Rivista Anarchica Online
Mito e realtà delle Comisiones Obreras
Lotta di classe e compromesso storico in Spagna. L'acutizzarsi dello scontro di classe negli ultimi
mesi ha portato in primo piano il problema dell'organizzazione
delle lotte dei lavoratori spagnoli - La stretta connessione fra lotta politica e lotta sindacale alla luce delle
prossime elezioni nel sindacato verticale del regime - La politica collaborazionista del Partito Comunista
Spagnolo si realizza anche tramite la strumentalizzazione delle Comisiones Obreras - La scelta
astensionistica
dei gruppi rivoluzionari in Spagna in vista delle prossime elezioni sindacali.
L'agitazione sociale in Spagna s'è sviluppata in modo
sorprendente nelle ultime settimane. Pamplona, Bilbao,
Barcellona, sono stati i punti dove la lotta s'è manifestata con intensità maggiore e che
hanno maggiormente
attratto l'attenzione, per le masse di lavoratori mobilitati. Ma anche altre zone industriali non sono rimaste
indietro quanto a scioperi. Così la tenace lotta rivendicativa passata per tanti anni sotto
silenzio, è riuscita finalmente, nonostante evidenti
limiti e deformazioni, ad ottenere il diritto all'informazione nazionale. Bene o male, infatti, la stampa
spagnola,
oggi, riferisce e commenta gli scioperi; questo significa - è importante sottolinearlo - che il
movimento operaio
recupera alla luce del sole quell'energia posseduta prima che la vittoria militare-fascista lo perseguitasse
in modo
criminale e lo costringesse a rifugiarsi nelle catacombe. Non dobbiamo tuttavia nasconderci i pericoli che
incombono sul proletariato in questa fase di ricostruzione. L'esperienza franchista di organizzazione
sindacale
verticale, fallita completamente come tentativo di liquidazione della lotta di classe, conserva tuttavia una
certa
attrattiva come struttura per una futura centrale sindacale unitaria (si veda, ad es. la recente "legge
sindacale"
portoghese; N.D.T.): l'unità è, in sé, un'idea seducente, perché in essa
sta la forza. Ma è altrettanto certo che di
essa si servono come di uno specchietto per le allodole coloro che, invocando l'emancipazione operaia,
in realtà
mirano solo ad imporre un monopolio totalitario. Diversi anni fa ci furono alcuni sindacalisti ingenui
che si lasciarono abbagliare dalle possibilità apparenti d'usare
l'aborto sindacale verticale come strumento di formazione e di miglioramento economico dei lavoratori.
È questa
un'idea che certamente qualcuno cercherà presto di resuscitare, ma più che queste o altre
deviazioni folli senza
prospettive, ci preoccupa la vasta manovra avvolgente che, con la Coordinadora Nacional de
Comisiones
Obreras, va sviluppando il Partito Comunista per installarsi nei sindacati. Poco a poco il P.C.
avanza le sue pedine verso la conquista dell'organizzazione sindacale e, se certamente molti
non se ne rendono conto, molti altri se ne avvedono chiaramente ma confidano - e in questa fiducia sta
il pericolo
- che al momento opportuno potranno riguadagnare facilmente il terreno perduto. Sarà bene
invece che entrambi
si sveglino, altrimenti tutti dovremo pagare - e care, certo - le conseguenze. Fino ad un paio di anni
fa ci si poteva prendere gioco - ma noi di "Frente Libertario" non abbiamo mai commesso
questa leggerezza - della bluffistica propaganda che si faceva questa Coordinadora Nacional de
Comisiones
Obreras, perché si sapeva che in realtà non controllava affatto tutte le
Comisiones Obreras. Neppure oggi, per
fortuna, le controlla totalmente, tuttavia nei controlla un buon numero. Ad ogni modo, chi rappresenta
di fronte
all'opinione pubblica mondiale le Comisiones Obreras è la
Coordinadora del P.C.E. attraverso la sua
delegazione estera, che copiosamente alimentata e pubblicizzata, ha ottenuto un riconoscimento
internazionale
indiscutibile. Il suo ingresso, per via indiretta, nel B.I.T. (Ufficio Internazionale del lavoro) le ha
concesso una personalità
sindacale che, nonostante tutti i suoi sforzi, non era riuscita ad ottenere precedentemente in Spagna.
