Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 79
dicembre 1979 - gennaio 1980


Rivista Anarchica Online

La burocraC.I.A. del terrore
di Noam Chomsky (traduzione dal periodico "In these times" di Chicago)

Nel gennaio 1976 la Commissione Pike della Camera dei deputati degli Stati uniti completò il suo rapporto sulla CIA e sull'FBI. benché fosse ufficialmente coperto da segreto il documento trapelò alla stampa e comparve il 16 e il 23 febbraio sul Village Voice. Il rapporto definitivo della Commissione senatoriale (Commissione Church) sulle attività dei servizi segreti fu reso pubblico in aprile. Il documento veniva a integrare la vasta serie di formazioni provenienti dalle aule dei tribunali e da altre fonti. L'analisi di questo materiale dà modo di comprendere a fondo il ruolo dei servizi segreti americani all'interno e all'esterno del paese e l'evoluzione della politica nazionale e internazionale degli Stati uniti dal dopoguerra ad oggi.
I documenti rivelano che la CIA e l'FBI sono stati impegnati in azioni sovversive, terroristiche, di istigazione alla violenza e di disgregazione dei movimenti d'opposizione in tutto il mondo. Non si trattò di attività sporadiche o "prive di controllo", bensì di azioni sistematiche, relativamente indipendenti da cambiamenti politici e in generale organizzate ai più alti livelli dello stato. Ma quali furono queste attività della CIA?
Secondo il Comitato Pike, tutte le prove indicano che la CIA, lungi dall'essere priva di controllo, ha eseguito fedelmente le istruzioni del Presidente e dell'addetto alla sicurezza nazionale. La "stragrande maggioranza" delle sue "attività segrete" furono ispirate da organismi esterni alla CIA, cioè da quegli organismi civili che di fatto utilizzano la CIA come il braccio armato della presidenza.
Una delle funzioni della CIA, fin dalle sue origini, fu quella di minare i governi nei paesi alleati o sottoposti al dominio degli Stati Uniti. Dal 1948 al 1968 la CIA e "organizzazioni collegate" spesero solo in Italia più di 65.000.000 di dollari per sconvolgere il quadro politico di quel paese. Tutto questo rientrava nel quadro delle iniziative prese dal governo degli Stati Uniti, e favorite dalla burocrazia del lavoro, per spaccare e indebolire il movimento operaio e, in generale, per rafforzare il capitalismo e garantire agli USA il dominio del mondo industriale. La Commissione Pike fornisce i seguenti dati: dal 1965 ad oggi, il 32% delle attività segrete approvato dalla Commissione dei Quaranta avevano come obiettivo il finanziamento di campagne elettorali a favore di partiti e uomini politici stranieri. La Commissione dei Quaranta è un organo cui spetta la supervisione e l'approvazione delle attività dei servizi segreti ed è sottoposto al diretto controllo del Presidente. I tentativi di indebolire i governi costituiscono di gran lunga l'attività principale della CIA e sono diretti soprattutto verso il Terzo Mondo. Tra questi non sono compresi i tentativi del governo e di altri organismi ad esso collegati di interferire in paesi come il Cile o, più recentemente, la Thailandia.
Lo stesso vale per la politica interna. La Commissione Church riferisce che tutte le amministrazioni, da quella di Franklin D. Roosevelt a quella di Richard Nixon, hanno avallato e a volte addirittura incoraggiato le attività di spionaggio del governo in campo politico. Il bersaglio principale, ma non l'unico, fu la sinistra. Le indagini sul N.A.A.C.P. (National Association for the Advancement of Colored People) ad esempio, si protrassero per oltre 25 anni, anche se non si riuscì mai a scoprire nulla che smentisse i risultati del primo anno di indagine, e cioè la spiccata tendenza di questa organizzazione a non compromettersi con attività comuniste.
Le indagini e il tentativo di smembrare il Socialist Workes Party furono portati avanti per 34 anni e di fatto continuarono per molto tempo anche dopo che presumibilmente il partito aveva cessato di esistere. Ciò che la Commissione Pike chiama razzismo dell'FBI raggiunse il culmine negli anni '60, con la crescita del movimento dei neri e di quello per i diritti civili. Le azioni programmate per indebolire questi movimenti e screditarne i leaders iniziarono al tempo di Kennedy, si fecero più massicce sotto la presidenza di Johnson e Nixon, per arrivare infine ad una vera e propria istigazione alla violenza e all'omicidio e, pare, alla complicità dell'FBI nell'assassinio dei leaders della Pantere Nere Fred Hampton e Mark Clark. Anche la CIA esercitava un'intensa attività all'interno del paese. La Commissione Church riferisce, per esempio, che circa 250.000 lettere private furono aperte e fotografate dalla CIA negli Stati Uniti tra il 1953 e il 1973, consentendo la schedatura a mezzo computers di 1 milione o 1 milione e mezzo di persone.
Le attività sovversive dei principali servizi segreti sono state volta a volta ridimensionate in rapporto alla gravità dei fenomeni che si presumeva presentassero una minaccia per la politica del governo. La violenza diretta contro il movimento pacifista e le provocazioni ad opera di agenti infiltrati crebbero negli anni '60. Verso la metà del decennio tutte le "università libere" erano controllate dall'FBI. La Commissione Church riferisce che l'FBI nel 1970 promosse indagini su tutti i membri dell'SDS (Students for Democratic Society) e su tutti i gruppi di studenti neri e altre organizzazioni simili. In tutto il paese, agenti dell'FBI, infiltrati e gruppi terroristici clandestini alimentarono la violenza con attentati dinamitardi, omicidi, rapimenti, pestaggi, rapine e così via. All'estero la situazione non era diversa.
