rivista anarchica
anno 48 n. 429
novembre 2018





Quantified Self,
conoscenza del sé attraverso i numeri

Il quantified self è un movimento per incorporare la tecnologia nell'acquisizione automatica di dati relativi a ogni aspetto della vita quotidiana di una persona in termini di input. Il motto è “self knowledge through numbers“ (conoscenza di sé attraverso i numeri).

La vita come procedura biologica

La pratica del lifelogging, tenere un diario della vita, nel senso di vita biologica, è nata per iniziativa degli editor della rivista Wired nel 2007.
L'impulso della miniaturizzazione e diffusione dei dispositivi biometrici e di altri apparecchi connessi alla rete globale ha consentito uno spettacolare balzo nel monitoraggio costante delle attività biologiche. Ogni aspetto vitale è definito in termini di input, stati e performance: quantità di cibo consumato, qualità dell'aria respirata, umore, eccitazione, ossigenazione del flusso sanguigno prima, dopo e durante uno sforzo fisico, e chi più ne ha più ne metta.
I moderni sensori si possono indossare (wearable sensors) e sono in grado di misurare non solo la frequenza cardiaca e l'attività magnetica cerebrale, ma anche le concentrazioni ormonali di insulina, cortisolo e diversi neurotrasmettitori; possono sequenziare il DNA e le cellule microbiche che abitano i nostri corpi.
Altri sinonimi meno usati per indicare le attività di quantificazione delle attività quotidiane, spesso con l'obiettivo di migliorare le proprie prestazioni sono: self-tracking, auto-analytics, body hacking, self-quantifying, self-surveillance, personal informatics.

Auto-sorveglianza di massa

Le prospettive dischiuse da simili pratiche sembrano la realizzazione di distopie fantascientifiche. Se i dispositivi di monitoraggio decantati dal quantified self si diffondessero su larga scala, le piattaforme di intermediazione dei dati raccolti potrebbero implementare funzioni automatizzate di verifica remota sullo stato di salute dei propri cari. Perché non dovrei sapere quante pulsazioni al minuto hai, se questo può evitarti teoricamente un infarto, o almeno non tagliarmi fuori durante l'infausto evento facendomelo vivere in diretta? Lo spettacolo è pur sempre lo sfondo comune. Perché non avere un'app che segnala in tempo reale come stanno i tuoi amici, o i tuoi figli, o i tuoi dipendenti? Quante preoccupazioni in meno!
In questo sistema confessionale si polarizzano due qualità opposte. La trasparenza radicale come virtù suprema e l'opacità (cioè la privacy) come vizio per eccellenza.
Perversione della conoscenza di sé. Il desiderio e la ricerca della verità del sé, a partire dall'antico insegnamento delfico gnothi seauton, conosci te stesso, si trasforma così progressivamente in uno strumento di auto-addestramento e perfino di domesticazione politica.
Misurare le manifestazioni fisiologiche del proprio corpo con strumenti di automonitoraggio digitali, tenere una traccia costante del proprio corpo organico, serve per poi poter osservare i dati prodotti, confrontarsi con gli altri mediante strumenti di profilazione, in perenne competizione con tutti, anche e soprattutto con se stessi.
Significa farsi “cose esposte“ nel corpus tecnologico, perfettamente integrati nei meccanismi di reificazione e mercificazione, sottoponendosi a estenuanti rituali digitali e a pratiche di pornografia emotiva alla ricerca di una verità essenziale che sempre sfugge, perché l'identità, anche quella digitale, è un processo, non una procedura da affinare per ottenere prestazioni migliori. Significa aprirsi alle tecnologie del dominio, sottomettersi alla “apertura“ come fosse la panacea di tutti i mali.

Ippolita
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