Rivista Anarchica Online
Una precisazione
Solo oggi, 29 agosto, ho l'occasione di leggere l'articolo "Gli anarchici finiscono al verde",
a firma
Roberto Beretta, pubblicata su Avvenire del 7 agosto. Si tratta di un pezzo allucinante, nel quale
il
giornalista mi attribuisce tra virgolette delle affermazioni che non ho mai fatto, che nessun anarchico
potrebbe mai fare e che dunque rappresentano l'esatto opposto del mio pensiero. Roba del tipo "Noi
facciamo strada con persone di ogni idea, persino con Berlusconi" oppure "Intendo quella minoranza
anarchica che si definisce anarchica e che pratica ancora la sovversione violenta, con oscure trame tra
servizi segreti e malavita. No, noi con quella gente non abbiamo nulla a che fare. Anzi, se avessi una
prova contro di loro, riferirei subito a chi di dovere: morirò povero, ma pulito, io" oppure "Con la
questura abbiamo rapporti cordialissimi". E molte altre ancora potrei citare. I compagni che mi
conoscono sanno chi sono e come la penso. Ma a scanso di equivoci, butto giù a caldo questa
precisazione che invio alla nostra stampa. Dopodiché penserò a come far valere il mio diritto di
"rettifica" su Avvenire.
Mauro Decortes (Milano)
Nell'intervista rilasciata da Mauro Decortes all'Avvenire del 7 agosto, c'è anche l'attribuzione
-
virgolettata - della redazione di "A" al circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" di Milano. La
rivista è, invece, sempre stata un'iniziativa formalmente e sostanzialmente autonoma da qualsiasi
gruppo, organizzazione o circolo del movimento anarchico. E' pur vero che "A" nacque - nel febbraio
'71 - nell'ambito del suddetto circolo, all'indomani della strage di Stato. Ma il suo rapporto di fatto
"privilegiato" con il circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa", nel corso degli anni '70 e dei primi anni
'80, era dovuto al fatto che una parte di noi redattori era, allora, militante del Circolo. Poi,
progressivamente, ce ne siamo allontanati anche perché sempre più impegnati in "A" (così
come, per
analoghi impegni editoriali, tutti i compagni che erano stati tra i fondatori del "Ponte" nel '68) ed
attualmente le due iniziative - la rivista e il circolo - vivono due vite ben distinte. Il che non esclude che
occasioni di collaborazione - anche in quest'ultimo decennio - ci siano state, come con altre realtà
anarchiche e libertarie.
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