rivista anarchica
anno 43 n. 379
aprile 2013


centri sociali

Quelli del TeLOS

Intervista di Stefano Ferrario a tre occupanti


Da 4 anni a Saronno (Varese) c'è un centro sociale occupato.
Siamo andati a parlare dei loro progetti. E soprattutto di come funziona.


Il TeLOS è un centro sociale occupato di Saronno, attivo nella provincia di Varese da più di tre anni. Discutendo insieme ai ragazzi e alle ragazze che lo animano è nata questa intervista, fitta di spunti e di domande sul percorso che hanno scelto di intraprendere.

Allora, com'è iniziato il TeLOS?
DAN: Tutto è nato dal Collettivo la Fenice, con cui abbiamo cominciato a far politica nel 2007. Dal collettivo è venuto fuori il TeLOS, che abbiamo occupato nel marzo del 2009.

Quali sono le iniziative del centro?
MAT: La rivoluzione (risate).
DAN: L'idea è stata quella di difendere un luogo: uscire di casa, trovarne una, abitarla/occuparla, quindi fare un'esperienza di vita in comune. In tutto questo siamo sempre stati attenti a mantenere uno spazio da destinare a diverse attività: concerti, discussioni su libri, dibattiti, una Distro, un infoshop, un freeshop.
MAT: La ciclofficina, la palestra.

Questo mi interessa. Si tratta di pugilato vero?
SIL: Sì, pugilato, una volta a settimana. L'idea è quella di creare una palestra autogestita. Allenarsi, ma anche organizzarsi per i turni di pulizia, discutere del senso di fare una palestra in un ambiente di questo tipo. Cerchiamo di autogestire le lezioni, di avere dei percorsi di esercizi, ecc.

Saronno (Va) - il centro sociale TeLOS

Bello. Abitate tutti qui?
SIL: No, non tutti.

A questo proposito: com'è vivere al TeLOS?
SIL: Ci sono molte responsabilità, però siamo forti del fatto che condividiamo con altri un'esperienza di vita completa, nel quotidiano.
DAN: Per me è importante sperimentare. Qui abbiamo un modo di vivere orizzontale, con un percorso, un progetto, degli ideali per cui collaborare. In una famiglia, all'esterno, e men che meno al lavoro, è raro se non impossibile trovare e provare esperienze realmente orizzontali.
SIL: Comunque c'è da dire che se occupando abbiamo il vantaggio di non pagare l'affitto dobbiamo però provvedere a tutto il resto, come il riscaldamento, il cibo, ecc. Scegliere di vivere in questo modo significa anche decidere di non pagare le necessità, ma cercare di procurarsele in altri modi, attraverso lo scambio, il riuso, il riciclo.

Come fate con queste cose?
SIL: Qui vicino c'è una discarica, che ci fornisce dei bancali di legno per la stufa. Per il cibo facciamo recupero al mercato tutti i mercoledì. Ci sono alcune bancarelle di frutta e verdura che ci danno la roba da scartare, che poi non si sa mai se è davvero da buttare, perché ormai si è costruito un rapporto (e quindi...), poi, ovviamente un po' di spesa va fatta.

Ma lavorate?
DAN: Dipende. Di chi è passato, qualcuno studiava, qualcuno lavorava. Dipende.

E tra voi andate d'accordo?
DAN: Alti e bassi ci sono stati.
SIL: Io e DAN siamo arrivati dall'inizio dell'occupazione. Gli altri due che ora abitano qui sono arrivati da circa un anno. Altri ci hanno provato, poi però hanno rinunciato.

È così dura stare qui?
SIL: No, ora no. A livello di abitazione si sta abbastanza bene. E poi col tempo è migliorato anche il vivere quotidiano, si impara a limarsi, a cercare la collaborazione per una buona convivenza.
DAN: È chiaro che ci sono cose che bisogna accettare. Per esempio il fatto che casa tua la domenica mattina puzzi di birra e fumo di sigaretta o che si faccia casino fino a notte fonda, soprattutto durante il week-end.

Ma voi la fareste sempre una vita così?
SIL: Devi sapere che è una scelta precaria. Potresti perdere le tue cose da un momento all'altro, ricevere ospitalità da amici o compagni, occupare sapendo che potresti essere sgomberato. Io, comunque, adesso come adesso andrei avanti così. Di certo mi piacerebbe continuare a fare politica nella vita quotidiana.
DAN: È chiaro che dopo il TeLOS sarebbe difficile tornare allo stile di vita precedente; soprattutto si perderebbe un nuovo modo di vivere.
MAT: Penso che si rifiuti un po' tutti l'idea del militante che fa una cosa durante il giorno e dedica poi una parte della sua vita alla militanza. Ci piace pensare che se si vuole cambiare qualche cosa bisogna partire dalla propria vita.

