Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 42
ottobre 1975


Rivista Anarchica Online

Il ruolo del P.C.P.
di Julio Figueiras

Lettera dal Portogallo.

L'autore di questo articolo - Julio Figueiras - è già noto ai nostri lettori, avendone noi pubblicato una lettera dal Portogallo (cfr. "A" 30) nonché l'intervista rilasciata nel luglio dello scorso anno al nostro inviato a Lisbona (cfr. "A" 31). I nostri lettori si ricorderanno pertanto che Figueiras, dopo aver intrapreso la carriera militare e raggiunto il grado di ufficiale, aveva disertato ancora al tempo di Salazar ed era riparato in Francia, accostandosi al movimento anarchico: ora è tornato definitivamente nel suo Paese, ove partecipa attivamente alla vita del movimento anarchico.

Da molto tempo vediamo il Partito Comunista comportarsi come un padrone. Domina l'Intersindacal, partecipa al governo, influenza decisamente larghi settori dell'Esercito e controlla parzialmente l'informazione. Inoltre, l'influenza che esercita sulla classe operaia concentrata attorno a Lisbona e sul proletariato dell'Alentejo gli assicura un sostegno popolare al riparo di tutto. Improvvisamente gli stessi osservatori sono rimasti impressionati dalla rapidità con cui il P.C.P. ha perso forza e influenza durante l'estate, in poche settimane o mesi, passando da figura di punta della situazione portoghese a quella di semplice comparsa da rivista.
Gli atti più spettacolari di questa inversione di tendenza sono stati, certamente, i pogroms anti-PC al nord e nel centro del paese. Se è vero che la reazione tradizionale è potente - la Chiesa, i capi ed anche i resti della vecchia nobiltà di provincia - ciò spiega tutto, come le attività "sovversive" dei fascisti portoghesi a partire dalla Spagna non sono le responsabili dell'attuale disaffezione del popolo.
Bisogna sapere che certe regioni in cui il PC ha preso piede (Aveiro-Porto, ecc.) sono state i bastioni della lotta antifascista durante il regime di Salazar. È bene sapere anche che da un anno e mezzo i vari governi succedutisi niente hanno fatto in favore della gente del nord, di questi contadini che arano pacificamente il loro pezzo di terra tramandato loro da secoli e che (se è vero che Salazar aveva abilmente giocato sui prezzi per non attingere all'imposta fondiaria), non sarà certo inviando soldati arroganti nel ruolo di "rivoluzionari" - che Lisbona aveva dato loro, non sarà comportandosi come in un paese conquistato che si riuscirà ad avere il sostegno di queste masse di poveri che, da sempre, ingrossano le fila dell'immigrazione. Lo stato di rivolta del centro-nord del paese è stato un po' una alzata di scudi degli umili che vivono nelle capanne, degli eterni lavoratori della terra, contro il moderno funzionario di Stato che gli impone il "progresso" a colpi di decreti e di un linguaggio a loro estraneo, se non a colpi di fucile. Se a tutto questo si aggiunge il controllo partigiano del PC sul Credito Agricolo, la crisi economica e il ritorno di migliaia di pièds noirs dall'Angola, Mozambico, ecc. potremo avere un'idea complessiva delle cause che hanno provocato questa estate calda e che hanno spazzato via d'un sol colpo le più azzardate pretese comuniste.
Il P.C.P., senza possibilità legaliste o elettorali, si era gettato letteralmente sull'Esercito e sull'apparato statale per animarli. Oggi è il PC stesso che comincia a subire delle epurazioni e che perde, uno dopo l'altro, i sindacati spinti dall'ondata anti-PC. Di colpo delude numerosi rivoluzionari onesti che lo scavalcano a sinistra, andando a rafforzare notevolmente l'estrema sinistra, maoista e non. Il PC perde i colpi. O finirà in vergognose posizioni o si aggrapperà, una volta ancora, alle sottane di coloro - militari e civili - che vedono il socialismo attraverso le lenti di una dittatura del "terrore rosso", in cerca di una sedia qualsiasi.
Il governo attuale (da ottobre) cerca l'autorità per imporsi. Con l'appoggio del P.S.-P.P.D. ecc., e della maggioranza dei quadri dell'esercito vuole metter fine alla mancanza di disciplina nelle caserme, alle rivendicazioni "selvagge" e cerca di appoggiarsi al capitale europeo per rilanciare l'economia. Programma di "stabilizzazione", come si vede, cioè come "lo sforzo di ricostruzione nazionale" dopo le conquiste popolari della Liberazione in Italia. Resta da vedere se sarà capace di farlo senza scontrarsi violentemente con l'estrema sinistra dotata di armi e di sostegni importanti nell'esercito.
Ma tutte queste "crisi" politiche riguardano il potere e coloro che vogliono appropriarsene. Le masse lavoratrici restano sempre più estranee a questi conflitti. Nel frattempo le imprese autogestite e le cooperative continuano ad esistere, le commissioni popolari di quartiere e di imprese possono ancora reagire alla tutela partigiana.
Noi anarchici vediamo purtroppo restringersi il nostro terreno di intervento. Ma è per conquistarci nuovi spazi che dobbiamo continuare i nostri sforzi, poiché altrimenti restano soltanto la logica del partito, delle manipolazioni e dell'autorità.
Noi dobbiamo, d'altra parte, mirare a scadenze più lunghe: alla formazione di nuove generazioni di uomini liberi e al modo di garantire, di fronte a tutte le bufere politiche, la continuità della nostra presenza anarchica.

Julio Figueiras