Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 75
giugno 1979 - luglio 1979


Rivista Anarchica Online

Elogio del lavoro nero
di Gerardo L.

È strano come alle volte pur rifiutando i discorsi sul personale-politico, ti accorgi che il principio che informa il tuo comportamento personale è fortemente influenzato dal tuo io politico. Non ci avevo mai fatto caso. Poi una sera mi capita di trovarmi impegolato in una discussione che all'inizio era soltanto volta a spiegare come mai potevo fissare l'orario di un randez-vous in un'ora insolita. La mia interlocutrice si stupiva che non fossi legato ad impedimenti di lavoro nel fissare l'ora dell'appuntamento per il giorno dopo. Da questo fatto per lei bizzarro, è nata una discussione che mi ha portato a teorizzare, a posteriori, il modo in cui, da quasi due decenni, mi procuro il pane e il companatico quotidiani, con annessi e connessi.

Strano, perché fino a quel momento il mio comportamento era stato spontaneo, non avevo cioè mai pensato di arrivare a giustificarlo politicamente. Bene, questo fatto mi ha così divertito che ho deciso di raccontarlo.

-Quando ci vediamo?-

-Se sei libera anche domani-

-Si sono libera, a che ora?-

-Per me qualsiasi ora-

-Come sarebbe a dire a qualsiasi ora, non lavori?-

-Certo che lavoro, ma andare a spasso con te è più interessante-

-Ho capito, ti metti in mutua-

-Non hai capito niente, semplicemente non vado a lavorare-

-Come sarebbe non vai a lavorare, e come giustifichi l'assenza se non ti metti in mutua?-

-Intanto non devo giustificare un bel niente visto che nessuno mi ha assunto, poi non posso mettermi in mutua, non ce l'ho.-

-Vuoi forse dirmi che non sei stato regolarmente assunto, lavoro-nero?-

-Brava, vedo che capisci al volo.-

-È così difficile trovare un lavoro regolare, anche per un operaio che conosce bene il suo mestiere?-

-Forse sì forse no, comunque io non ho mai provato a cercarlo-

-Intendi un lavoro regolare, con i libretti ecc.?-

-Sì!-

-Da quanti anni?-

-Più di quindici senz'altro-

-Vuoi dire che in tutti questi anni non hai mai avuto la mutua, non hai mai versato i contributi per la pensione?-

-Sì! Te l'ho già detto!-

-E se ti ammmali?-

-Perché, con la mutua non ci si ammala? Comunque godo ottima salute-

-Hai intenzione di continuare così?-

-Certo, perché dovrei cambiare?-

-E la pensione?-

-Tu sei morta da piccola-

-Non evitare di rispondere, cosa farai in età di pensione?-

-Mancano un sacco d'anni, chi vivrà vedrà-

-Ma prima o poi ci arriverai?!!-

-Vuol dire che prima o poi ci penserò, io vivo oggi, non prima o poi-

-Va bene, va bene non incazzarti, spiegami come fai a vivere-

-Respirando,......-

-Spiritoso!-

-Sono abbastanza bravo sia come tornitore che come fresatore, comunque in generale so cavarmela bene nella lavorazione dei metalli. Così trovo abbastanza facilmente lavoro per qualche giorno o settimana, soprattutto nelle piccole officine. Poi so tappezzare, imbiancare, insomma un sacco di piccoli lavori che mi aiutano a sopravvivere abbastanza bene. Non mi lamento-

-Ti sei mai trovato senza lavoro?-

-Qualche volta sì-

-E cos'hai fatto?-

-L'ho cercato finché non l'ho trovato-

-E senza soldi?-

-Senza nel senso assoluto mai, pochissimi sì. In genere però mi succede dopo un colpo di fortuna.-

-Come sarebbe?-

-A volte capita di guadagnare, con relativamente poco lavoro, una discreta sommetta, così ti senti ricchissimo e ti abbandoni a orge folli, per finire di trovarti senza soldi in men che non si dica-

