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 Messico  
Allearsi, alla ricerca del proprio cammino  
testo e foto Emma Volontè  
 
Tre organizzazioni messicane (e una italiana) si battono da anni per la difesa dei diritti umani e dell'autonomia. 
L'importanza della solidarietà internazionale. 
Conosciamole più da vicino. 
                 
                   
                  La Alianza Magonista Zapatista 
                  (AMZ) è una delle tanti reti che i movimenti hanno saputo 
                  tessere in Messico. Nata a Oaxaca nel 2002, è oggi un 
                  laboratorio di analisi politica che riunisce quattro realtà 
                  che aderiscono alla Otra Campaña zapatista. 
                  OIDHO (Organizaciones Indias por los Derechos Humanos en Oaxaca) 
                  è stata una delle organizzazioni fondatrici della APPO 
                  (Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca), che nel 2006 ha 
                  resistito mesi sulle barricate nella capitale dello Stato. Nata 
                  nell'89 su iniziativa di tre comunità di Oaxaca, oggi 
                  OIDHO è uno spazio di coordinazione e mutuo appoggio 
                  tra organizzazioni, come spiega Alejandro Cruz López: 
                  “Ogni comunità che forma parte di OIDHO è 
                  un'organizzazione indipendente. Prima degli anni '90 non c'erano 
                  centri di diritti umani nello Stato di Oaxaca, sono nati dopo 
                  il levantamiento zapatista del '94. Noi non siamo un centro 
                  di questo tipo né una ONG, ma un'organizzazione sociale 
                  per i diritti umani: più che ricevere denunce di violazione, 
                  resistiamo alla repressione e alla violenza, perché se 
                  i potenti sanno che siamo organizzati ci pensano due volte prima 
                  di attaccarci. Le priorità di OIDHO sono la lotta per 
                  la libertà dei prigionieri politici, per il rispetto 
                  alle autorità tradizionali, per la risoluzione dei problemi 
                  agrari e contro la impunità. Lottiamo per acqua potabile, 
                  scuole o cliniche solo dopo aver risolto queste priorità”. 
                  Per rafforzare la resistenza alla violenza istituzionale, nei 
                  suoi vent'anni di vita OIDHO ha creato alleanze con altri soggetti. 
                  Nel ‘97 avvenne l'incontro con il collettivo CAMA (Colectivo 
                  Autónomo Magonista) di Città del Messico. “CAMA 
                  è un collettivo anarchico nato nel 2000 dopo un periodo 
                  di varie lotte, in particolare l'occupazione della UNAM (Universidad 
                  Nacional Autónoma de México)”, mi ha raccontato 
                  una sua integrante. “Uno dei nostri principi è 
                  la diffusione del pensiero libertario: pubblichiamo scritti, 
                  diffondiamo materiale e abbiamo in progetto la creazione di 
                  una casa editrice. Dal 2000 ci siamo vincolati al lavoro dei 
                  compagni di Oaxaca, a cui siamo uniti dal pensiero magonista. 
                  Nel 2002, insieme a OIDHO e CODEDI, abbiamo creato la Alianza 
                  Magonista Zapatista (AMZ) per rafforzare la nostra lotta, perché 
                  dobbiamo creare dei legami di fiducia e solidarietà per 
                  avanzare nella costruzione di autonomia”. 
                
                   
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                    Il 
                        periodico Tierra y Libertad, la voce dell'AMZ  | 
                   
