Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 73
aprile 1979


Rivista Anarchica Online

Anche per oggi non si vola!
di Alfonso e Dino

Mentre "chiudiamo" la rivista, la lotta degli assistenti di volo dell'Alitalia è ancora al centro dell'attenzione (e delle calunnie).

In queste pagine pubblichiamo un'intervista con un gruppo di assistenti di volo, una nota esplicativa sulla piattaforma del Comitato di lotta nonché alcune considerazioni in merito dei due compagni - Alfonso e Dino - che hanno curato il servizio. Assistenti di volo dell'Alitalia fino al '74 (quando si dimisero per dar vita a Carrara alla tipografia in cui si stampa anche la rivista), Alfonso e Dino conoscono molto bene l'ambiente per aver partecipato attivamente ad anni di agitazioni e lotte del settore. Per realizzare questo servizio Alfonso è andato a Fiumicino, ha parlato con decine di assistenti di volo e di hostess, ha partecipato ad un'incandescente assemblea, vivendo dal di dentro l'entusiasmante clima di questa lotta autogestita.

La lotta degli assistenti di volo è balzata alle prime pagine dei giornali. Su di voi ne dicono di tutti i colori: Bocca, Goldoni e Costanzo si sono scomodati per coprirvi di insulti. Siete strapagati, lavorate 46 ore al mese, fate un mestiere "affascinante".... Dal canto suo l'Alitalia vi accusa di voler diventare gli assistenti di volo più assenteisti, meglio pagati, con minor carico di lavoro di tutto il mondo.... Finalmente Lamamacariobenvenuto vi accusano di essere una corporazione che bada solo ai propri interessi di casta, sulla pelle dei lavoratori e degli... "utenti"....

Già, nessuno di questi signori menziona le 1.500 giornate di sospensione inflitte negli ultimi 4 mesi agli assistenti di volo che facevano rispettare un preciso accordo sindacale.

E nemmeno hanno menzionato il clima che si è venuto a creare a bordo da quando sono state istituite le "teste di cuoio". "Teste di cuoio" è il nomignolo che abbiamo affibiato a quei colleghi che, particolarmente sensibili alle lusinghe dell'Alitalia, si sono prestati a fare le spie nei confronti dei compagni di lavoro. Questi signori, intanto salgono su un aereo 3 settimane su 4; poi si scelgono accuratamente i voli più remunerativi e comodi; infine, una volta a bordo "sorvegliano" il comportamento morale, estetico e, buon ultimo, professionale degli altri. La somma dei dati che raccolgono costituisce un vero e proprio schedario politico, professionale e morale. Per il servizio reso ricevono una mancia fuori busta di 350.000 lire al mese.

L'Alitalia riesce sempre a fare in modo che gli scioperi vengano a cadere nei periodi di bassa stagione, e febbraio e marzo sono i mesi in cui i più danneggiati dagli scioperi sono proprio gli assistenti di volo. Se adesso l'azienda dichiara di perdere un miliardo al giorno, cosa perderebbe se fosse luglio o settembre?

14 mesi dopo la scadenza del contratto, puntualmente all'inizio della bassa stagione, come hai fatto notare, comincia l'agitazione del sindacato e le assemblee....

È dunque in questa fase che nasce il Comitato di Lotta?

Un mese fa la struttura di base della CGIL indice 4 ore di sciopero con assemblea a Fiumicino; ma l'assemblea d'un colpo supera tutte le direttive sindacali e proclama lo stato di agitazione permanente che continua l'assemblea per alcuni giorni. Siamo andati ad una prima azione di sciopero (il 15 febbraio) 12 giorni dopo la nascita del CdL, 12 giorni di picchetti, mobilitazione, elaborazione della piattaforma, assemblee; soltanto allora siamo partiti con il primo sciopero, grossissimo, che ha raccolto un 70% di adesioni. Le assemblee si sono quindi incaricate di mettere a punto una strategia del CdL. A questo punto, già non vi erano più distinzioni di sigle: tutti i lavoratori contribuivano. Lo sciopero ad oltranza nasce quindi da un lavoro precedente che è durato circa 20 giorni.

E cosa ci dici a proposito del "clima di violenza"?

Se ti riferisci a quella della polizia sì: hanno sparato contro due hostess. Per quanto riguarda il CdL questa si aggiunge alle altre menzogne: in realtà, il primo giorno ha scioperato il 70%, il terzo giorno eravamo il 95%....

Ma come si organizza il Comitato di Lotta?

Il dato più bello nella partecipazione, nei picchetti, ecc., è l'estremo "spontaneismo": i lavoratori si autoorganizzano, si danno cioè delle forme di organizzazione spontanea: chi si interessa dei picchetti, chi si incarica di preparare dei turni di presenza.... C'è un tipo di organizzazione pratica: la gente si è resa conto che è necessaria la presenza e quindi viene; si è resa conto che bisogna starci di notte, e ci sta di notte, e così via.

Questo tipo di organizzazione spontanea vale anche per le "piccole cose". Qui alla "stanza 1" puoi trovare carta, pennarelli, i ritagli di tutta la stampa, panini.... Il tutto è finalizzato, così come lo sono i frequenti viaggi, i volantini e tutte le spese, attraverso una colletta volontaria una o due volte al giorno.

Siete però in una posizione di totale isolamento....

I mass-media per questo funzionano fino ad un certo punto, perché abbiamo ricevuto manifestazioni di solidarietà concreta (scioperi) da diversi settori dell'Alitalia e degli aeroporti. Gli operai dell'hangar, invece, che avevano chiesto al sindacato di indire un'assemblea unitaria di tutto il personale aeroportuale, si sono visti opporre, da parte della CGIL e della cellula del PCI, non un netto rifiuto, ma un'interminabile serie di giochetti; fatto sta che l'assemblea di tutto il personale non si è ancora tenuta.