Non avete mai pensato ad uno spazio legalmente vostro?
DAN: No. Lo spazio lo si difende. La legalità sarebbe un compromesso, forse un po' una sconfitta.
MAT: Ci sono anche ragioni pratiche. Un esempio: se si fa attacchinaggio la firma è TeLOS, ma se lo spazio è legale qualcuno deve metterci il nome, e quindi tutto si complica.

E come sono i rapporti con i cittadini e con chi passa di qui?
DAN: Facciamo molta politica attiva: attacchinaggio, volantinaggio, cortei. Direi che siamo presenti e abbastanza radicati nel territorio.
MAT: C'è da dire che molto è cambiato con la crisi dal 2008. Se prima nessuno ci ascoltava, ora tanti sono più disponibili ad ascoltare quello che diciamo.
SIL: Le persone arrivano, si fanno due chiacchiere, una cena. Si trova un ambiente informale, per cui è più facile far passar i contenuti che si vogliono trasmettere, anche a persone non legate all'ambiente anarchico.
ROB: Ragazzi e ragazze che magari non faranno mai politica, ma che vedono quel che facciamo e lo fanno diventare loro. Lo portano altrove.

E con comune e provincia come va?
MAT: In provincia quando abbiamo iniziato c'era poco fermento. C'era solo il Kinesis a Tradate. Il TeLOS ha fatto da cassa di risonanza per persone che ora organizzano progetti nei loro paesi. Così adesso la situazione è piuttosto viva. Sono presenti altri collettivi sul territorio provinciale, per esempio a Gallarate e a Varese, con cui il TeLOS collabora e porta avanti progetti.

Saronno (Va) - il centro sociale TeLOS

Per quanto riguarda il vostro spazio, il TeLOS, tutto tranquillo?
SIL: Con il Pgt (Piano di regolamento del territorio) si vorrebbe riqualificare l'area, quindi ora siamo in rotta anche con il Pd e l'attuale giunta. Vorrebbero creare una sorta di area abitativa e commerciale.

Cacciando voi?
DAN: Sì. Ma forse all'inizio volevano proporci uno spazio nostro, legalizzato, dentro questa nuova area.

A voi sarebbe interessato?
DAN: No, e quando l'hanno intuito hanno rinunciato a proporcelo.

Un'altra cosa: che rapporto avete con le altre realtà libertarie o comunque simili alla vostra?
DAN: Buono.
ROB: Sì, abbiamo dei buoni rapporti con tutte le esperienze libertarie della provincia e non solo. Quando per necessità abbiamo chiesto o ricevuto richiesta di collaborazione o aiuto, l'abbiamo sempre ricevuta o data a chi la chiedeva.
DAN: Lavoriamo molto sul territorio, per questo a volte ci avviciniamo a gruppi non propriamente libertari, ma che condividono con noi lotte e progetti da portare avanti in provincia o nelle vicinanze.
MAT: Si condivide quel che si può: lotte e denunce.

Denunce? Gravi?
SIL: Sì, alcune almeno. La cosa peggiore è arrivata nel febbraio 2011: in provincia di Varese sono stati recapitati 12 avvisi orali ad altrettanti compagni. Sono stati inviati nel periodo in cui si è cominciato ad occupare, anche fuori da Saronno.

Di che cosa si tratta?
SIL: È un provvedimento del questore che dice: “la tua condotta non va bene, rivedila”. Dura tre anni e poi può essere rinnovato.
MAT: È il passaggio precedente alla sorveglianza speciale. Una sorta di avviso.
ROB: Sono cose datate, che davano agli antifascisti negli anni venti. Ad oggi conosciamo solo due casi di persone che hanno effettivamente subito il passaggio dall'avviso orale alla sorveglianza.

Mi viene da chiedermi se tutto questo vi ha segnato... avete ancora l'entusiasmo dell'inizio?
MAT: Ce n'è di più. La partenza è stata dura, molte persone si sono staccate dal Collettivo o dal TeLOS. È stato uno dei dei passaggi critici, come per esempio lo sgombero del vecchio TeLOS in via Concordia. Nonostante questo abbiamo tenuto botta anche se si era in pochi e si discuteva molto. Ora siamo sulla cresta dell'onda.
DAN: C'è tanta voglia di fare. Noi ci divertiamo, proviamo a fare cose nuove.
MAT: Poi, se vedi che le cose mentre le fai migliorano, hai una spinta in più.
ROB: Convinzione ed entusiasmo sono i due ingredienti che ci portano avanti.

Stefano Ferrario

Contatti

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