Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 91
aprile 1981


Rivista Anarchica Online

Dalla Lucania emarginata

Cari compagni di "A",
ormai sono anni che leggo sistematicamente la vostra rivista e (anche se nel mio piccolo) ne faccio propaganda, o passando le mie copie a qualcuno o convincendo a comprarla. Riviste anarchiche ce ne sono (certo non molte, ma ci sono) ma "A" è quella che più mantiene una linea di coerenza nell'analisi e nell'esposizione dei vari problemi e soprattutto, a differenza di altre, porta avanti sempre un esame lucido e coerente senza perdersi in affermazioni solo entusiastiche e istintive che però si allontanano e fanno allontanare (e questo è più importante) dal punto centrale del problema.
Fino ad ora, a causa di frequenti cambi di residenza, per motivi di studio, ho sempre acquistato autonomamente "A" senza ricorrere all'abbonamento; ora visto che qui a Roma ci resterò per un bel pezzo, vorrei appunto sottoscrivere l'abbonamento è perciò vi chiedo tutto il necessario per farlo.
Io vivo adesso a Roma ma sono lucano, di quella Lucania sempre elusa ed emarginata, sempre relegata dalla storia (quella dei potenti) nel dimenticatoio. Quella Lucania di contadini di braccianti di emigrati (quelli ai quali i perbenisti del Nord rifiutano il fitto degli appartamenti), quella Lucania sempre ignorata dalle forze di potere, tranne che nel periodo elettorale, quando si versano fiumi di parole per estorcere a quelle masse ignare fiumi di voti che si rivelano poi utilissimi nella campagna acquisti dei posti di potere. Ed è per questa gente che vorrei che "A" giungesse anche da noi, per tentare almeno di scuotere quelle coscienze che secoli di oppressione e di sfruttamento hanno finito per offuscare. Non voglio con questo dare ad "A" una funzione taumaturgica, ma essa servirebbe a provocare, a far capire ai signori del luogo (comunisti in testa) che c'è qualcuno che non accetta questi intrallazzi, questo lercio stato di cose che vuole mantenere il ricco e il potente sempre in condizioni di superiorità sul povero che lavora come un cane e non vede mai alcun frutto di questo suo lavoro. L'idea anarchica e libertaria fa paura! Questo l'ho capito dalle reazioni che questa vostra rivista, accompagnata dalle parole mie e di quei pochi altri compagni anarchici, ha suscitato nell'ambiente politico del mio paese, Castelluccio Inferiore, da anni (troppi) feudo dei comunisti che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo anche e soprattutto alle spalle di quei contadini che essi, demagogicamente hanno sempre voluto difendere.
Vi ho scritto tutto questo, forse facendovi perdere del tempo, per chiedervi di mettervi in contatto di farvi sentire, di chiedere tutta la collaborazione necessaria per cercare di diffondere anche in quelle zone, che purtroppo solo un disastroso terremoto ha portato alla ribalta nazionale, la vostra rivista e con essa l'idea di pace e di uguaglianza che l'anarchia comporta e rappresenta.
Vi saluto e aspetto il necessario per abbonarmi e le informazioni necessarie per tentare di diffondere "A" nella mia zona. Mi scuso per i vari casini combinati con la macchina ma mi sono rotto un polso e ho dovuto scrivere a macchina, per giunta con la sinistra.
Grazie, anche a nome di tutta quella gente che ancora vive in roulotte o sotto una tenda, per quello che avete pubblicato sul terremoto e sulla assurda farsa che lo stato anche questa volta ha saputo splendidamente recitare. Saluti.

Fabio (Roma)