-Mi faresti un esempio?-

-Fammici pensare... ah ecco, qualche tempo fa ho montato una serratura di sicurezza, finito il lavoro altri inquilini mi hanno chiesto se potevo metterle anche a loro. Ne ho piazzate sei, non solo ma il preventivo che avevo fatto era in base al prezzo della serratura comprata in una ferramenta, invece aspettando la conferma della prima ho scoperto un grossista che mi ha venduto le stesse serrature scontate del 30%: per farla breve mi son guadagnato in tre giorni più che se avessi lavorato quindici. Peccato che capiti raramente, lavorerei solo sei-sette giorni al mese-

-In genere fai in fretta a procurarti un nuovo lavoro?-

-Quasi sempre in due-tre giorni, le piccole officine sono sempre la mia salvezza-

-Come mai?-

-Semplice: per una ditta piccola (quattro, cinque persone anche una decina) se un operaio si ammala può essere un guaio, oppure capita una commessa improvvisa da consegnare alla svelta, così un tizio che lavora solo il tempo necessario a loro fa comodo, a me anche, e siamo contenti tutti e due-

-Adesso cosa fai?-

-Mi sto facendo alcuni appartamenti... non guardarmi così non li devo scassinare... devo solo tappezzarli-

-In media quanto tempo lavori nello stesso posto?-

-Boh... difficile dirlo, a volte una settimana o due, a volte due o tre giorni, dipende, non è raro che mi fermi abbastanza a lungo: tre-quattro mesi. Una volta ci son rimasto quasi un anno: il lavoro era interessante così ci sono rimasto abbastanza volentieri-

-Perché te ne sei andato? Ti eri stufato?-

-Sì, forse mi ero anche un po' rotto, sempre le stesse facce... uno si scoccia...-

-Hai detto forse... ci sono state altre ragioni?-

-Non ti sfugge niente.... Si ci sono state altre ragioni. La ragione principale è stata il fatto che il padrone della baracca voleva assumermi regolarmente: mutua, marchette per la pensione ecc.... allora ho capito che era ora di andare a cantare in un altro cortile-

-Non mi riesce di capire perché ti dia tanto fastidio avere una serie di sicurezze? Voglio dire sapere che se ti ammali potrai essere curato senza spendere soldi, che continuerai a riscuotere lo stipendio...-

-Innanzitutto una precisazione: non odio avere un lavoro regolare, come tu lo chiami, semplicemente mi piace di più vivere alla giornata. Questa però non è una spiegazione, anzi è una spiegazione che probabilmente non ti soddisfa. Il fatto è che non ho mai cercato una spiegazione: vivo così punto e basta. Anzi perché non provi tu a darmi delle ragioni per cambiare?-

-Va bene ci provo. Per il fatto che tu lavori senza regolare assunzione i soldi che ti danno non devono essere segnati sul libro-paga?-

-Mi pare evidente-

-Come credi riescano a pagarti senza segnare il tuo salario nelle spese?-

-Semplicemente non fatturando parte dei prodotti-

-Questo vuol dire che tu li aiuti ad evadere sia l'IVA che le tasse. Non ti sembra che finisci per essere un prezioso alleato di chi da sempre ci sfrutta? Ti sembra di fare un buon servizio ai lavoratori?-

-Non sapevo che i lavoratori incassassero le tasse-

-Non fare il furbo, sperando di cavartela con una battuta-

-Non faccio il furbo, dimmi un po' chi intasca le tasse?-

-Lo Stato-

-Ti sembra che lo Stato sia un grande amico dei lavoratori? A me sembra proprio di no, perché mai dovrei aiutarlo ad incassare più soldi? Si arrangi, non sono affari miei-

-Non ti sembra di essere un po' qualunquista?-

-Da quando per non essere qualunquista bisogna aiutare lo Stato a riscuotere le tasse?-Non voglio dire questo, voglio dire che così lo Stato ha sempre la scusa per non fare le riforme-

-Io non sono un riformista, sono anarchico-

-Non vorrai mica dirmi che ti incazzi se lo Stato costruisce le case per i lavoratori?-

