rivista anarchica
anno 43 n. 378
marzo 2013


ai lettori

NovitÀ

Non è la prima volta che la rivista cambia pelle. Forse ve ne sarete già accorti, il numero di “A” che state leggendo ha una nuova grafica curata da Cinzia Piantoni e Angelo Roveda di Erre & Pi (la società di fotocomposizione e grafica che collabora con noi da oltre trent'anni). In realtà, alcuni elementi di questo rinnovamento hanno fatto capolino negli scorsi numeri, per esempio nell'impaginazione del dossier di Camilla Galbiati su Piazza Fontana 1969 pubblicato nello scorso numero di novembre (“A” 375).
E già da un po' qualcuno di voi si sarà accorto dello spazio maggiore e della più forte “attenzione” dedicata alle immagini, alle foto, ai disegni. La presenza ormai (quasi) fissa di due cartoon (Anarchik e Anarchicco) ne è da tempo un altro segnale.
Ma da questo numero il cambiamento grafico diventa più radicale, riguarda l'intera rivista e non solo un dossier o un numero.
Altra novità, la bicromia. Da questo numero la rivista, tutta la rivista, ogni numero, viene stampata in due colori.
E poi ci sono le copertine. Nei primi 40 e passa anni di “A”, solo un numero – quello dell'estate 1984 – ha avuto la copertina stampata in quadricromia, cioè a colori. Era il numero dedicato all'Incontro Internazionale Anarchico di Venezia e la copertina raffigurava un “personaggio” di Enrico Baj. Poi tre numeri fa nuovamente Baj, questa volta con i suoi “Funerali dell'anarchico Pinelli”, e due numeri dopo – cioè lo scorso numero – nuovamente Pinelli, questa volta disegnato da Dario Fo nella tavola donataci dal titolo “Il volo dell'anarchico”.
La copertina del numero che avete in mano è in bicromia. In futuro sarà in quadricromia quando a nostro avviso sarà utile per valorizzare l'immagine, disegno o foto che sia. A questo si aggiunga che ormai “A” ha una foliazione fissa ben superiore alle 100 pagine, il che significa 50, 60 e anche più scritti, interventi, riflessioni, ecc. a numero.
Per ogni gaudenza ci vuole sofferenza notava amaramente un irresistibile Vittorio Gassman nel film “Brancaleone”. E l'inevitabile, improcrastinabile, obbligatoria sofferenza è rappresentata dall'aumento del prezzo della singola copia, che passa (stabilmente) a 4,00 euro, l'abbonamento a 40,00 euro, ecc. Tutto ciò a partire dal prossimo mese di maggio, cioè da “A” 380.
Non siamo né vogliamo essere fiscali, quindi se qualcuno per un po' pagherà ai vecchi importi, non ci formalizzeremo. Così come non ci offenderemo se qualche buon'anima volesse iniziare fin d'ora ad abbonarsi per la prima volta o a rinnovare al nuovo (futuro) prezzo di 40,00 euro.
Ci riserviamo, come in passato, di fissare un prezzo più alto per singoli numeri “eccezionali” (ricordiamo per esempio il numero speciale per i primi 40 anni di “A”, “A” 358, 260 pagine, decine di pagine a colori all'interno, che costava 10,00 euro), ma per gli abbonati questo sarà come sempre ininfluente. L'abbonato, da noi, è l'unico privilegiato accettato.
D'altra parte, chi ci conosce sa che il rapporto con i lettori, gli abbonati e soprattutto i diffusori è basato innanzitutto sulla fiducia, la simpatia, il sostegno volontario. È chiaro che dobbiamo fissare dei prezzi e cercare di far quadrare il bilancio. Ma il rapporto con “A” è e dovrebbe sempre più essere una “bella storia”, diversa – per quanto possibile – dai freddi e cinici rapporti economici di cui è fatta la nostra vita quotidiana. E l'elenco dei “fondi neri” (su questo numero a pag. 138) ne è sempre stato un piccolo esempio.
Fateci sapere che ne pensate: non della sofferenza (l'aumento di prezzo), ma della gaudenza (il rinnovamento grafico e...).

Paolo Finzi

Carlo Oliva disegnato, tanti tanti anni fa,
dalla matita di Roberto Ambrosoli.
Il disegno giaceva nei cassetti di Elèuthera
e Rossella ce l'ha passato.
Carlo ci manca, maledettamente