rivista anarchica
anno 47 n. 418
estate 2017






Ergastolo ostativo

Questa volta Carmelo ospita l'opinione di Salvatore Pulvirenti, un ergastolano ostativo, come era lui fino a un annetto fa. Come ha spiegato anche in questa rubrica, Carmelo è tuttora ergastolano, non più ostativo, e lavora durante il giorno come assistente educatore volontario nella Comunità Giovanni XXIII in Umbria.

Il decadimento mentale prodotto dalle lunghe pene.
Un grande filosofo diceva: “L'uomo deve vivere secondo natura, guai a lui se non riesce a vivere secondo natura...”.
Quando una persona viene arrestata e condotta in carcere, inizia per lui una vita molto diversa rispetto a quella che conduceva fuori.
Si dice che l'essere umano è come un animale per cui si abitua a vivere in diversi modi, in questo aforisma però non si è capito quale sia la differenza fra l'essere umano e l'animale: l'essere umano sa di morire, mentre l'animale non è consapevole di questo.
Mi chiamo Salvatore, sono detenuto ininterrottamente da ventiquattro anni.
Quando si entra in carcere, la prima cosa a cui pensi sono le cose più care che hai lasciato fuori: moglie, figli, genitori, amici... Cominci a pensare a tutte le cose belle che hai trascorso fuori, quando eri libero.
Dopo parecchi anni trovi la rassegnazione e, anche se viene un po' difficile, cerchi di sforzarti per dimenticare.
Quando passano circa sedici anni, inizi a pensare come fare per uscire dal carcere e rifarti una nuova vita, metti tantissimo impegno in tutto quello che fai in carcere, qualsiasi opportunità si presenti fai di tutto per far sì che questo faciliti il tuo avvicinamento verso la libertà, e nello stesso tempo l'inserimento nella società: bellissimo!!!
Combatti tutti i giorni e senti che la tua autonomia è vicina.

Oggi, dopo aver trascorso ventiquattro anni di detenzione, ho capito che con l'ergastolo ostativo non puoi mai uscire, qualcuno pensa che dopo aver compiuto trenta anni di carcere si possa uscire: cazzate cazzate!!!
Onestamente anche io pensavo in positivo, perché l'Italia è stata sempre un paese che ha combattuto per difendere i diritti dell'uomo ed è stata in prima linea per abolire la pena di morte, che esiste ancora oggi in molti paesi.
Ora io mi chiedo: perché l'Italia è contro la pena di morte, visto che nel nostro paese esiste l'ergastolo ostativo? Trascorrerai tutta la tua esistenza in carcere, invecchierai e morirai in carcere.
Non sarebbe giusto che l'Italia prima di parlare per l'abolizione della pena di morte, abolisse l'ergastolo ostativo nel nostro paese?
Perché si parla tanto della Costituzione che fa da padrona a tutte le altre costituzioni, e poi non vengono rispettati gli articoli (per esempio l'art. 27)?
Perché la politica non approfondisce la situazione dell'ergastolo ostativo?
Per quale motivo non si riesce a parlare dell'ergastolo ostativo? O se qualcuno ne parla viene messo subito a tacere?
Qual è lo scopo di non fare inserire nella società gli ergastolani?
Vorrei che le persone che stanno fuori facessero qualche riflessione su queste domande, e dicessero cosa ne pensano...

Salvatore Pulvirenti
Carcere di Oristano