Rivista Anarchica Online
Libertà per Pedrini
Belgrado Pedrini (vedere l'articolo apparso sul settimanale Umanità
Nuova n.26 del 20.7.1974), è ancora in
carcere, malgrado abbia già scontato 32 anni. Venne infatti arrestato nel 1942; evaso nel giugno
1944 per
partecipare alla Resistenza, venne nuovamente arrestato nel maggio 1945. Condannato all'ergastolo nel
1949,
la sentenza è stata poi commutata in 30 anni. Nonostante tutte le amnistie, egli è,
inspiegabilmente, ancora detenuto. La sua scarcerazione, per avere scontato
tutta la condanna, dovrebbe già essere avvenuta. Ma il suo calvario non è affatto finito;
lo attendono ancora tre
anni di quella che eufemisticamente viene definita casa di lavoro, e che in realtà è una
galera ancora peggiore.
Dopo più di trent'anni di galera, anche la beffa di tre anni di casa di lavoro! Le condizioni
psico-fisiche di Pedrini inoltre sono pessime; stremato da trenta anni di prigionia nei vari
penitenziari, è ancora sull'orlo di un collasso definitivo, i tre anni aggiuntivi di casa di lavoro,
significherebbero
per lui la morte certa! Non è qui il caso di dare giudizi umani sui fatti da lui commessi, anche se
vanno ricollegati
alla lotta antifascista: il fatto che sia evaso per fare il partigiano è significativo e il riconoscimento
dei comandanti
di brigate operanti nella Lunigiana, Alessandro Brucellaria ed Elio Wochiecevich, ne sono esplicita
conferma.
(...) Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno partecipato alla Resistenza e che ora potrebbero favorire
la scarcerazione
di uno che come loro ha combattuto il fascismo, per ricordare loro che è loro preciso dovere
intervenire affinché
Pedrini venga scarcerato al termine della pena e non debba subire ulteriori pene detentive in case di
lavoro o
istituti "rieducativi".
Federazione Italiana Associazioni Partigiane (Carrara)
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