rivista anarchica
anno 35 n. 308
maggio 2005


ai lettori

NessunA linea

 

Diversità. Due dossier su questo numero di “A” si occupano di due anarchici tra di loro molto, molto diversi – Luigi Veronelli e Umberto Marzocchi.
Veronelli era un personaggio decisamente al di fuori di qualsiasi schema, conosciuto dal grande pubblico come il massimo esperto italiano di vini, autore di decine di libri, curatore di guide e di dispense settimanali, ricordato dai non più giovanissimi per una storica serie televisiva con Ave Ninchi. Sconosciuta al grande pubblico era la sua appassionata attività editoriale e sociale, che negli ultimi anni si era concretizzata nel progetto “Critical wine/Terra e libertà” e nelle molte battaglie sostenute in difesa delle produzioni naturali, contro la logica del profitto e delle multinazionali. Ancora meno noto il suo costante riferirsi all’anarchismo, come dimostra l’etichetta che aveva coniato per sé e che voleva accompagnasse il suo nome sui manifesti di convocazione delle iniziative cui era presente: anarchenologo.
Marzocchi, invece, apparteneva alla “razza” dei militanti anarchici nati intorno all’inizio dello scorso secolo, quella che conobbe giovane il fascismo, vi si oppose con determinazione e, a costo di grandi sacrifici, affrontò l’esilio, la guerra di Spagna, la Resistenza (nel caso di Marzocchi, il maquis francese) e poi la lunga e difficile opera di ricostruzione del movimento anarchico nell’Italia del secondo dopoguerra.
Nel ricordarli, ci piace sottolineare la profonda diversità dei loro percorsi esistenziali e politici. Sta proprio qui una delle ricchezze maggiori dell’anarchismo, cioè la capacità di attrarre a sé e di valorizzare visioni del mondo, sensibilità, capacità operative radicalmente “altre” nella loro genesi, ma accomunate da una comune tensione libertaria, umanitaria, solidaristica.
Ci si potrebbe sbizzarrire nel mettere in luce le differenze che separano questi due anarchici: si pensi – per esempio – al progetto veronelliano di presentare delle liste alle elezioni, per portare avanti anche così il suo progetto di difesa delle produzioni contadine e di una vita “ecologica” e, dall’altra parte, allo storico astensionismo anarchico proprio della tradizione militante, tante volte esposto e difeso da Marzocchi in comizi, conferenze, ecc.
Eppure, da entrambi questi nostri compagni noi vogliamo “attingere” quel che ci serve per ragionare e per agire, tenendo ancora una volta la nostra rivista aperta alle mille voci della libertà – senza alcuna pretesa di “dare la linea”, più modestamente accontentandoci di fornire elementi di conoscenza e di stimolo.


Papa. È stata una delle campagne mediatiche più intense e asfissianti cui siamo stati sottoposti. La morte in diretta di Karol Wojtila, il suo declino fisico, le esequie e tutto il resto hanno dato il la ad un coro quasi unanime di cordoglio e mitizzazione: un gigantesco spot pro-Chiesa che ha fatto registrare pochissime voci dissonanti, tra le quali la nostra (cfr. lo scritto di Maria Matteo).


Sito. Sono migliaia al mese i contatti registrati sul nostro sito Internet, al punto che stimiamo di avere altrettanti lettori on-line di quanti ne abbia la rivista “cartacea”. In tutto, circa dieci/dodicimila persone al mese che leggono o almeno danno un’occhiata ad “A”.
Ricordiamo che sul sito, curato da Cati Schintu (con la collaborazione di Alex Steiner), si possono leggere e scaricare tutti gli ultimi 61 numeri della rivista, a partire dal n. 246 (giugno 1998). C’è poi la possibilità di abbonarsi e di ordinare un po’ tutti i nostri “prodotti”, dai Dossier ecologisti alle Letture dei classici dell’anarchismo, dalla videocassetta su Franco Serantini alle nostre (richiestissime) 4 cose su Fabrizio De André. Grazie al lavoro (in corso da anni) di Massimo Torsello e Nadia Buttà, c’è poi l’Anarchivio, che consiste nell’indicizzazione dell’intera collezione di “A”. C’è già l’indice di tutti i numeri, mentre a tutt’oggi sono presenti i testi completi dei seguenti numeri: dal n. 1 al n. 99 e dal n. 246 al n. 269.
Cliccando arivista.org si apre insomma uno spazio interessante, al quale val la pena dare almeno un’occhiata. Ci fanno piacere critiche e suggerimenti, per migliorarlo. Intanto il lavoro continua...