-Non ci penso nemmeno-

-Allora sei d'accordo che bisogna lottare per le riforme?-

-Manco per le palle. Una cosa è lottare per avere la casa o per qualsiasi altra cosa, altro è farlo chiedendolo allo Stato. Invece di chiedere, impariamo a prendere, cominciamo a prendere in considerazione l'idea di fare a meno dello Stato-

-Va bene, va bene lasciamo perdere, mi sembra che ci stiamo allontanando dal succo della discussione, cioè il lavoro nero, anzi il tuo lavoro nero. Proprio non mi riesce di capire.... Non pensi che così facendo eviti allo Stato delle grane? Voglio dire: più ce ne sono come te e meno lo Stato è obbligato a pensare come garantire loro certi diritti; esempio: se sei regolarmente assunto lo Stato è obbligato in qualche misura a garantirti l'assistenza medica in caso di malattia, è obbligato a tirar fuori i soldi quando sarai in pensione ecc.... Non solo, ma quando non fa fronte ai suoi impegni puoi piantar casino, farne riscontrare le contraddizioni, in pratica se sei in regola puoi dire alla gente che l'assistenza medica è una merda, che le pensioni sono pensioni di fame, ma nel tuo caso che cazzo vai a dire alla gente? Cosa risponderesti se ti dicessero: cos'hai da brontolare tu che non hai mai versato una lira?-

-Tu sostieni che lo Stato è ben contento che ci siano quelli come me. Io penso esattamente il contrario. Intanto uno Stato efficiente è uno Stato che riesce a controllare la vita del maggior numero possibile dei suoi sudditi, da quando nascono a quando muoiono. Quindi vuole istruirli, educarli, farli lavorare, curarli, facendogli pagare le tasse ecc.. Quando queste cose non le fa, non è per cattiva volontà ma per inefficienza-

-Non vorrai mica dirmi che lo Stato vorrebbe far pagare le tasse a tutti, magari anche ad Agnelli?-

-Sì, solo che non ci riesce-

-Non sono convinta, comunque continua-

-Ti stavo dicendo che lo Stato vorrebbe controllare il più possibile la vita dei suoi sudditi. Bene, quelli come me sono meno controllati, perché meno controllabili, perché meno condizionati perché meno condizionabili-

-Devi dimostrarlo-

-Ci proverò con alcuni esempi: se io so che in caso di malattia mi basta telefonare al medico della mutua, sono naturalmente portato a delegare completamente le cure della mia salute. Nel mio caso invece sono costretto a pensarci in prima persona, sai benissimo quanto sia importante conoscere il proprio corpo per evitare ad ogni piccolo malanno di dover ricorrere prima al medico poi al farmacista-

-Non venirmi a dire che puoi fare a meno del medico e delle medicine-

-Certamente no, perlomeno non completamente. Però so che in molti casi è sufficiente un po' di conoscenza, per non essere costretti a delegare completamente al medico la propria salute. Così, con alcuni semplici accorgimenti, si può evitare di ingurgitare, anche per un semplice raffreddore, antibiotici: è noto che spesso i benefici non ti ripagano dei danni. Non ti è mai venuto in mente che le medicine vengono prodotte non per curare le malattie ma per il profitto, più precisamente per il potere dei managers delle industrie farmaceutiche? Non solo, non ti sei mai chiesta come si sono arricchite queste industrie? Credo che il maggior cliente sia la Mutua, e lo sai che molte industrie farmaceutiche hanno capitale almeno parzialmente statale?-

-Stai divagando, mi stavi parlando di medici e medicine-

-Insomma voglio dirti che per il fatto di non godere di certi servizi sono obbligato a pensare a come risolvere quei problemi che mi si possono presentare. Non ci avevo mai fatto caso, ora che tu mi ci fai pensare, mi accorgo di guadagnarci in libertà, in creatività, in fantasia. Certe volte sbatti la testa perché non sai risolvere un problema; e magari la soluzione e lì davanti al naso, basterebbe l'abitudine ad arrangiarsi, in fondo arrangiarsi è un mestiere...-

