Rivista Anarchica Online
L'anarchia è una realtà
Carissimi compagni, ho appena letto l'ultimo numero di A e l'ho trovato
veramente interessante, specialmente
l'articolo sull'antipsichiatria. Comunque da sempre quello che mi attrae maggiormente ed è
quindi la prima cosa che leggo sono i servizi che definirei di attualità, cioè di fatti di vita, per
intenderci l'articolo: Zurigo brucia. È in queste cose che rivivo le lotte di piazza, le occupazioni
fino alle manifestazioni oceaniche, tipo quella di Pisa che fece dire ad un compagno di Roma. -Siamo in tanti, non
l'avrei mai pensato, allora l'anarchia è una realtà.- Ed è la stessa realtà che
io cerco ogni volta che qualcosa accade in Italia o fuori. Durante un viaggio recente ho avuto modo
di notare la diffusione delle nostre idee in un modo
massiccio ed entusiasmante dal sud (Grecia) al nord (Svezia). Un discorso a parte, ma di
notevole portata è rappresentato dal "fenomeno punk" che investe tutta l'Inghilterra. Qui come si
sbarca si nota subito la differenza, sono apparse scritte sui muri da quelle "solite" di stampo
anarchico contro il regime ed inneggianti alla libertà, a quelle più tipiche al movimento punk del
tipo "TOTAL KAOS" con le dovute A cerchiate. Questo fenomeno ha assunto caratteristiche di
moda e di massa, bancarelle dei mercati rionali vendono fasce (bracciali) e fazzoletti da collo in
due colori o rosso o nero con la relativa A cerchiata nel colore opposto; inoltre i gadgets con la
A si sprecano e ci sono pure i giubbotti di finta pelle nera con relativa catena ed A. Il fenomeno
è sorto con i Sex Pistols e con le loro dissacranti canzoni. Anarchiy in U.K. e God save
the
queen (parodia dell'inno nazionale inglese); attualmente esistono gruppi come i crAss, definiti
dalla stampa come: musica per "stramaledetti anarchici", penso di non aver mai sentito parole
più dissacranti (per dare un'idea dicono che i calici dei preti sono pieni di piscio). Questo
gruppo è uscito con un doppio album, la cui copertina è grande come un manifesto, poi piegato
in quattro parti, ed in realtà è un vero e proprio manifesto per l'anarchia e la pace. Il prezzo è
stato da loro imposto ai distributori, e costa il 60% meno degli altri dischi commerciali. Esiste
pure un gruppo Durruti Column. Penso che tutto ciò sia molto interessante, come le lotte
degli squatters o per la difesa delle
minoranze di colore. Discorso a parte invece è Amsterdam, qui ho respirato ancora la vecchia e
solita ma sempre buona aria del '68. La città è letteralmente coperta di scritte, murales e
manifesti anarchici, nonviolenti e femministi. Si potrebbe scrivere tranquillamente Amsterdam
con la A cerchiata, qui l'atmosfera è nei momenti di tregua dagli attacchi della polizia
addirittura idilliaca di una serenità unica e tutti i compagni sono persone che ti fanno sentire
nella pratica cosa voglia dire essere anarchici. Sono talmente entusiasta di questo luogo che lo
consiglierei come terapia per compagni scazzati o delusi, è come andare in una grande Comune
dove ci si aiuta, ci si ama, si parla ancora di costruire una società migliore. Quello che è
sorprendente è che non esistendo un'organizzazione i compagni riescono a rispondere in un
battibaleno alle aggressioni del regime, e dalle strade in poco tempo vedi arrivare 2.000 persone
pronte a fronteggiare la situazione e difendere le case ed il loro diritto ad una vita "diversa". Ciao
con amore per l'anarchia.
Gigi (Treviso)
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