Come sia
stata portata a termine questa operazione redditizia è noto: la F.S.M. (Federazione Sindacale
Mondiale, di
obbedienza moscovita) garantì il suo ingresso come membro del "gruppo di lavoro". Non
poté, però, ottenere la
rappresentanza esclusiva del sindacalismo spagnolo - che era quello cui mirava - perché la
C.I.O.S.L.
(Confederazione Internazionale Operaia dei Sindacati Liberi) aveva avanzato contemporaneamente la
candidatura
della U.G.T. (Unione Generale dei Lavoratori, il sindacato socialista clandestino spagnolo), e la C.M.T.
(Confederazione Mondiale del Lavoro, ex internazionale cristiana alla quale appartiene la C.F.D.T.)
aveva fatto
lo stesso per la S.T.V. (il sindacato clandestino basco). Il risultato fu comunque positivo per la
Coordinadora,
perché i suoi "padrini" riuscirono a farla riconoscere con le Comisiones Obreras
comuniste, come una centrale
sindacale nazionale. Da quel momento chiunque abbia seguito attentamente l'evoluzione delle lotte
operaie in Spagna non può non
rendersi conto del fatto che la Coordinadora agisce ormai non solo come centrale sindacale
ma con la pretesa
di essere l'unica rappresentanza operaia, aiutata in questo, coscientemente o inconsapevolmente, da non
pochi
sagrestani progressisti e giornalisti opportunisti, o "politici", che, prendendo frettolosamente le distanze
dal
franchismo, vogliono guadagnarsi meriti per il post-franchismo. La tattica, come dimostra la
pubblicità data agli ultimi conflitti, consiste nell'ignorare gli altri gruppi sindacali e
sfruttare la loro pretesa "rappresentatività" per introdursi nella Organizzazione Sindacale
(falangista) con la scusa
della copertura legale. Dunque a queste Comisiones Obreras interessa più la
Casa de los Sindicatos che la
libertà sindacale. La fase decisiva si aprirà probabilmente con la prossima campagna
elettorale per i rappresentanti sindacali. Se
già in anticipo si sa che la Coordinadora vi parteciperà - come già
altre volte ha partecipato senza che la
imbarazzasse minimamente il boicottaggio astensionista decretato dalle vere organizzazioni sindacali
storiche -,
bisogna invece chiedersi quale sarà questa volta la posizione degli altri settori del movimento
operaio. Per quanto riguarda la C.N.T. non ci sono dubbi di sorta: astensione totale. La U.G.T.,
stando alle dichiarazioni
dei suoi rappresentanti ad una conferenza stampa tenutasi recentemente a Parigi, adotteranno, pare, la
stessa
posizione. Anche per quanto riguarda la S.T.V. si può supporre il medesimo comportamento.
Però ora, che ci
piaccia o no, ci sono altre correnti sindacali imballo: la U.S.O. (Union Sindacal Obrera),
la S.O.C. (Solidaridad
Obrera Catalana) e le Comisiones Obreras, influenzate dalla O.R.T.
(Organisation Revolucionaria de
Trabajadores). Può darsi che queste ultime ritornino al tira e molla di quattro anni fa,
cioè presentare candidati
dove convenga loro e boicottare le elezioni negli altri casi o perché non hanno possibilità
di successo o perché
per altri motivi non interessa loro partecipare. È probabile inoltre che alla U.G.T. e al S.T.V.,
nonostante i loro
propositi astensionisti, si pongano problemi locali e debbano accettare la partecipazione in alcune zone
di loro
influenza. Anche alla C.N.T. infine potrebbe succedere la stessa cosa. Mai, insomma, è stata
altrettanto pressante come ora la necessità di chiarire le posizioni sul terreno sindacale. Gli
errori di calcolo basati su influenze passate o su apparenti successi di una radicata presenza attuale
possono
portare gravi conseguenze. Abbiamo di fronte l'esperienza portoghese della "unicità" rivelatrice
del pericolo che
sovrasta l'intero movimento sindacale se persiste ad agire in ordine sparso. Contro il monopolio e per la
libertà
sindacale, bisogna rapidamente riallacciare le fila.
tradotto da "Frente Libertario" (febbraio
1975)
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