Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 95
ottobre 1981


Rivista Anarchica Online

LETTURE
a cura della Redazione

Erich Mühsam - La psicologia della zia ricca

È uscita da poco la traduzione di un gustoso libretto giovanile di Erich Mühsam: La psicologia della zia ricca, (Moizzi Editore, Bergamo 1981, pag. 112, Lire 3.200). Bisognerebbe dire finalmente, visto che l'opera dello scrittore anarchico tedesco è praticamente sconosciuta. L'unica altra traduzione italiana è Ragion di stato. Una testimonianza per Sacco e Vanzetti, dramma teatrale di impegno politico degli ultimi anni dello scrittore.
Erich Mühsam (1878-1934) scrittore, anarchico, ebreo, tedesco e ancor oggi quasi completamente sconosciuto in Italia, mentre in Germania fin dai primi del secolo era invece un valido rappresentante dei circoli culturali tedeschi; frequentava anche i caffè letterari ed il cabaret, dove recitò anche alcune volte. Amico di Wedekind, fu collaboratore a diverse riviste e la sua attività artistica fu interrotta soltanto dalla parallela attività politica che lo impegnava altrettanto intensamente. La sua vita fu infatti divisa tra impegno politico: fu amico di Landauer, con cui collaborò attivamente tutta la vita, fondatore, ideatore e alcune volte unico redattore di diverse riviste politiche; e impegno letterario: fu attivo partecipante dei circoli letterari del primo novecento, scrisse romanzi e poesie e alla fine della sua vita si avvicinò anche al teatro. Il suo impegno come letterato non scordò mai però la sua anima politica e le sue opere sono prima di tutto denunce della società in cui vive, siano saggi o romanzi, spesso armi di lotta per lo scrittore.
Un esempio è l'opera teatrale Ragion di stato, in cui Mühsam ricostruisce la tragedia dei due anarchici italiani facendo nel contempo una serrata analisi della giustizia di stato. Anche se in alcuni punti l'opera risente di forzature retoriche, resta un ottimo esempio di teatro impegnato, riportando alla memoria la storia "diversa", quella dei vinti, dei perdenti, mostrando il volto del potere, dello stato e dei suoi sgherri. Non stupisce quindi che Mühsam fosse considerato scomodo dallo stato tedesco e perseguitato in varie riprese durante tutta la sua vita, fino all'ultimo arresto, mentre stava per espatriare il 28 febbraio 1933 da parte dei nazisti. Da allora fino alla morte, avvenuta poco tempo dopo nel campo di concentramento di Oranienburg, la sua vita fu un Calvario di torture fisiche e morali: lo stato si prendeva la sua vendetta sull'anarchico che aveva dovuto sopportare.
La psicologia della zia ricca è un'opera giovanile ricca di spunti e divertimento, in cui l'autore attacca con graffiante ironia il mondo borghese del suo tempo, nello stesso tempo dandoci ritratti veloci e ben riusciti. Le zie ricche, unica speranza di nipoti poveri e avidi, muoiono regolarmente senza lasciare eredità. Le speranze, le umiliazioni subite, le fatiche sopportate dai nipoti diventano improvvisamente vuote e senza senso: il miraggio dell'eredità sfuma regolarmente lasciandoli con un pugno di mosche in mano, più poveri e tristi di prima, spesso invecchiati e logorati dall'inutile attesa. Sembra quasi che queste vecchine, aride, ricche, avare si divertano a tenere i nipoti sulla corda e lasciarli alla fine con un palmo di naso. Ma la vita di questi nipoti si trascina in una continua attesa: non fanno nulla perché il futuro sarà migliore, la zia è una sicurezza, la loro vita è solo attesa.
Viene subito in mente un parallelo con le migliaia di giocatori delle numerose lotterie che aspettano continuamente l'arrivo di fantomatici milioni, ingrassando di sicuro solo gli organizzatori del gioco, lo stato in prima persona. Anche loro sono in attesa dell'ingannevole zia ricca che di settimana in settimana rilascia milioni. Ma il parallelo può andare più in profondità e considerare le migliaia di sfruttati che col miraggio di carriere inesistenti o futuri migliori restano tranquilli a subire le situazioni più umilianti, paghi di una speranza sempre più vana. È questa speranza che tiene tranquilli milioni di persone che potrebbero altrimenti decidere di agire. È questo che Mühsam vuole considerare, è contro questa inerzia psicologica che lotta. Restare fermi di fronte al futuro, alla speranza che oggi o domani o anche in una vita ultraterrena qualcosa cambierà, senza considerare che gli unici cambiamenti possibili sono quelli dovuti alle nostre lotte.

Senzapatria

Con un bel disegno in copertina realizzato da Fabio Santin (coautore della biografia per immagini di Errico Malatesta), è uscito il n. 12 di Senzapatria, il bimestrale "per lo sviluppo della lotta antimilitarista e antiautoritaria" che da tempo si è dato due redazioni: una a Sondrio (Piero Tognoli, via C. Battisti 39, 23100 Sondrio) e l'altra a Padova (Maurizio Tonetto, cas. post. 647, 35100 Padova). Quest'ultimo è anche il recapito dell'amministrazione, da utilizzarsi per la richiesta di arretrati, delle copie saggio e per la diffusione (una copia costa 500 lire, l'abbonamento annuo 2.500 - c.c.p. 10239358 intestato a Carla Morrone - Padova).
Con questo numero a 24 pagine, dense di informazioni, interviste, lettere, proposte, ecc., Senzapatria si conferma un ottimo foglio, indispensabile strumento per la crescita di un movimento antimilitarista libertario. Passi avanti in questa direzione sono già stati fatti, ed il continuo aumento di tiratura, numero dopo numero, ne è significativa testimonianza. Nella crisi generalizzata della pubblicistica libertaria, Senzapatria è dunque una delle rare eccezioni: il merito, ci pare giusto rilevarlo, va attribuito innanzitutto ai suoi "fondatori", che hanno saputo impostare fin dall'inizio un giornale ben curato, soprattutto nell'impostazione e nella grafica.
Tra gli altri articoli pubblicati su questo n.12 segnaliamo: l'ormai consueta rassegna di politica internazionale curata da Franco Melandri; una denuncia della situazione creatasi in Sicilia dopo la decisione di installare gli euromissili a Comiso; un'intervista (alquanto discutibile) ad un "compagno" che ha fatto il servizio militare... quasi per scelta; una lettera di Sergio Cattaneo dal carcere di Peschiera; un vivace "commentario antimilitarista" fatto di notizie piccanti e curiose; la prima parte di un lungo resoconto delle lotte antibelliciste a Torino nell'agosto '17; un caustico resoconto del processo tenutosi a Padova il 28 agosto scorso contro Cattaneo; ecc. ecc.