Rivista Anarchica Online
Dalla Lucania emarginata
Cari compagni di "A", ormai sono anni che leggo sistematicamente la vostra rivista e
(anche se nel mio piccolo) ne
faccio propaganda, o passando le mie copie a qualcuno o convincendo a comprarla. Riviste
anarchiche ce ne sono (certo non molte, ma ci sono) ma "A" è quella che più mantiene una linea
di coerenza nell'analisi e nell'esposizione dei vari problemi e soprattutto, a differenza di altre,
porta avanti sempre un esame lucido e coerente senza perdersi in affermazioni solo entusiastiche
e istintive che però si allontanano e fanno allontanare (e questo è più importante) dal punto
centrale del problema. Fino ad ora, a causa di frequenti cambi di residenza, per motivi di studio,
ho sempre acquistato
autonomamente "A" senza ricorrere all'abbonamento; ora visto che qui a Roma ci resterò per un
bel pezzo, vorrei appunto sottoscrivere l'abbonamento è perciò vi chiedo tutto il necessario per
farlo. Io vivo adesso a Roma ma sono lucano, di quella Lucania sempre elusa ed emarginata,
sempre
relegata dalla storia (quella dei potenti) nel dimenticatoio. Quella Lucania di contadini di
braccianti di emigrati (quelli ai quali i perbenisti del Nord rifiutano il fitto degli appartamenti),
quella Lucania sempre ignorata dalle forze di potere, tranne che nel periodo elettorale, quando
si versano fiumi di parole per estorcere a quelle masse ignare fiumi di voti che si rivelano poi
utilissimi nella campagna acquisti dei posti di potere. Ed è per questa gente che vorrei che "A"
giungesse anche da noi, per tentare almeno di scuotere quelle coscienze che secoli di
oppressione e di sfruttamento hanno finito per offuscare. Non voglio con questo dare ad "A" una
funzione taumaturgica, ma essa servirebbe a provocare, a far capire ai signori del luogo
(comunisti in testa) che c'è qualcuno che non accetta questi intrallazzi, questo lercio stato di
cose che vuole mantenere il ricco e il potente sempre in condizioni di superiorità sul povero che
lavora come un cane e non vede mai alcun frutto di questo suo lavoro. L'idea anarchica e
libertaria fa paura! Questo l'ho capito dalle reazioni che questa vostra rivista, accompagnata
dalle parole mie e di quei pochi altri compagni anarchici, ha suscitato nell'ambiente politico del
mio paese, Castelluccio Inferiore, da anni (troppi) feudo dei comunisti che hanno sempre fatto il
bello e il cattivo tempo anche e soprattutto alle spalle di quei contadini che essi,
demagogicamente hanno sempre voluto difendere. Vi ho scritto tutto questo, forse facendovi
perdere del tempo, per chiedervi di mettervi in contatto
di farvi sentire, di chiedere tutta la collaborazione necessaria per cercare di diffondere anche in
quelle zone, che purtroppo solo un disastroso terremoto ha portato alla ribalta nazionale, la
vostra rivista e con essa l'idea di pace e di uguaglianza che l'anarchia comporta e rappresenta. Vi
saluto e aspetto il necessario per abbonarmi e le informazioni necessarie per tentare di
diffondere "A" nella mia zona. Mi scuso per i vari casini combinati con la macchina ma mi sono
rotto un polso e ho dovuto scrivere a macchina, per giunta con la sinistra. Grazie, anche a nome
di tutta quella gente che ancora vive in roulotte o sotto una tenda, per
quello che avete pubblicato sul terremoto e sulla assurda farsa che lo stato anche questa volta
ha saputo splendidamente recitare. Saluti.
Fabio (Roma)
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