Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 10 nr. 84
giugno 1980 - luglio 1980


Rivista Anarchica Online

Quel vincolo sacro
di Nicolas

Circondato dalla violenza, messo di fronte alla morte o alla sofferenza, un uomo si pente o si confessa. Potrebbe farlo davanti ad un altare vuoto, sotto un cielo senza dei? Se lo fa è perché crede e perché spera. Un vincolo sacro lo assoggetta ai suoi accusatori e ai suoi carnefici. Figli degeneri o signori di cappa e spada, gli uni e gli altri offendono il leviatano potente.
La storia, mescolata alla leggenda di Barbablù, ci riporta alla memoria l'immagine crudele di Gilles de Rais, che cavalcò a fianco di Giovanna d'Arco, che nel 1429 fu Maresciallo di Francia, e che lasciò un'impronta imperitura per l'allucinante barbarie dei suoi crimini. I bimbi che i suoi servitori rapivano gli davano il brivido del piacere che si esaurisce in un istante. Seduto sopra un ventre adolescente, di maschio o di femmina, Gilles godeva nello sgozzarli lentamente. Dopo la sodomia e prima dello squartamento.
I suoi crimini hanno i colori di questo mondo feudale di contrasti, di masse miserabili di contadini e di grandi signori che passano il loro tempo tra il lusso e la guerra. Un mondo di terrore religioso in cui nessuno sfugge al pensiero di un diavolo minaccioso e alla condanna eterna dell'inferno. Messo di fronte ai suoi giudici il Signor di Rais ironizza e li insulta. Essi lo espellono dalla comunità cristiana, dalla Chiesa. E Gilles, che aveva sollecitato il demonio, crolla. In lacrime, "con grandi sospiri", egli implora che lo assolvano dalla pena della scomunica. Confessa tutti i crimini e, ciò che ai suoi occhi è peggio, le pratiche demoniache. Malgrado tutto, con il diavolo o con dio, continuava ad essere cristiano. Vinto, si sottomette ad una legittimità che non ha mai negato.
Un'altra storia ci racconta dei famosi "processi di Mosca". Il mondo è cambiato. Il potere non è religioso, è ateo. Sotto la maschera di Stalin, c'è la dottrina, lo Stato proletario. E i vecchi militanti della rivoluzione, gerarchi del partito, confessano tutto, si accusano di crimini che mai hanno commesso. Per loro, vinti nella lotta per il potere, affermare la propria verità personale sarebbe opporsi allo stato. E lo stato e il loro dio. Come tutti i credenti si sottomettono. La legittimità ultima non la discutono.
La figura di Rubashov nel romanzo di Koestler, li incarna. La sua logica è la logica del potere.
Il partito si oppone a quelli che detengono il potere, per rimpiazzarli. Se trionfa ci sarà un nuovo stato, rivoluzionario e proletario. Una nuova legittimità giustificherà la ragione di stato. Se fallisce, la ragione di stato sopravvive. Sottomettersi all'interno dello spazio sacrale dello stato è un modo di partecipare alla sua grandezza.
Miscredenti come siamo, sappiamo che il potere è la debolezza dei rivoluzionari.