Il rapporto Pike fa luce sulle gravi conseguenze della incompetenza dei servizi segreti. Nell'ottobre '73, per esempio, le proteste sovietiche per le violazioni del cessate il fuoco in Egitto da parte degli israeliani portarono il mondo sull'orlo di un conflitto nucleare. Secondo la Commissione Pike, i servizi segreti americani si fidarono ciecamente (sic) dei bollettini di guerra israeliani, eccessivamente ottimisti. L'Unione Sovietica, che disponeva di informazioni più precise al riguardo, reagì duramente alla violazione della tregua e giunse perciò a un diverbio con gli Stati Uniti. Le minacce di un intervento militare sovietico misero in allarme le truppe americane in tutto il mondo. L'ottusità e la leggerezza dei servizi segreti avevano portato l'America sull'orlo della guerra.
Leggendo tra le righe potremmo supporre che le violazioni di cui parlavano i rapporti eccessivamente ottimisti apparissero da questi assai meglio riuscite di quanto non fossero realmente e di quanto avessero constatato i servizi segreti russi. Indirettamente perciò il rapporto della Commissione Pike induce ad alcune interessanti riflessioni sulla politica perseguita in quegli anni dal governo americano.
Alcune delle attività della CIA spiccano per particolare cinismo. Per limitarci a un solo esempio: la CIA appoggiò in Iraq la rivolta dei curdi, mentre il governo degli Stati Uniti cercava di impedire la creazione di un assetto politico che avrebbe potuto garantire a quel popolo un minimo di autonomia. Inoltre, Kissinger, Nixon e lo Scià si accordarono per una politica di "non-vittoria", per far continuare la rivolta e compromettere sia le sorti del paese, sia quelle del movimento curdo. Un brusco mutamento nella linea politica internazionale rappresentò infine la condanna dei curdi e gli USA negarono ai loro ex-alleati, schiacciati con la forza, anche la più elementare assistenza sul piano umanitario. Un alto funzionario del governo giustificò questo fatto presso la Commissione Pike dicendo: le attività segrete non devono essere confuse con l'opera missionaria. 200.000 curdi riuscirono a trovare scampo nella fuga. L'Iran, tuttavia, ne rimandò indietro a viva forza 40.000 e il governo americano si rifiutò di concedere loro asilo politico, anche se ne avrebbero avuto pieno diritto.
Tuttavia, il rapporto della Commissione Pike non prende in esame tutte le più sordide attività delle organizzazioni terroristiche governative. Non dice nulla, perciò, della guerra segreta della CIA nel Laos o del programma Phoenix nel Vietnam, che, secondo il governo di Saigon, causò oltre 40.000 vittime e fu un vero e proprio massacro indiscriminato. La Commissione Church porta numerose prove per dimostrare che l'FBI tentò di scatenare guerriglie tra bande rivali nei ghetti neri, ma non parla a sufficienza delle atrocità perpetrate nel corso della campagna per l'eliminazione e la distruzione del Black Panther Party, così come non indaga sulle istigazioni alla violenza, sui finanziamenti e il rifornimento di armi ai gruppi terroristici, sulla copertura di attività criminali e simili di cui i servizi segreti si resero responsabili a San Diego e in altre città americane. Il rapporto, comunque, fornisce elementi sufficienti a farci comprendere fino a che punto il governo degli Stati Uniti si adoperò attivamente per garantire, in patria e all'estero, un ferreo controllo sociale attraverso l'uso di mezzi illeciti, quali l'istigazione alla sovversione, la forza e la violenza.
Un'indagine più accurata farebbe risalire le attività dei servizi segreti politici al Terrore Rosso degli anni immediatamente successivi alla I guerra mondiale, quando Edgar J. Hoover guadagnò una posizione di sempre maggior rilievo nel quadro delle attività del governo per la distruzione della sinistra e del movimento operaio, con l'appoggio della stampa e degli industriali. Erano i tempi del procuratore generale Palmer, che disse di voler estirpare le radici del movimento rivoluzionario, che hanno stretto le idee americane nella morsa letale delle loro venefiche teorie.
Di fatto, però, tutto ebbe inizio molto prima di allora. Bisognerebbe analizzare il ruolo non indifferente giocato dal liberalismo americano nello sviluppo e nella giustificazione dei meccanismi di controllo ideologico e bisognerebbe poi risalire fino ai giorni nostri, citando i discorsi del genocida Henry Kissinger sulla moralità in politica estera, non mancando di notare che essi furono riportati senza alcun commento dalla stampa liberale. Si giungerebbe inevitabilmente alla conclusione che nulla muterà, di fatto, fino a quando non si svilupperanno, nel nostro paese come nel resto del mondo, movimenti di massa in grado di contrastare efficientemente l'azione violenta dello stato, diretta e organizzata da coloro che detengono il potere di governo in virtù di un incontrastato dominio sull'economia privata.