Rivista Anarchica Online
Per Marini
di C. N.
Giovanni Marini, l'anarchico salernitano detenuto da quindici mesi ed in
attesa di giudizio per aver ferito
a morte in stato di legittima difesa il dirigente fascista Falvella, continua la sua via
crucis tra le carceri
italiane. Sottratto al carcere-lager di Caltanissetta (dov'era stato seviziato e tenuto in isolamento in un
cunicolo sotterraneo per oltre un mese) dagli esposti-denuncia dell'avvocato Spazzali e trasferito a
Salerno, è stato immediatamente ritrasferito a Potenza, dove (al momento in cui scriviamo, ma
non si
sa fino a quando, visto che sinora in media non è stato lasciato più di un mese nella
stessa galera) è
tuttora rinchiuso.La perizia medica, chiesta ed ottenuta dagli avvocati difensori, per documentare le
sevizie inflitte a
Marini dai carcerieri di Caltanissetta, ha riscontrato, oltre un mese dopo i fatti, lividi alle caviglie ed ai
polsi (attribuiti ai ferri del letto di contenzione) ed altri lividi in tutto il corpo (di natura non specificata
dai periti, ma evidentemente attribuibili a percosse). Inoltre la vista di Marini risulta gravemente
indebolita, a seguito dei maltrattamenti e della prolungata detenzione in buie celle sotterranee.Diventa
sempre più drammaticamente necessario suscitare un movimento di opinione pubblica per
sottrarre il giovane anarchico alle incredibili persecuzioni cui è sottoposto. L'agitazione sul
"caso
Marini", si presenta non solo come un dovere morale per gli anarchici e per tutti gli antifascisti ma anche
come una battaglia sociale su un caso esemplare per almeno tre aspetti. Innanzitutto, perché
è una
verifica pratica dell'antifascismo degli antifascisti (una verifica che ha già visto a Salerno, per
esempio,
alcune sezioni del PCI partecipare ad una manifestazione per Marini nonostante il divieto dei vertici
provinciali). Poi, perché essa significa l'affermazione del diritto-dovere alla difesa diretta dalle
aggressioni e provocazioni squadriste in quei casi ed in quelle situazioni locali, soprattutto nel sud, in
cui l'uso terroristico dei neofascisti mira a spazzare sul nascere il sorgere di "infezioni sovversive".
Infine,
perché il "caso Marini" è la proiezione pantografata della situazione carceraria, delle
abiezioni, della
violenza istituzionale (spesso aggravata dalla bestialità di singoli carcerieri, vera feccia
dell'umanità): non
dimentichiamo che Marini in ogni carcere è perseguitato non solo perché ha ucciso un
fascista (ed i
carcerieri a tutti livelli sono spesso fascisti o para-fascisti), non solo perché è un
anarchico, ma anche
perché coraggiosamente partecipa alle lotte dei carcerati per difendere ed estendere i loro diritti
di esseri
umani.In questa triplice articolazione si è in effetti caratterizzata la campagna di agitazione del
movimento
anarchico, che negli ultimi mesi si è andata intensificando. Il 7 ottobre gli anarchici italiani si
sono riuniti
a convegno, a Carrara, per fare il punto sulla campagna pro-Marini e per concordare iniziative comuni
nell'ambito del suo sviluppo futuro. Al convegno, promosso dalla Croce Nera Anarchica, dal Comitato
Politico-Giuridico di Difesa e dal Comitato Pro Vittime Politiche, hanno partecipato oltre duecento
delegati di gruppi d'ogni parte d'Italia, aderenti o meno alle tre federazioni nazionali (F.A.I., G.A.F.,
G.I.A.), ed i vari comitati locali pro-Marini. Dal convegno è emerso l'impegno crescente del
movimento
anarchico su questo tema e la volontà di sviluppare una mobilitazione unitaria pur nella
varietà delle
situazioni locali.
C. N.
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