Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 73
aprile 1979


Rivista Anarchica Online

LETTURE
a cura della Redazione

Atti del convegno di studi su Camillo Berneri,
(Milano, 9.10.1977), La cooperativa tipolitografica editrice, Carrara 1979, pp.176, lire 3.000.

Per la sua vita e la sua morte emblematiche di tutta un'epoca dell'anarchismo internazionale, per la sua produzione teorica e giornalistica ricca ed originale, per la sua generosa militanza rivoluzionaria in tanti paesi europei, Camillo Berneri è una delle figure più note dell'anarchismo - anche al di fuori del nostro movimento. Eppure, se si eccettua l'organica ed intelligente antologia Pietrogrado 1917 - Barcellona 1937 curata da Masini e Sorti quasi vent'anni fa (da tempo fuori commercio), non vi sono state che edizioni saltuarie e scoordinate di suoi scritti, tali da non permettere al militante come allo studioso un approccio organico al suo pensiero.

Se questa carenza di sistematicità nella ripubblicazione degli scritti "colpisce" molti pensatori anarchici, è pur vero che soprattutto uno come Berneri, così poliedrico negli interessi, così costante nel sottoporre continuamente a critica ed a verifica gli elaborati degli altri come i suoi, ne risulta "danneggiato". Per questo suo privilegiare la critica approfondita rispetto alle esigenze della propaganda, per il suo rifiuto di ripetere sempre le stesse quattro cose evitando le asprezze e le incertezze derivanti da un costante riesame delle posizioni, Berneri - più di tanti altri - ha detto tutto ed il contrario di tutto: o meglio, gli è stato fatto dire tutto ed il contrario di tutto, servendosi del suo nome prestigioso per "coprire" posizioni le più discutibili.

Indubbiamente, a noi pare che Berneri in più di un'occasione, forse spinto dalla necessità di contestare certa ripetitività spesso presente nella propaganda anarchica, abbia finito per sposare tesi estremamente discutibili (alludiamo, per esempio, alla "questione elettorale"). Pur disposti ad apprezzare lo spirito "iconoclasta" del suo approccio ai problemi, non ne condividiamo spesso il risultato - preferendo cercare nel suo pensiero quegli spunti che più ci sembrano validi per la nostra azione oggi. Non possiamo quindi concordare con lo spirito e con alcune parti della relazione (L'anarchismo attualista di Camillo Berneri) che Gino Cerrito ha presentato al convegno sull'anarchico lodigiano, di cui qui recensiamo gli atti. Recuperare l'ambiguo discorso berneriano in tema di elezioni e di astensionismo, tentando maldestramente di dargli una "copertura" citando a sproposito Malatesta, il tutto per giustificare la scelta di partecipazione ai referendum (da quello istituzionale del '46 a quelli più recenti su divorzio ecc.), ci sembra un'operazione inaccettabile.

Per la chiara messa in luce dei rapporti strutturali tra marxismo, leninismo e stalinismo - sulla base delle limpide posizioni espresse da Berneri nei suoi scritti come nella sua azione militante - segnaliamo invece la relazione di Nivo Berti (Berneri di fronte allo stalinismo). L'analisi berneriana dello stalinismo - osserva Berti - colpisce alla radice proprio perché parte dalla critica ad alcune posizioni base del cosiddetto "socialismo scientifico".

Azione diretta e autogestione operaia,
di Louis Mercier Vega, Edizioni Antistato, Milano 1979, pagg. 150, lire 2.500.

Con il linguaggio semplice, vivace e concreto dell'ex militante operaio e dell'ex giornalista e con la vasta esperienza del rivoluzionario cosmopolita che ha vissuto la realtà di cui parla e dello studioso che su di esse ha riflettuto, Louis Mercier Vega (1914-1977) - che la nostra rivista ha avuto come assiduo collaboratore sotto lo pseudonimo di S. Parane - ripercorre in parallelo i tragitti della classe operaia e delle sue espressioni sindacal-rivoluzionarie, nelle uniformità e nella varietà di comportamenti di speranza, di condizioni sociali, economiche geografiche e culturali, dagli inizi del secolo ad oggi.

Dall'operaio-artigiano all'operaio-massa, dallo sciopero rivoluzionario all'assenteismo, dalla solidarietà alla burocrazia, senza sottovalutare la parallela evoluzione dell'intera struttura sociale, come lo sviluppo dei ceti medi tecnici ed amministrativi che da un lato alimenta l'élite tecno-burocratica dei nuovi padroni e dall'altro falangi di nuovi proletari in colletto bianco, Mercier va alla ricerca dei motivi per cui l'anarcosindacalismo è stato possente espressione della forza e della volontà rivoluzionaria operaia e dei motivi per cui quello stesso anarcosindacalismo ed insieme quell'autentica autonomia operaia che rappresentava sono entrati in crisi negli anni '20 e '30, senz'essere tuttavia annichiliti definitivamente né dalla repressione né dal benessere. In Spagna, dopo quarant'anni di dittatura fascista, la CNT riunisce nel 1978 oltre trecentomila lavoratori sotto le bandiere dell'anarcosindacalismo e nella Svezia del welfare socialdemocratico i trentamila militanti della SAC tengono accesa la fiaccola della controsocietà libertaria.

Dagli anni ruggenti, attraverso il deserto di una contraddittoria integrazione economica politica culturale, fino alle soglie forse di nuovi slanci e nuove rivolte, Mercier va soprattutto cercando motivi e modi e forme di una possibile rinascita sindacalista rivoluzionaria. Mentre in Italia il bisogno diffuso e la pratica frammentaria dell'azione diretta e della democrazia diretta da anni caratterizzano il conflitto sociale, dentro e fuori le strutture sindacali burocratizzate, questo volumetto si presenta come una specie di manuale per il militante libertario, un manuale paradossale, fatto non di comode soluzioni ma di lucidi e appassionati interrogativi.