt'oggi circa 1.500 cadaveri di desaparecidos attendono di essere identificati.
Per dare un 'idea dell'effervescenza che regna in Argentina e della disorganizzazione del potere militare termineremo con il seguente fatto. Il 22 settembre la «Secretaria de Información Publica», dipendente dalla presidenza nazionale, ha emanato il seguente ordine alle emittenti da lei dipendenti: Per espressa volontà del Potere Esecutivo Nazionale è assolutamente proibito menzionare o emettere immagini, a seconda del caso, su qualsiasi tema collegato con fatti sovversivi quali 1) casi di desaparecidos; 2) bande di delinquenti sovversivi e loro azioni;
3) organizzazioni che appoggiano la sovversione (Madri di Plaza de Mayo, difensori dei diritti umani, ecc.); 4) citazione del personale, delle unità e degli organismi delle forze armate, delle forze di sicurezza e di polizia collegate alla lotta contro la sovversione; 5) situazione dei processi giudiziari collegati con questi fatti; 6) commenti o lettura di giornali, riviste, libri, ecc., collegati con questo tema; 7) quant'altro attinente al tema. L'esecuzione del presente ordine sarà di esclusiva responsabilità del responsabile dell'emittente, sia essa radio o televisiva (...) La presente disposizione ha carattere «confidenziale». Una volta presane conoscenza, dovrà esser distrutta».
Questo «ordine impartito» è stato pubblicato da tutta la stampa argentina, il che sarebbe stato impossibile solo qualche tempo fa.
Vorrei aggiungere, per non dimenticare alcuni aspetti che hanno rapporto con la vita pubblica e segreta in Italia, che l'ammiraglio Massera, ex-comandante in capo della marina ed ex-membro della giunta militare, è stato arrestato lo scorso 2 novembre per avere elogiato il suo amico Licio Gelli, capo della loggia P2.
Speriamo che questo «clamoroso silenzio» sui tanti desaparecidos, sulle numerose tombe senza nome, contribuisca a rischiarare le coscienze sul significato del potere militare e più semplicemente del Potere.