Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 43
novembre 1975 - dicembre 1975


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Il week-end dei potenti

Nei saloni del castello di Rambouillet si sono incontrati, a metà novembre, i rappresentanti dei cinque paesi più industrializzati del mondo occidentale.
Accanto a Ford, Giscard, Schmidt, Wilson e al giapponese Miki sedeva un po' imbarazzato, con l'aria-di-quello-che-non-ci-entra il Ministro Aldo Moro invitato a quel vertice più per ricevere ordini che per formulare soluzione ai problemi sul tappeto.
Numerosi sono stati problemi affrontati ma scarse sembra siano state le soluzioni proposte: ognuno ha detto la sua, ognuno ha cercato di far capire agli altri le proprie esigenze e tutto è rimasto come prima. Il comunicato finale congiunto infatti, al di là degli auspici e delle affermazioni altisonanti, non contiene nessuna formulazione concreta. Esso dice che "l'obiettivo deve consistere in una crescita stabile e duratura: così la fiducia dei consumatori e delle imprese sarà ristabilita". Ci voleva veramente un vertice per una dichiarazione così azzeccata! Ma le amenità non si fermano qui; sempre nel comunicato leggiamo: "Non permetteremo che la ripresa fallisca e non accetteremo una nuova fiammata inflazionistica". Ora è arci-noto che la "fiammata inflazionistica" è stata solo in parte contenuta con una politica recessiva che ha portato al licenziamento o alla cassa integrazione di decine di migliaia di lavoratori. Ma "i cinque grandi più uno" si dicono sicuri dell'avvenire, tanto più che "la ripresa e bene avviata".
L'unico punto su cui sembra abbiano raggiunto un accordo riguarda i rapporti monetari. Non solo si parla a delle necessità di una maggiore stabilità dei cambi, ma si accenna ad un impegno comune per contrastare le manovre speculative, impegno che verrebbe attuato con l'intervento delle banche centrali di fronte ad aumenti o cali eccessivi del valore del dollaro. Anche se il comunicato ufficiale non parla di cifre sembra che oltre il 10% di variazione rispetto alle monete europee (esclusa la lira) e allo yen giapponese ci sarà un quasi automatico intervento degli istituti di emissione per evitare oscillazioni maggiori.
Sull'energia il presidente degli U.S.A. ha proposto di stabilire un prezzo minimo (floor price) al consumo del petrolio. Questo "prezzo minimo" dovrebbe aggirarsi intorno ai 7 dollari a barile, mentre il prezzo da pagare ai paesi produttori resterebbe libero. In questo modo Ford pensa di poter rendere competitiva l'energia nucleare e di avviare un processo di rinnovamento in campo energetico. Però, solo l'inglese Wilson si è dichiarato favorevole, mentre gli altri partecipanti hanno solo promesso di prendere in considerazione la proposta. Ford, per indurre ad accettare il suo progetto, ha anticipato che gli U.S.A. contribuirebbero alla costruzione di centrali nucleari in Europa.
Sul rinascente protezionismo i sei sono dell'idea di mantenere un "sistema aperto di scambi" ma quando Wilson ha tenuto a precisare di non poter escludere il ricorso a "controlli selettivi sulle importazioni" nessuno ha ribattuto ad una affermazione che contraddiceva il comunicato ufficiale. In definitiva questo week-end di potenti si è concluso con un nulla di fatto. E questo per noi è già un dato positivo.

Anonimo