immigrazione 
                  Morire di clandestinità 
                  Badante ucraina muore per un’emorragia, senza chiedere aiuto: temeva una denuncia e l’espulsione. 
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                  Bari, 10 giugno 2009. Il marchio della “clandestinità“ uccide ancora. Vira Orlova, badante ucraina di 39 anni, incinta, è morta dissanguata all’interno dell’appartamento in cui lavorava, a Torre a Mare, in provincia di Bari. Dopo tante ricerche, aveva da poco trovato un’occupazione. Improvvisamente, si è sentita male e ha cominciato a sanguinare, ma non ha chiamato nessuno: la paura di perdere il lavoro o di essere denunciata per la sua condizione “irregolare” l’ha bloccata. Ha cercato una bacinella, in cui ha raccolto il sangue che abbandonava il suo corpo, a causa di un aborto spontaneo. Ha resistito, sperando di farcela. Ma l’emorragia non si è arrestata e Vira, che si faceva chiamare Ylenia, è caduta al suolo, dove ha perso la vita. Nella stanzetta in cui alloggiava, a Mola di Bari, ospite di amiche “clandestine” come lei, i carabinieri hanno trovato il suo passaporto, senza i visti di ingresso. 
Fonte: www.everyonegroup.com. 
                   
                                    
                
                  
                    Piccoli e scuri, puzzano e rubano... 
                      “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. 
  Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. 
  Si costruiscono baracche nelle periferie. 
  Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. 
  Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. 
  Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. 
  Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. 
  Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; 
  spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. 
  Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. 
  Dicono che siano dediti al furto e se ostacolati, violenti. 
  Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. 
  I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali.” 
                       
                        dalla relazione sugli immigrati italiani dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso degli Stati Uniti. 
                    0ttobre 1919.  | 
                   
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