| Voglio 
                  solo la luna(Albert Camus)
 
 A Pitigliano, in Maremma, si è tenuto 
                  lo scorso mese di settembre il XV Festival internazionale di 
                  letteratura resistente, promosso dalla neonata casa editrice 
                  Le Strade Bianche di Stampa Alternativa, nel solco della miglior 
                  tradizione libertaria della storica Stampa Alternativa. Il direttore 
                  editoriale di entrambe queste case editrici, e primo direttore 
                  responsabile della nostra rivista, spiega perché si “è 
                  rotto i coglioni” e propone una lotta dura senza più 
                  paura.
 Ma contro chi?
 Poi un giorno, appena sveglio dopo una notte ad occhi aperti, 
                  mi son detto ad alta voce che mi son rotto i coglioni di subire, 
                  subire, subire e che quindi è ora di sgombrare il campo 
                  da ogni remora e dar corpo al sogno, anche quello ad occhi aperti 
                  e lungo appena quarant'anni, di resistenza e lotta editoriale: 
                  lotta dura senza più paura, per dirla come un tempo.
 Subire per tanti anni che cosa? Cominciamo con le vecchie e 
                  nuove leggi di mercato che, col passar del tempo, son divenute 
                  stragiste per gli editori di qualità come Stampa Alternativa, 
                  esasperate fino all'inverosimile dopo la rapina di Berlusconi, 
                  molto prima che gli togliessero il titolo di Cavaliere, per 
                  portarsi a casa Mondadori, che se se la fosse pappata la tessera 
                  n.1 del Pd, Carlo De Benedetti, magari sarebbe andata ancor 
                  peggio.
 Ma questa è un'altra storia, mentre quel che è 
                  certo sono le regole di marketing che hanno imposto ai librai, 
                  alternativi o meno, per costringerli a prendere quello che decidono 
                  le lobby editoriali, nella quantità che decidono loro 
                  e alle condizioni che decidono loro, come nei migliori film 
                  di gangster.
 Subire la mia stessa amata, adorata casa editrice, piegata, 
                  prostrata, per sopravvivere, a questo mercato stragista, implorando 
                  pietà: qualche punto in più di percentuale a favore, 
                  o qualche copia in meno di resa, fino allo spettro del fallimento 
                  e al salvataggio in extremis grazie ad un portatore di capitali 
                  freschi conferiti da una società affittuaria dello storico 
                  marchio Stampa Alternativa.
 Subire la caduta di qualsivoglia intraprendenza e provocazione 
                  nei confronti delle regole del conformismo e del consumismo, 
                  pane per i miei denti e ossigeno per la mia anima, che a me 
                  basta poco per campare: qualche fetta di pane e frutta e verdura 
                  del mio orto, e son sazio.
 Stanco di subire in ginocchio aspettando il colpo di grazia 
                  ho deciso che se dovevo morire lo avrei fatto stando in piedi, 
                  come ai tempi orgogliosi della Stampa Alternativa degli anni 
                  '70, che oggi richiamo alla mente per trarne nuova linfa, 
                  ripercorrendo le strade bianche dei briganti, dei disertori, 
                  dei renitenti e, soprattutto dei partigiani, come in quegli 
                  anni dei milioni di copie di opuscoli di “autodifesa e 
                  lotta“ praticamente gratuiti e di denunce e processi fino 
                  al mandato di carcerazione, poco prima dello scioglimento, per 
                  istigazione all'obiezione di coscienza e all'aborto.
 Ecco allora i giorni nostri: le strade bianche di stampa alternativa, 
                  nuova casa editrice, nient'affatto antagonista a quella storica, 
                  tenuta a battesimo dall'unanimità dei partecipanti al 
                  XV Festival internazionale di letteratura resistente, svoltosi 
                  il 9, 10 e 11 settembre scorsi a Pitigliano con il titolo “riaprire 
                  il fuoco editoriale”, tanto per richiamarci allo scrittore 
                  più anarchico e indomabile del '900: Luciano Bianciardi. 
                  Un festival povero di numeri, a differenza del festival della 
                  letteratura di Mantova coi suoi milioni di partecipanti e migliaia 
                  di eventi e sponsor, ma ricco, ricchissimo di nuove idee e nuovi 
                  libri, tutti con un'impronta marcata fatta di qualità 
                  estrema, assenza del copyright, assenza del codice ISBN, che 
                  io chiamo codice a sbarre, e, soprattutto, il marchio a fuoco 
                  della gratuità in rete, per poter leggere e scaricare 
                  gratis tutti i libri della nuova casa editrice dal sito www.stradebianchelibri.com 
                  ancor prima delle edizioni cartacee e a prezzi di copertina 
                  calmierati del 70% rispetto a quelli di mercato, la percentuale 
                  che oggi, alla fine, pretendono gli intermediari.
 Se deve esser rivoluzione editoriale lo deve essere fino in 
                  fondo, anche grazie a quel “fare corpo” che c'è 
                  stato a Pitigliano nei giorni del Festival, che vede il lettore 
                  protagonista assoluto e indiscusso, non solo lettore disincantato, 
                  ma anche promotore, distributore e cacciatore di testi.
  Marcello Baraghini |