Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 39
maggio 1975


Rivista Anarchica Online

Paolo Schicchi individualista?

Cari compagni di "A",
l'articolo di Mirko Roberti "Sulle orme di Stirner" (cfr. "A 37") mi è sembrato poco esauriente nella trattazione dell'individualismo nell'anarchismo.
Lo Schicchi poi è menzionato con aria di sufficienza, come dire "un personaggio troppo bizzarro" e come tale non può interessare gli anarchici d'oggi appunto perché "inquadrabile".
Non mi pare che lo Schicchi si fosse dato la qualifica di "individualista". Era anarchico e ciò gli bastava: pagò sempre di persona per i suoi atti di rivolta individuale e fu strenuo difensore dell'anarchismo eroico. Era un uomo molto coraggioso, aveva la stoffa dell'eroe e il culto della forza ed era sempre pronto all'azione in primissima fila; non venne mai a patti con il nemico e non vacillò mai di fronte a qualsiasi pericolo. Era altruista e generoso, e fece olocausto della propria vita in circa settant'anni di apostolato anarchico. Bisogna pur dire che fu incline (qualche volta esagerando) alla polemica personale contro i deboli, i deviazionisti e gli opportunisti di qualsiasi tendenza. Ecco l'uomo: una figura più unica che rara, più facile ad essere ammirato chi imitato, e, certamente, se noi la ammiriamo non possiamo, allo stesso tempo, farcene un idolo.
Più che individualista lo Schicchi fu anti-organizzatore, e lo studioso Maurizio Antonioli diede un'interpretazione molto obbiettiva della posizione schicchiana contro la tendenza organizzatrice che faceva capo a Merlino e Malatesta verso il 1890. Ecco dunque quanto l'Antonioli scrive: "... più che individualismo vero e proprio, quello dello Schicchi era una diffidenza verso tutte le strutture organizzative; era la risposta estrema alla tendenza gerarchica, legalitaria, "democratica" del socialismo dei Costa e dei Turati e dava corpo al timore, già manifestato dal Cafiero e dal Costa nei loro ultimi anni, che l'organizzazione diventasse una gabbia per il movimento rivoluzionario" (Storia Illustrata, ottobre 1973, pag. 100). Saluti fraterni

Michele Corsentino (Londra)