Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 7 nr. 61
novembre 1977 - dicembre 1977


Rivista Anarchica Online

Il crepuscolo dei "circoli"
di Loredana e Roberto del Nucleo Libertario Crescenzago

L'esperienza di due compagni della periferia milanese.
Dopo la contestazione della "prima" alla Scala di Milano, momento culminante del loro sviluppo e della loro notorietà, i "circoli giovanili" sono entrati in crisi - Le gravi responsabilità dei partitini marxisti, tutti tesi a strumentalizzarne le lotte - Il ruolo degli anarchici contro nuovi burocrati e falsi delegati

I Circoli Giovanili bene o male costituiscono un momento di aggregazione e di organizzazione contro l'emarginazione e l'alienazione dei quartieri vissuta specialmente in periferia nei "bar-ghetto".

Le tematiche del "tempo libero" e del "riprendiamoci la vita" sono alla base del loro discorso politico. Questo nostro intervento vuole far conoscere la nostra esperienza personale per poter scambiare informazioni, opinioni, giudizi che possano uscire dalla soggettività per realizzare una analisi più approfondita delle forme di organizzazione e di contestazione. Anche noi come tanti altri "giovani di periferia" abbiamo vissuto un periodo in quei famosi "ghetti" chiamati "bar", in una "compagnia" dove si parlava di sports, di musica, di piccole avventure amorose o di litigi. L'insoddisfazione, la noia, l'alienazione, la mancanza di un'alternativa hanno sempre caratterizzato questo ambiente per la maggior parte dei giorni monotono ed apatico, in cui l'unica vera alternativa è trovarsi una ragazza o un ragazzo o, peggio ancora, divertirsi a fare il play-boy.

L'incomunicabilità e la frustrazione dovuta a repressione sessuale sono gli elementi costanti di questi ambienti, e soprattutto i ragazzi cercano una valvola di sfogo, principalmente nello sport.

Veniamo a sapere che in quartiere era nato un Circolo Giovanile e (tramite un amico della nostra compagnia che già c'era entrato) incominciamo ad interessarci a questa iniziativa anche se all'inizio, specialmente da parte mia (Roberto) vi era dello scetticismo, poiché fin dall'inizio mi accorsi che il circolo agiva sotto l'influenza e la spinta di alcuni "compagni" di Avanguardia Operaia. Comunque vi partecipammo sempre più attivamente. Intanto il circolo giovanile si allargava, arrivando a contare circa 50 persone, si fece un'occupazione di un Centro Sociale e si creò un giornalino di quartiere. Ma l'iniziativa cominciò a perdere di interesse mancando la sua premessa di alternativa alla vita di quartiere, a un rapporto realmente nuovo che coinvolgesse in prima persona tutti i compagni interessati. Infatti in breve tempo il circolo giovanile dopo parecchi contrasti interni al di là di episodi marginali che hanno avuto la loro importanza si sciolse diventando a tutti gli effetti una cellula di A.O.. Così, molti compagni furono bruciati per costruire questa cellula che contò una quindicina di persone, mentre tutti gli altri non si fecero più vedere rimanendo scazzati o se ne andarono in cerca di altre iniziative. Concludendo il circolo giovanile servì come base di arruolamento per un gruppo politico. Il circolo giovanile fu utilizzato per poter penetrare nelle varie compagnie di quartiere e fare opera di arruolamento degli elementi di "sinistra" o dei più politicizzati. Fregati a tutti gli effetti dal punto di vista politico e anche da quello dell'amicizia, poiché l'amicizia essendo solo un mezzo per "contrattarti", una volta finito il "contratto", finiva anche l'amicizia visto che il "personale è politico". Quelli in cerca di altre iniziative, tra cui noi, cercarono di organizzarsi e venendo a sapere di una nuova occupazione (fatta da una delle solite compagnie del quartiere, stanca di trovarsi al bar) ci parteciparono. Era questo una compagnia numerosa dove esistevano tutte le tendenze: l'autonomo, l'anarchico, il demo-proletario, il qualunquista, il cristiano, ecc. ecc.... uniti solo dal fatto di essere giovani e da una amicizia superficiale. In questo nuovo circolo riuscimmo a coinvolgere, vista la lezione avuta, alcuni compagni, ma il succo non cambiava, infatti si assistette a lotte interne tra A.O. e M.L.S. che tentarono di egemonizzare il circolo e di avere l'appoggio dei cosiddetti "cani sciolti",. Conclusioni: il circolo si sciolse e lo stabile occupato fu preso in mano dal consiglio di zona e dal PCI. Con questa realtà anche noi vivemmo il boom dei circoli giovanili dall'autoriduzione alla nascita del coordinamento, dallo spaccamento al fatidico "7 dicembre". Il "coordinamento" coinvolse tre circoli della nostra zona.