                 
                  Il 
                  diritto all'autonomia 
                 La AMZ è quindi un'alleanza tra organizzazioni che 
                  hanno una convergenza politica ed ideologica, uno spazio di 
                  analisi che parla di sé e diffonde il suo pensiero attraverso 
                  il periodico “Viva Tierra y Libertad”. Così 
                  si presenta la AMZ nell'editoriale: “Siamo magonisti perché 
                  l'indio Ricardo Flores Magón è stato il più 
                  coerente dei lottatori sociali di Oaxaca: non si è mai 
                  venduto ai potenti, non ha mai accettato le ingiustizie o la 
                  dominazione dell'uomo sull'uomo; siamo zapatisti perché 
                  sentiamo profondamente la necessità di Terra e Libertà 
                  di fronte alla mancanza di soluzioni politiche ai nostri conflitti 
                  agrari, di fronte agli inganni che soffriamo intorno ai grandi 
                  progetti come le dighe, e ai piani dei ricchi per rubarci le 
                  nostre terre e risorse naturali, per convertire le nostre regioni 
                  in corridoi industriali e militari. Siamo zapatisti perché 
                  condividiamo con gli uomini e le donne dell'Ejército 
                  Zapatista de Liberación Nacional la voglia di creare 
                  una nuova forma di fare politica, che sia comandare ubbidendo, 
                  e vogliamo continuare la lotta per le richieste che forse per 
                  molti sono moda ma che per noi, i popoli che soffrono la repressione 
                  quotidianamente, sono una necessità esistenziale. Siamo 
                  magonisti e zapatisti perché non aspiriamo a esercitare 
                  il potere, ma a costruire un mondo libero, giusto e democratico”. 
                  Tra le realtà che hanno fondato l'AMZ c'è anche 
                  CODEDI (Comité de Defensa de los Derechos Indígenas 
                  de Xanica), organizzazione dello Stato di Oaxaca che partecipò 
                  alla fondazione della APPO. CODEDI è nata nel 1999 a 
                  Xanica, municipio della Sierra Madre del Sur, e lotta in difesa 
                  dei diritti del popolo indigeno zapoteco. In particolare, CODEDI 
                  si batte perché sia rispettato il diritto all'autonomia 
                  stabilito nella Costituzione di Oaxaca: esiste un articolo, 
                  redatto per paura che le sedici nazioni indigene di Oaxaca potessero 
                  prendere a modello l'insurrezione zapatista, che prevede l'autogoverno 
                  indigeno secondo il sistema tradizionale di “usi e costumi”. 
                  Di fatto, però, i partiti tentano sempre di imporre i 
                  propri uomini come autorità nelle comunità. 
                  Abraham Ramírez Vázquez è stato ingiustamente 
                  incarato per sei anni a causa della sua lotta nel CODEDI. “Nel 
                  2004 nello Stato di Oaxaca prese il potere Ulises Ruíz 
                  Ortiz ed impose un'autorità qui a Xanica”, mi ha 
                  raccontato Abraham. “Noi ci siamo ribellati e il Governo 
                  ci ha mandato dodici pattuglie della Polizia Statale. Il mese 
                  dopo, il 15 gennaio 2005, stavamo costruendo un edificio, quando 
                  la polizia statale ci sparò contro, a me e ad altri due 
                  compagni: Noel y Juventino García Cruz. Poi mi accusarono 
                  di aver ucciso un poliziotto, oltre che di sequestro e lesioni. 
                  Siamo stati più di un anno nel carcere di Oaxaca e, dopo 
                  aver avuto un incontro nel penitenziario con il Subcomandante 
                  Marcos, che passò di lì durante il giro della 
                  Otra Campaña, ci hanno trasferiti al carcere regionale 
                  di San Pedro Pochutla. Abbiamo denunciato in molte occasioni 
                  le violazioni ai diritti umani che si davano nel reclusorio, 
                  e per questo mi hanno trasferito al carcere di massima sicurezza 
                  di Miahuatlán, dove sono stato un anno e tre mesi. Ho 
                  continuato a denunciare e, grazie all'appoggio nazionale ed 
                  internazionale, mi hanno di nuovo trasferito a San Pedro Pochutla. 
                  Lì sono stato un altro anno e tre mesi, quando finalmente 
                  sono stato assolto da tutti i delitti di cui mi si accusava”. 
                
                   
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                    Murales 
                        nella sede di Radio Roca, la radio del CODEDI, nella comunità 
                        di Xanica  | 
                   
                 
                  Un 
                  laboratorio dove si condividono analisi 
                 L'appoggio internazionale di cui parla Abraham è arrivato 
                  soprattutto dagli ultimi arrivati nell'AMZ: gli integranti del 
                  collettivo Nodo Solidale di Roma, che fanno riferimento all'area 
                  autonoma e libertaria. Dopo un viaggio in Messico, i ragazzi 
                  romani hanno cercato di creare una relazione diretta tra l'Italia 
                  e le realtà conosciute durante il viaggio. Attraverso 
                  la piattaforma PIRATA (Plataforma Internacionalista por la Resistencia 
                  y la Autogestión Tejiendo Autonomías), di cui 
                  fanno parte anche il Collettivo Zapatista di Lugano, Nomaz di 
                  XM24 di Bologna e l'olandese Grassroots Project, organizzano 
                  eventi nei centri sociali di varie città italiane, per 
                  finanziare alcuni progetti in Messico, tra cui Mizral, un centro 
                  per apprendere tecniche di agricoltura organica. “L'idea 
                  è fare cooperazione dal basso, senza l'appoggio dei partiti 
                  o del governo”, racconta un integrante di Nodo Solidale. 
                  “Organizziamo anche brigate internazionali di lavoro ed 
                  osservazione, oltre a corsi di formazione nelle comunità. 
                  Invitiamo i compagni messicani in Italia, o noi stessi organizziamo 
                  degli incontri perché si conoscano le esperienze di lotta 
                  messicane. 
                  Facciamo anche un lavoro di analisi: pensiamo che l'America 
                  Latina, e soprattutto il Messico, sia un laboratorio politico 
                  e pratico infinitamente interessante. I movimenti sociali europei 
                  hanno bisogno di nuove proposte di fronte alla crisi sistemica 
                  che stiamo vivendo. La nostra idea è analizzare il concetto 
                  di autonomia nel modo in cui si sta sviluppando in Messico, 
                  soprattutto in Chiapas e nello Stato di Oaxaca, in modo che 
                  in Italia la gente prenda coscienza che esiste qualcosa di alternativo 
                  al capitalismo e al comunismo”. 
                  Nodo Solidale e la piattaforma PIRATA sono stati molto attivi 
                  nella lotta per la liberazione di Abraham, e l'appoggio internazionale 
                  è stato fondamentale per il suo rilascio. “Quando 
                  Abraham è stato liberato, ci hanno invitati ad entrare 
                  nell'AMZ, e far parte del movimento di Oaxaca ci gratifica molto. 
                  Io vedo la AMZ come un'alleanza molto originale tra contadini 
                  e persone che vivono in città, tra universitari e saggi 
                  conoscitori della terra. Sono due tipi di conoscenze che si 
                  fondono e si arricchiscono: indigeni, messicani meticci e internazionali. 
                  È un laboratorio dove si condividono analisi, perché 
                  ognuno possa cercare il suo cammino”. 
                   
                  Emma Volontè 
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