-Non capisco, spiegati meglio-

-Ti faccio un esempio: se tu devi riparare una sedia e non hai mai avuto l'occasione di trovarti in un simile frangente magari sprechi tutta una giornata per fare un lavoro di due minuti. Un falegname, con il cervello allenato a risolvere quei problemi, in due minuti lo risolve... ora se tu sei abituata a delegare la tua vita alle istituzioni succede la stessa cosa che riparare la sedia-

-Mi sembra di capire che vedi con diffidenza il pagamento del tuo lavoro in natura. Risparmiami la battuta, per natura intendo servizi-

-Personalmente sì, sono convinto che i servizi sono un mezzo per non farti pensare. È quello che ti dicevo prima: lo Stato pensa a te dalla culla alla cassa da morto. Niente preoccupazioni, ma anche rinuncia a decidere della propria vita-

-Credi che se ti dessero soldi al posto dei servizi saresti più libero?-

-Liberi, si è o non si è: probabilmente avresti possibilità o necessità di pensare, visto che con i soldi devi procurarti il necessario per vivere-

-Non venirmi a raccontare che saresti libero di spenderli come vuoi. Non pensi a quanti condizionamenti psicologici ti creerebbero, sono convinta che finiresti per spenderli come vuole il potere-

-Credi forse di avere meno condizionamenti non avendo nemmeno la libertà teorica di poter decidere se andare da questo o quel dottore? In ogni caso lascia che il sistema sia costretto ad inventare qualcosa per condizionarti, non rendergli la vita più facile. Non solo, ma lo Stato, dandoti sempre più servizi, espande il suo apparato burocratico, e tu sei costretta a lavorare per mantenerlo. Così mi sembra di contribuire ad essere sempre più "cornuto e mazziato"-

-Senti, non hai paura della vecchiaia? Possibile che non ti riesca di pensare serenamente a garantirti la sopravvivenza per quando non sarai più giovane?-

-Quanti anni hai?-

-Ventitre, ma questo che c'entra?-

-E io sarei quello che ha paura della vecchiaia? Io che ho tredici anni più di te, me ne sbatto allegramente di quando sarò vecchio, tu invece pensi già a garantirti una vecchiaia serena... tu sei già vecchia anzi non sei mai stata giovane...-

-Va bene, va bene, però mi lasci parlare lo stesso? Adesso sei tu che mi guardi come se volessi impiccarmi-

-Una mezza idea ce l'ho-

-Vedi di fartela passare e lasciami continuare. Volevo dire: avere un'occupazione regolare significa non essere continuamente assillato dal problema della sopravvivenza, quindi più sereno, dovrebbe cioè essere più facile fare attività politica. In pratica senza la sicurezza della sopravvivenza non si ha nemmeno la serenità necessaria per poter pensare, io credo che un buon militante è tale se è un individuo sereno. Spero di essermi spiegata-

-Perfettamente. Io credo che il diavolo non sia poi così brutto come lo si dipinge. Mi sembra di capire che tu immagini la mia vita come un continuo correre alla disperata ricerca del "soldo per fare la lira". Ti assicuro che non è così, è una questione di abitudine. Ti ricordi quello che ti dicevo a proposito della sedia rotta e del falegname? In pratica la mia è la vita di un buon artigiano nel mestiere di arrangiarsi, cioè di vivere alla giornata. Niente di più-

-Non puoi negare però che avere un lavoro regolare offre tutta una serie di vantaggi che tu non hai. Un esempio: con un po' di furbizia puoi startene in malattia per qualche settimana a volte qualche mese, pagato senza dover lavorare, e puoi farti i cazzi tuoi-

-Ma tu non eri quella che mi accusava di contribuire a non far pagare le tasse così davo allo Stato la scusa per non fare le riforme?-

-E tu non sei un nemico dello Stato? Contribuisci a rovinarlo, battute a parte vorrei una risposta, si sta facendo tardi-

-Mi hai spiegato i vantaggi che te ne vengono dal fatto di avere un lavoro regolare. Quel che io sto cercando di farti capire è che i vantaggi non sono accettabili in quanto tali, ma vanno invece visti alla luce del valore che tu dai loro. Per essere più chiaro: non sta scritto da nessuna parte che quello che per te è un vantaggio debba necessariamente esserlo anche per me-

