Rivista Anarchica Online
Ruba tu che...
Da diverse settimane lo scandalo dell'affare EGAM-FASSIO occupa un
posto di rilievo su tutta la stampa e alla
radio e alla televisione. Abbiamo letto e sentito " vibrate proteste", richieste di indagini, si è
tuonato contro il
malcostume di alcuni feudatari dell'impresa pubblica. In molti chiedono le teste dei
mariuoli colti in flagrante. Cos'è successo? Vediamo i fatti. Mario
Einaudi,
presidente dell'EGAM (una holding statale), d'accordo con Mario Valeri Manera, presidente della
Vetrocoke (una
azienda del gruppo EGAM), ha acquistato il 33,3% ma pare che la quota sia del 50%) della
società di navigazione
Villain & Fassio, pagando qualcosa come diciassette miliardi e mezzo. E fin qui nulla di strano,
anche se (e non è poco) l'EGAM dovrebbe occuparsi principalmente di gestire miniere;
il bello vien fuori quando si viene a sapere che il valore dell'intera società, secondo stime
attendibili, può arrivare
sì e no a dodici-quindici miliardi, e che inoltre la stessa società controlla due giornali di
Genova: "Il corriere
mercantile" e "La gazzetta del lunedì". A questo punto lo scandalo è pronto, ma
ciò che ci stupisce è proprio il clamore sollevato intorno al caso. Da
decenni siamo abituati a scandali e ad esempi di corruzione vistosa, ma quasi sempre un morbido manto
ha
ammantato ogni cosa sprofondando tutto nel silenzio. La classe dirigente italiana è maestra
nell'arte dell'insabbiatura e probabilmente anche il caso EGAM-Fassio, verrà
sepolto sotto un silenzio mafioso. Perché allora un così vasto numero di
parlamentari, socialisti e comunisti in testa, continuano imperterriti a
soffiare nel fuoco? La risposta, crediamo, è abbastanza semplice: i destinatari dei soldi
dell'Erario, in questo caso,
non fanno parte del sistema politico-burocratico che governa l'Italia, ma dei capitalisti privati. Questo il
vero
scandalo, i politici sono tutti d'accordo nel ritenere che le grandi imprese pubbliche finanzino partiti e
correnti,
ognuno ha la sua brava fetta, ma sperperare del denaro a favore di capitalisti
ormai tagliati fuori dal gioco delle
grandi alleanze è per i nostri censori un atto veramente criminale. Sembra poi che
l'operazione abbia anche un risvolto politico-clientelare: la manovra dovrebbe aiutare in qualche
modo la scalata del doroteo Francesco Cattanei al feudo genovese di Taviani, ma questo non elimina
l'aspetto
principale della vicenda e i nostri novelli Catoni ne sono fieramente indignati.
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