Due gli abbiamo già visti, ora due parole anche sul terzo, che nel giro di alcuni mesi si sciolse, ed anche qui, a detta dei compagni che presero contatti con noi, per l'opera prevaricatrice dei vecchi amici-compagni della nuova cellula di A.O.. Ci ricordiamo un particolare grazie al quale coinvolgemmo maggiormente i compagni che si erano avvicinati a noi: avevamo costituito un Nucleo Libertario, non avendo più un posto dove ritrovarci, andammo in questo circolo a chiedere ospitalità almeno una volta alla settimana per le riunioni: dai più autorevoli ci fu risposto che non ci potevano accettare perché eravamo un'"organizzazione politica" (sic!) e che se volevamo e dovevamo fonderci con loro. Logicamente rifiutammo proprio perché il Nucleo era nato come esigenza di vari compagni isolati nel quartiere e nei Circoli o di fuoriusciti dagli stessi, per poter portare finalmente anche noi la nostra opinione, il nostro modo di vedere le cose, rifiutando la pratica politica fino ad allora portata avanti, dato che i Circoli non ci permettevano la gestione di un nostro spazio.

Ma torniamo al coordinamento dei circoli. L'episodio più illuminante avvenne quando un militante di A.O. divenne rappresentante delegato della nostra zona, il fatto destò non poco scalpore perché non si sa bene chi delegò questo "compagno" visto che nel nostro circolo né nell'altro si parlò mai di questa delega, forse fu nominato dalla sua cellula.

Dall'esperienza avuta possiamo affermare che i circoli giovanili furono pompati consapevolmente dalle varie organizzazioni le quali vedevano nascere "carne da arruolamento" (non per niente avvenne la spaccatura dei circoli in "proletari e non", oggi i "grigi" ed i "creativi"). Ma una volta constatato che la "tigre" non poteva più essere cavalcata, l'abbandonarono a se stessa, e non c'è da meravigliarsi del crollo improvviso dei circoli giovanili specialmente dopo le bastonate del 7 dicembre per la protesta alla Scala. Da quel giorno i circoli giovanili esistettero solo sui giornali e dopo tanti ripensamenti, conferme, sconfitte, contraddizioni, i Circoli, capita la lezione (o almeno si spera), tentano di coordinarsi, di riprendere il discorso del tempo libero e dell'impegno nei quartieri come giovani organizzati, emarginati, disoccupati. Oggi nel nostro quartiere è nato un nuovo circolo con le motivazioni di tutti gli altri nati prima, ci auguriamo che dopo due anni non si ripetano gli stessi errori. Però questa volta noi come Nucleo Libertario di Crescenzago, con alle spalle questa nostra esperienza e stanchi delle fregature e della politica verticistica, cercheremo di impedire che questa nuova iniziativa ricada nelle mani dei vari gruppi o partitini e che mantenga la sua base autonoma e pluralista per portare avanti una lotta decisa dai non dai giovani dirigentelli.

Riprendiamoci la vita ma sul serio!