rivista anarchica
anno 39 n. 343
aprile 2009


dossier sul pacchetto sicurezza e dintorni

Pacchetto sicurezza: quando la povertà diventa reato

Fermatevi un minuto.
Pensate.

 

Tra qualche giorno saremo tutti più sicuri, la nostra vita, quella dei nostri figli, quella dei nostri vicini di casa sarà più tutelata grazie al pacchetto “sicurezza”, al decreto “antistupro” e alla riforma della “giustizia”.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno qualcuno sarà buttato fuori casa, privato della residenza: quindi niente medico né scuola i suoi figli. Ai poveri, ai senza casa, a chi occupa viene negata l’iscrizione all’anagrafe se il posto dove vivono non ha idoneità abitativa.
Ma non preoccupatevi: al ministero dell’Interno costituiranno un registro per schedare tutti i senza casa. Quando l’inverno ne inghiottirà uno cancelleranno il nome dall’elenco. Quando la polizia prenderà le impronte ai rom gli altri europei non potranno protestare contro il censimento razzista.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno quel ragazzo che incontrate ogni giorno al bar sparirà: verrà portato in una galera per senza documenti, un CIE, Centro di Identificazione e Espulsione. Con la nuova legge ce lo terranno sino a sei mesi per poi deportarlo in un paese dove non può e non vuole più vivere.
Sino a qualche mese fa faceva il muratore: è venuta la crisi e l’hanno lasciato a casa. Senza lavoro niente documenti e senza documenti si piomba nel limbo dell’illegalità, perché l’immigrato senza carte che non accetta l’espulsione sarà considerato un delinquente. No, di più, perché se un immigrato commette un reato gli verrà data una pena più alta. La legge, è scritto nei tribunali, è uguale per tutti. Meno i poveri.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno qualcuno per potersi sposare o rifare le carte dovrà pagare ben 200 euro: una tassa speciale per gente speciale, gli immigrati.
Chi sperava di poter finalmente vivere con i familiari rimasti al paese dovrà aspettare ancora, perché farli venire qui sarà più difficile. Meno male che questo governo ogni giorno si sciacqua la bocca con il “valore” della famiglia.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno qualcuno starà male nell’androne di una casa, dietro ad un albero dei giardinetti, nascosto dentro una vecchia auto. Forse morirà. Niente cure o medicine per i senza documenti, perché ai pazienti che non li hanno non sarà garantito l’anonimato e medici e infermieri potranno denunciarli. Forse solo pochi lo faranno: molti portano il cartellino “siamo infermieri e medici, non spie”. Ma nel dubbio chi vorrà rischiare l’espulsione?

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno, in un paese dove pochi potenti hanno in mano giornali, televisioni, radio un vostro amico sarà perseguito dalla legge perché ha detto la propria scrivendo su un muro. Le associazioni e i gruppi “sospettati” di non amare l’ordine costituito saranno sciolti, i siti internet liberi multati ed oscurati.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno costerà caro occupare una casa o mettere un banchetto su un marciapiede, perché verranno inasprite le pene per chi occupa edifici o il suolo pubblico. Chi si prende uno stabile abbandonato perché non può permettersi di pagare, chi mette un banchetto per vendere qualcosa sarà considerato un criminale.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno qualcuno si incazzerà per tutto questo e dirà la propria in modo troppo “vivace” su un giudice, un poliziotto, un vigile, un parlamentare, un ministro. Niente paura, tutto è sotto controllo: sino a tre anni di galera a chi ha la lingua troppo tagliente.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno bande legalizzate di razzisti e fascisti gireranno per le strade indicando alla polizia i senza casa, gli abusivi, i tiratardi, gli stranieri poveri che vendono fiori e accendini. Nel ventennio le chiamavano squadracce, oggi ronde.

Fermatevi un minuto. Pensate.
Tra qualche giorno vi sentirete più sicuri?
Il pacchetto sicurezza è un altro passo verso un diritto diseguale, in cui non conta quello che fai ma quello che sei. È il presupposto di ogni legge razzista. È il presupposto di ogni stato di polizia. Nel mirino i migranti, i poveri, i senza casa e chiunque si opponga all’ingiustizia e alla discriminazione.
In questi mesi e giorni da Castelvolturno a Milano, da Lampedusa a Massa a Torino immigrati e rifugiati sono scesi in strada contro uno Stato che divide la gente in uomini e no.
Voi con chi state?

Federazione Anarchica Torinese