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			   alle lettrici, ai 
                  lettori   
                Anticlericalismo 
                La copertina e lo scritto di apertura sono dedicati a una tematica per noi tradizionale, attuale, essenziale: la continua attenzione e l'opposizione al potere clericale, alla sua pervasività, ai suoi continui e strutturali strabordamenti nella “società civile”. 
Una cosa ben distinta dalla lotta contro le religioni, che non ci ha mai appassionato. Il nostro pensiero anarchico è naturalmente ateo, come quello della maggioranza delle anarchiche e degli anarchici. Ma non è obbligatoriamente ateo, perché obbligatoriamente è un avverbio che mal si concilia con il pensiero anarchico e libertario. E la storia, anche recente, ha proposto delle (rare) figure di persone che in qualche modo facevano convivere religioni e filosofie di vita con l'anarchismo. Sulla nostra rivista abbiamo dato voce anche a queste voci. 
Rispettosi come cerchiamo di essere con quelle persone che vivono l'anarchismo insieme con specifiche sensibilità (quella religiosa, appunto, o quella nonviolenta o quella anti-specista) riteniamo che l'anarchismo possa (ma non debba) convivere con queste concezioni, siano esse in relazione al cielo oppure agli animali o ad altro. Un anarchismo aperto, il nostro, con un suo baricentro organizzativo, sociale, solidale, socialista nel senso alto della parola, niente di più lontano dalle concezioni egoiste, egotiste, stirneriane, interessate solo al libero scatenarsi della propria individualità, lontano e fuori da una concezione comunitaria e umanitaria, rivoluzionaria e profondamente riflessiva. “Nel solco della Prima Internazionale” ci dicevano i vecchi anarchici e le vecchie anarchiche, quasi mezzo secolo fa. 
Lasciamo quindi dio, la terra o altre divinità a chi ci crede e ci occupiamo dei privilegi, delle occupazioni di tempi e di spazi sociali, della negatività concreta delle religioni organizzate. Tutte. Qui in Italia, ovviamente, ci riferiamo innanzitutto alla Chiesa cattolica. Ma non solo. 
                  Per altre osservazioni in merito, girate pagina e leggetevi 
                  la nostra premessa e l'interessante 
                  scritto di Federico Tulli 
                  sulla comunicazione vaticana oggi. 
 
                  Chiapas. Tra dicembre e 
                  febbraio la nostra collaboratrice Orsetta Bellani ha fatto un 
                  bel giro d'Italia (isole comprese) con le sue conferenze di 
                  presentazione del volume Indios senza re, edito dalla 
                  vivace casa editrice anarchica siciliana La Fiaccola e contenente 
                  le sue corrispondenze per “A” dal Chiapas. 
                  Su questo numero è un'altra nostra collaboratrice (Gaia 
                  Raimondi) a riprendere le fila del discorso sulle ultime 
                  scelte zapatiste: la candidatura di una donna indigena alle 
                  elezioni presidenziali 2018 in Messico. Una scelta che non può 
                  trovarci d'accordo. Ma che affrontiamo secondo il nostro stile, 
                  fornendo ai lettori materiali concreti per conoscere meglio. 
 
                  Pedagogia libertaria. Prima 
                  un insegnante (in pensione) che ha lavorato in scuole pubbliche 
                  statali (o provinciali) ricorda e tira un po' un bilancio della 
                  propria esperienza. Poi due giovani attivisti di una scuolina 
                  REL nell'Appennino modenese, riferiscono di due incontri della 
                  Rete, il primo nella loro scuolina, il secondo presso una fabbrica 
                  occupata. Li accomuna il riferimento alle idee-forza della pedagogia 
                  libertaria, declinata in modi diversi. Anche in campo pedagogico, 
                  “A” fornisce materiali 
                  diretti di riflessione, frutto di esperienze concrete, diverse, 
                  accomunate da un riferimento libertario forte. 
 
                  Vietnam. Con un asciutto 
                  dossier (testo e foto) 
                  sulle attuali vittime dell'Agente Arancio, riversato in quantità 
                  industriali dall'aviazione statunitense circa mezzo secolo fa 
                  in Vietnam, ospitiamo per la prima volta su “A“ 
                  Matthias Canapini, 25enne fotografo free lance marchigiano. 
                  È da poco in libreria il suo terzo libro (Eurasia 
                  Express, Prospero ed, Novate Milanese 2017). 
 
                  Cas. post. 17120. Ben dodici 
                  pagine piene caratterizzano la rubrica 
                  della posta, che si è sempre più allargata 
                  e che in questo numero accoglie lettere e contributi di vario 
                  taglio e argomento. Due lunghe lettere prendono spunto dal dibattito 
                  sul Trattamento Sanitario Obbligatorio. Sulla gestazione per 
                  altre scrive una delle lesbiche firmatarie di una lettera “contro”. 
                  Una ritorna sul dibattito sulla definizione stessa del gruppo 
                  Mamme No Inceneritore di Firenze. A un compagno che ha sollevato 
                  questioni di strategia del movimento anarchico oggi abbiamo 
                  chiesto a Claudio Venza, storico militante del gruppo Germinal 
                  di Trieste, di rispondere e ne è nato un doppio “botta 
                  e risposta“ decisamente stimolante. Dopo una lettera dalla 
                  Valtellina su questioni energetiche, ci sono due diverse valutazioni 
                  del film “Fuocoammare”, una presa di posizione critica 
                  con il recente libro Elogio dell'Occidente (Elèuthera) 
                  di Franco La Cecla e infine una lettera contro il TAP di un 
                  militante ecologista salentino. E scusate se è poco. 
                   
                                   
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