-Puoi farmi un esempio?-

-Si. Tu mi hai detto: quando non ho voglia di lavorare vado dal dottore, gliela racconto e mi faccio dare alcuni giorni di riposo. Bene: io invece senza dover chiedere il permesso del signor dottore sto a casa lo stesso-

-Non venirmi a raccontare che tutte le volte che vuoi puoi non andare a lavorare. Sono sicura che tante volte ci sei costretto anche se non ne hai voglia o senza averne la necessità-

-Certo, ma anche tu non puoi startene in malattia tutte le volte che vuoi-

-Certo però quando ci riesco mi pagano; tu invece?-

-Io invece se voglio i soldi debbo andare a lavorare-

-Allora come la mettiamo?-

-Come la mettiamo, la mettiamo che io quando decido di non andare a lavorare lo faccio senza essere costretto a chiedere il permesso delle istituzioni, e questo mi ripaga del fatto di non essere pagato. Tu invece il permesso devi chiederlo inventando balle, e sei ripagata dal fatto che i soldi te li danno lo stesso. Stringi stringi, è una scelta personale-

-Sarà, ma per me tu ti crei dei problemi morali. Come se il fatto di arrangiarti ti facesse sentire più a posto con la coscienza-

-Sì, forse è anche vero, ti sembra una cosa così brutta?-

-Brutta no, visto però che questa società la combatti non vedo perché non dovresti cercare di prendere il più possibile, dando solo quando sei costretto-

-Te l'ho già detto, è una scelta, un modo diverso di intendere la propria vita, il proprio comportamento; un valore diverso che si dà ad alcune cose-

-Sbaglio o condanni quelli che si comportano come me?-

-Nemmeno per idea, semplicemente non ne condivido le scelte-

-Senti, io ti ho detto che faccio così perché lo trovo più comodo: tu invece?-

-Io invece dico che trovo più bello, più divertente, il mio-

-In soldoni che vuol dire?-

-Vuol dire: riuscire ad arrangiarmi senza chiedere il permesso a questo o a quell'ufficio, non essere schedato nei loro registri, non dover essere costretto ad inventar balle per andarmene in camporella, insomma fottermene della loro burocrazia: mi fa sentire più libero, più padrone di me stesso. Forse è solo un'illusione, magari sono ancora più fottuto (comunque è da dimostrare), in ogni caso una cosa taglia la testa al toro: così mi piace di più. Non solo, ma così come fai tu mi sentirei un eterno assistito, come un paralitico che è costretto a chiedere sempre aiuto a qualcuno-

-Scommetto che ce l'hai con quelli che fanno casino perché lo Stato non garantisce loro il "diritto al lavoro"-

-Sì, mi manda in bestia la mania di chiedere allo Stato, cioè al proprio nemico, di garantirgli la vita-

-Potrebbe essere un modo per dimostrare l'incapacità dello stato di garantire la vita dei suoi cittadini-

-Se così fosse potrei anche essere d'accordo: il guaio è che questa pratica si traduce in una continua delega della propria vita-

-Cosa pretendi, che tutti facciano come te?-

-Io non pretendo niente, cerco solo di spiegarti come la penso. Comunque cerco di vivere il più possibile in coerenza con me stesso. Odio lo Stato e se non mi cerca faccio di tutto per evitare di incontrarmi con lui; s'intende sul piano strettamente personale, sul piano della lotta cerco di non farmi sfuggire l'occasione di combatterlo-

-Vuoi forse dirmi che cerchi di non giustificare l'esistenza dello Stato con il tuo comportamento?-

-Qualcosa del genere-

-Però hai il passaporto, la patente, ecc.-

-Ho detto che cerco, non che ci riesco sempre-

-Ho capito, andiamo a dormire-

-È meglio-

-Allora ci vediamo domani?-

-Sì, a che ora?-

-Quando vuoi-

-Non vai a lavorare?-

-Visto che ho la mutua la sfrutto. E tu?-

-Inventerò una balla al tizietto dell'appartamento da imbiancare-

-Ma non eri quello che faceva la morale sui mezzucci?-

-Touché-