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				 migranti 
                  
                Saluzzo - Rosarno, andata (e ritorno) 
                  
                di Giacomo Francesco Lombardi 
                
                Il viaggio da nord a sud di un fotoreporter per raccontare lo sfruttamento dei braccianti stranieri. 
Dal reportage Frutti migranti, “sulle rotte dei braccianti stagionali in Italia”, la prima tappa del suo diario fotografico. 
                 
                 
                  
                Il territorio saluzzese è 
                  un'area di produzione agricola molto forte a livello nazionale 
                  e non solo (pesche, mele, kiwi) e pertanto polo di attrazione 
                  per potenziali braccianti stranieri. Il fenomeno ha origine 
                  nell'estate 2009, in seguito alla crisi nel settore industriale 
                  e manufatturiero del centro-nord, che ha come conseguenza il 
                  licenziamento o il mancato rinnovo del contratto di molti lavoratori 
                  stranieri residenti in Italia ormai da qualche anno. Inizia 
                  per loro un estenuante ciclo di migrazione stagionale interna, 
                  all'inseguimento del sogno italiano. Precari tra i precari, 
                  sfruttati tra gli sfruttati.  
                  
                 
                 Saluzzo (Cn), profondo nord,  
                  ottobre 2012  
                  Mustafa (28 anni, originario del Mali): «Mi sono svegliato 
                  presto stamattina, come sempre quando lavoro. Oggi è 
                  più buio del solito qui al campo, ho dormito poco. Sotto 
                  la tenda fa freddo, l'inverno ci corre incontro.  
                  L'ultimo giorno, le ultime file di kiwi prima di andare a 
                  Rosarno. Rosarno... chissà come sarà. Di sicuro 
                  farà più caldo. Prego anche per questo.  
                  Piove un po', per andare in bicicletta metto i guanti spessi. 
                  È un lavoro duro raccogliere i kiwi e bisogna farlo a 
                  mani nude, meglio tenerle al caldo finchè posso. Era 
                  bello fare il formaggio a Parma! Da quando non mi hanno più 
                  rinnovato il contratto ho cominciato a girare l'Italia. L'unico 
                  lavoro che possiamo fare è in campagna.  
                  Mi chiamano “L'americain”. Sarà per la 
                  mia cintura e perchè mi piace vestire elegante, o per 
                  la musica che ascolto tutto il giorno dal cellulare. Io dell'America 
                  non so niente, a me interessa l'Italia. Italiano è il 
                  mio sogno: guadagnare ventimila euro e tornare in Mali. Con 
                  quei soldi costruisco la casa e comincio la mia vita. Finalmente. 
                  I ventimila euro sono ancora lontani, prima c'è tanto 
                  lavoro da fare. Spero di trovare qualcosa a Rosarno. Il viaggio 
                  è lungo, di notte, in treno.» 
                   
                
  Rosarno (Rc), profondo sud,  
                  qualche giorno dopo 
                  Mustafa: «Ci sono stato per poco tempo diversi anni 
                  fa quando sono arrivato in Italia. Sembra che non sia cambiato 
                  niente da allora. Quando arrivo viene a prendermi un amico, 
                  anche lui ha fatto il viaggio da Saluzzo prima di me. Non mi 
                  metto nemmeno a cercare un alloggio, tanto non ce n'è 
                  più. Mi basta un materasso, adesso so dove andare: a 
                  San Ferdinando, al campo. Un altro campo, a Saluzzo eravamo 
                  200 fuori, qui ancora di più. È già tutto 
                  pieno ma io ho la mia tenda. Chiedo, me la lasciano piantare 
                  lì vicino. 
                  Qui è dura. Per fortuna mangiare costa meno che a 
                  Saluzzo. Comunque non ho voglia di toccare i soldi che ho messo 
                  in banca, mi servono per quando tornerò a casa. Se tutto 
                  va bene e riesco a guadagnare qualcosa, vorrei andare in Mali 
                  per un po', è tanto che manco. 
                  Di giorno vado in giro a cercare lavoro, ci vuole pazienza, 
                  sono l'ultimo arrivato. Alla sera ritorno alla mia tenda, accanto 
                  al campo blu di San Ferdinando. Mi sono portato il gas da Saluzzo 
                  e mi cucino quello che piace a me: riso e pollo, burro di arachidi, 
                  spezie, qualcosa così. 
                  Senza bici sei morto, non puoi lavorare. Le distanze sono 
                  troppo grandi per andare a piedi. Il problema è che ormai 
                  le biciclette qui sono finite, quelle che ci sono costano troppo: 
                  mi hanno chiesto cento euro per una usata. Ho deciso di cambiare 
                  zona, ho preso il treno e sono andato a Reggio Calabria, là 
                  si trovano le occasioni.  
                  Adesso finalmente ho la mia bici nuova, bellissima, per pochi 
                  euro. Con questa posso andare dappertutto. Allora si che troverò 
                  un lavoro!» 
                   
                
  
                
  
                
 
                  Le arance, i mandarini, le clementine che fanno bella mostra 
                  di sé sui mercati, sono state raccolte da lavoratori 
                  stagionali, che vengono pagati 50 centesimi alla cassetta di 
                  arance, 1 euro per cassetta di mandarini. Ogni cassetta pesa 
                  una media di 18/20 chili. In una giornata di lavoro la media 
                  arriva a 25 euro. In nero, non tutti i giorni ma solo quelli 
                  che il caporale ingaggiato dai padroni decide di sceglierti. 
                  Se alzi la testa, se reclami per i ritmi o per la paga, puoi 
                  anche andartene, perché nessuno ti chiamerà più. 
                  Giacomo Francesco Lombardi
                  Giacomo Francesco Lombardi (Alessandria, 1986) è 
                  un giornalista e fotografo freelance. Ha scritto/fotografato 
                  per il Corriere della sera, La Stampa, L'Unità, Terra, 
                  Frontierenews.it. Frutti Migranti è un progetto 
                  organizzato a capitoli. Ogni parte è dedicata alla storia 
                  di un singolo lavoratore stagionale.
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