Rivista Anarchica Online
LETTURE
a cura della Redazione
THE ANARCHISTS IN THE RUSSIAN REVOLUTION , a cura di Paul Avrich,
Cornell University Press, Ithaca
(New York, U.S.A.), 1973, pp. 179 prezzo non specificato. E' un vero peccato che finora esista solo
l'edizione in lingua inglese di questo volume dedicato a Gli anarchici
nella rivoluzione russa, poiché esso è valido sia per lo studio sia per la
propaganda. Si tratta infatti di una
antologia di scritti e documenti anarchici molti dei quali sconosciuti al lettore italiano, raccolti e
organicamente
sistemati da Paul Avrich, un professore universitario statunitense, anarchico, che ha già
pubblicato alcuni studi
sull'anarchismo (fra i quali ne ricordiamo uno sulla rivolta di Kronstadt ed un altro sulla figura e l'opera
di Pietro
Kropotkin). All'inizio del volume vi è un saggio introduttivo di una ventina di pagine, utile
alla presentazione della tematica
trattata e soprattutto come "un filo rosso-nero" per collegare i molti brani che compongono l'antologia.
Quest'ultima è divisa in nove capitoli dedicati ai seguenti temi: la rivoluzione di febbraio, aspetti
dell'anarchismo,
il controllo operaio, la rivoluzione sociale, l'insurrezione di ottobre, la guerra civile, Makhno, anarchici
in
prigione, Kronstadt. Ognuno di questi capitoli è preceduta, a sua volta, da una nota specifica
introduttiva. E'
veramente impossibile esaurire in queste poche righe la presentazione di un libro come questo che
costituisce sia
una miniera di informazioni inedite e comunque interessanti, sia uno stimolo allo studio della storica
esperienza
russa del 1917-21. Ci limiteremo quindi a citare alcuni dei documenti riportati nel volume. Innanzitutto
la
risposta, redatta da un gruppo di esuli anarchici russi a Ginevra (nell'agosto 1916), in polemica con
l'interventismo di Kropotkin e di altri rinomati anarchici. Interessante pure la dichiarazione sulla questione
del
controllo operaio da parte dell'Unione di propaganda anarco-sindacalista di Pietrogrado; una nota sul
sindacalismo di Karelin; alcuni scritti di Shapiro, Volin Maksimov ed altri militanti anarchici russi; il testo
delle
tre rivoluzioni dalla prima conferenza pan-russa degli anarco-sindacalisti (tenutasi nell'agosto 1918),
duramente
polemica con le scelte politiche ed economiche dei bolscevichi. Concludiamo la presentazione di questo
volume
segnalando i quattro documenti che formano l'ottavo capitolo, quello dedicato agli anarchici in prigione:
una
lettera dal carcere di P. Mogila, la descrizione di una giornata trascorsa nelle celle della famigerata CEKA
da
parte di G. P. Maksimov; due lettere inviate a Lenin da Kropotkin in data 4 marzo e 21 dicembre 1920;
infine,
il messaggio ai lavoratori occidentali, scritto dallo stesso Kropotkin nel giugno 1920. Degna di nota
è pure la veste grafica del volume, decisamente migliore della medie delle edizioni anarchiche:
molte foto inedite corredano il testo, contribuendo anch'esse ad avvicinare il lettore a quella immagine
veritiera
dell'anarchismo russo che mezzo secolo di propaganda bolscevica (e borghese) ha cercato di
cancellare.
INSEGNAMENTI DELLA RIVOLUZIONE SPAGNOLA (1936-1939), di Vernon
Richards, collana "V.Vallera",
Pistoia 1974, pp. 224, lire 1.500. Moltissimi libri sono stati scritti da protagonisti e storici di ogni
parte politica su quel grandioso avvenimento che
fu la rivoluzione sociale spagnola, scoppiata il 19 luglio 1936 e soffocata nel sangue dai falangisti di
Franco
(mentre all'interno dello schieramento anti-fascista le forze filo-borghesi, capeggiate dai comunisti
stalinisti,
facevano di tutto per stroncare il carattere libertario assunto dal moto rivoluzionario). Purtroppo vi sono
ben
poche opere di parte anarchica in lingua italiana sull'argomento, mentre in spagnolo ed in francese (ed
in misura
minore anche in inglese) la pubblicistica anarchica annovera alcuni libri di fondamentale importanza.
Basti citare
i tre volumi su "LA C.N.T. nella rivoluzione spagnola" di José Peirats, pubblicati solo in
spagnolo, che
costituiscono una base indispensabile per chiunque si avvicini allo studio della rivoluzione
spagnola. In questa generale carenza di scritti, la ripubblicazione dell'ormai esaurito
Insegnamenti della rivoluzione
spagnola (prima ediz.: Edizioni R.L., Genova 1957) non può che essere salutata con
favore, data la serietà e
l'interesse del volume. L'autore, anarchico di vecchia data, non prese parte direttamente agli avvenimenti
di cui
scrive, ma ciò nulla toglie alla validità del bilancio che cerca di trarre da una attenta
analisi del comportamento
degli anarchici e degli anarco-sindacalisti. Il volume, infatti, è un'analisi ben documentata,
vivacemente polemica
nei confronti delle gravi deviazioni burocratiche ed accentratrici che caratterizzano tante scelte politiche
degli
anarchici, soprattutto di quelli più influenti nella F.A.I. ed ancor più nella C.N.T. Certo
alla lettura di questo
volume va aggiunta quella di altri testi, specificamente dedicati alle grandi realizzazioni pratiche messe
in atto dai
lavoratori libertari spagnoli in quegli anni: questo perché, se indubbiamente giuste sono le
richieste mosse dal
Richards ad ampi settori della C.N.T.-F.A.I. per scelte politiche gravemente sbagliate ed a volte suicide,
è pur
sempre innegabile (lo stesso Richards ne conviene, ma dedica all'argomento solo poche pagine) che nel
suo
insieme le realizzazioni dell'anarchismo iberico nel periodo dal 1936-39 restano quanto di meglio gli
sfruttati
sono riusciti a realizzare nel lungo e faticoso cammino verso l'emancipazione totale. Per concludere
segnaliamo l'interessante bibliografia ragionata nella quale l'autore prende in esame le più
significative opere sulla rivoluzione spagnola pubblicate dall'uscita della prima edizione del volume fino
ai giorni
nostri.
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