Rivista Anarchica Online
Quel vincolo sacro
di Nicolas
Circondato dalla violenza, messo di fronte alla morte o alla sofferenza, un uomo si pente o si
confessa. Potrebbe farlo davanti ad un altare vuoto, sotto un cielo senza dei? Se lo fa è perché
crede e perché spera. Un vincolo sacro lo assoggetta ai suoi accusatori e ai suoi carnefici. Figli
degeneri o signori di cappa e spada, gli uni e gli altri offendono il leviatano potente. La storia, mescolata alla
leggenda di Barbablù, ci riporta alla memoria l'immagine crudele di
Gilles de Rais, che cavalcò a fianco di Giovanna d'Arco, che nel 1429 fu Maresciallo di Francia,
e che lasciò un'impronta imperitura per l'allucinante barbarie dei suoi crimini. I bimbi che i suoi
servitori rapivano gli davano il brivido del piacere che si esaurisce in un istante. Seduto sopra un
ventre adolescente, di maschio o di femmina, Gilles godeva nello sgozzarli lentamente. Dopo la
sodomia e prima dello squartamento. I suoi crimini hanno i colori di questo mondo feudale di contrasti, di masse
miserabili di
contadini e di grandi signori che passano il loro tempo tra il lusso e la guerra. Un mondo di
terrore religioso in cui nessuno sfugge al pensiero di un diavolo minaccioso e alla condanna
eterna dell'inferno. Messo di fronte ai suoi giudici il Signor di Rais ironizza e li insulta. Essi lo
espellono dalla comunità cristiana, dalla Chiesa. E Gilles, che aveva sollecitato il demonio,
crolla. In lacrime, "con grandi sospiri", egli implora che lo assolvano dalla pena della scomunica.
Confessa tutti i crimini e, ciò che ai suoi occhi è peggio, le pratiche demoniache. Malgrado tutto,
con il diavolo o con dio, continuava ad essere cristiano. Vinto, si sottomette ad una legittimità
che non ha mai negato. Un'altra storia ci racconta dei famosi "processi di Mosca". Il mondo è cambiato.
Il potere non è
religioso, è ateo. Sotto la maschera di Stalin, c'è la dottrina, lo Stato proletario. E i vecchi
militanti della rivoluzione, gerarchi del partito, confessano tutto, si accusano di crimini che mai
hanno commesso. Per loro, vinti nella lotta per il potere, affermare la propria verità personale
sarebbe opporsi allo stato. E lo stato e il loro dio. Come tutti i credenti si sottomettono. La
legittimità ultima non la discutono. La figura di Rubashov nel romanzo di Koestler, li incarna. La sua
logica è la logica del potere. Il partito si oppone a quelli che detengono il potere, per rimpiazzarli. Se
trionfa ci sarà un nuovo
stato, rivoluzionario e proletario. Una nuova legittimità giustificherà la ragione di stato. Se
fallisce, la ragione di stato sopravvive. Sottomettersi all'interno dello spazio sacrale dello stato è
un modo di partecipare alla sua grandezza. Miscredenti come siamo, sappiamo che il potere è la
debolezza dei rivoluzionari.
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