Le altre categorie che si sono trovate in lotta negli ultimi tempi, tutte ci hanno fatto pervenire messaggi di solidarietà e di incoraggiamento, dagli ospedalieri ai marittimi, dai disoccupati ai ferrovieri. Molto significativo è quanto sta avvenendo all'ATI di Napoli: nonostante che il sindacato abbia firmato un accordo separato (noi chiediamo la parificazione fra i lavoratori delle due ditte) e relativamente vantaggioso per loro, col preciso intento di spaccarci, il CdL di Capodichino continua a funzionare e lo sciopero prosegue fino alla soluzione della nostra vertenza.

Questa, nei suoi "punti qualificanti" la piattaforma del Comitato di Lotta degli Assistenti di Volo. Da notare che essa ricalca la prima piattaforma CGIL, poi precipitosamente ritirata da quel sindacato.

Va ricordato inoltre che la categoria è notevolmente sindacalizzata: il tasso di iscritti al sindacato è intorno all'80%, di cui soltanto 10% aderenti al sindacato autonomo (il che smentisce tutte le chiacchiere fatte sulla "corporazione" degli Assistenti di Volo) il numero degli iscritti all'uno o all'altro sindacato è piuttosto variabile: è sufficiente un accordo positivo da parte di un'organizzazione perché si verifichi uno spostamento provvisorio di iscritti verso quella, e viceversa.

I "PUNTI QUALIFICANTI"

1) Diminuzione del tempo massimo giornaliero di volo e di lavoro (vale la pena di far notare che le 500.000 lire di aumento concesse ai piloti, che hanno un contratto diverso dagli assistenti di volo, sono state date in cambio di un aumento di questi limiti).

Le "46 ore di lavoro mensili" dichiarate dall'Alitalia, nascondono alcune verità che rovesciano il discorso. Intanto, l'"ora di volo" (cioè dal momento in cui l'aereo si stacca al momento in cui tocca terra) non è ora di lavoro: il contratto degli assistenti di volo definisce come ora di lavoro (chiamate "ore di servizio") il tempo che passa da un'ora prima del primo decollo a mezz'ora dopo l'ultimo atterraggio; per farsi un'idea, sulle rotte europee e nazionali, il tempo di lavoro effettivo è tre volte quello di volo; sulle intercontinentali, metà in più. Inoltre, la "media mensile" dichiarata dall'Alitalia, comprende logicamente anche le ferie (un mese all'anno) i riposi (10 al mese) le malattie, ecc. ecc.. Ma ad abbassare drasticamente la media contribuiscono le centinaia di assistenti di volo (capi, vice-capi, "teste di cuoio" di cui si parla nell'intervista, burocrati sindacali a tempo pieno, cioè zero ore di volo, e metà tempo; ruffiani, imboscati, ecc. ecc.). Vanno aggiunte ancora le hostess-madri, che per contratto hanno diritto a due anni a terra, il personale impiegato in corsi d'addestramento e aggiornamento (obbligatori per legge) e infine i puniti con sospensione, tutt'altro che rari.

2) Composizione dell'equipaggio fissa e non variabile. L'equipaggio di assistenti di volo di un aereo non è sempre fisso, ma varia a seconda del tipo di pasto servito a bordo (un pranzo richiede l'equipaggio completo, un the no), oppure, per il Jumbo, del numero dei passeggeri imbarcati. È un problema spinoso, perché l'Alitalia si è sempre comportata a tale proposito in modo disonesto. Da ciò deriva la richiesta di attribuire ad ogni aereo un equipaggio fisso, indipendentemente dal tipo di servizio e dal numero dei passeggeri.

3) Garanzia di impiego a terra dopo almeno 8 anni di volo. L'importanza di questa rivendicazione viene inconsapevolmente ammessa dall'Alitalia, quando denuncia l'alto indice di assenteismo della categoria. Volare abbruttisce, volare molto ammazza, senza considerare poi la incredibile situazione dei lavoratori con famiglia, particolarmente le donne. A titolo di esempio, la SAS svedese garantisce alle hostess, oltre al mese di ferie annuale, altri due mesi a terra nella stagione invernale e il passaggio definitivo a terra dopo 7 anni di volo.

4) Estensione agli assistenti di volo dello Statuto dei Lavoratori. Il Codice della Navigazione (1942) conferisce al comandante poteri assoluti sul resto delle persone presenti a bordo. Senza ricordare episodi di "espulsioni" di passeggeri, riportati dalla stampa, è sufficiente dire che il comandante ha autorità di ordinare l'esecuzione di mansioni in violazione delle norme contrattuali, malgrado anche le norme contrattuali abbiano valore legale! Ecco perché viene chiesta l'applicazione dello Statuto dei Lavoratori anche ai naviganti dell'aria: per porre un freno ai continui abusi di potere da parte dei piloti e dell'azienda che incoraggia i comportamenti arbitrari.

5) Aumenti salariali, visto che dal 1972 le paghe sono rimaste ferme.

E dopo?

L'assemblea come realizzazione pratica e contingente dell'autogestione. Abbiamo assistito ad una delle assemblee che quotidianamente si tengono alla "stanza 1"; era un'assemblea "normale", nel senso che i problemi in discussione erano, se così si può dire, di ordinaria amministrazione: un comunicato stampa che stigmatizzava l'operato dei sindacati era l'argomento più importante. Nel momento di punta (l'assemblea è cominciata alle 15, ed è finita a mezzanotte) i presenti erano 350-400. Si tenga conto che la trattativa al ministero non era ancora incominciata, e che era un giorno festivo: tutto ciò può essere considerato come una specie di parentesi fra i primi giorni di mobilitazione e il momento cruciale della trattativa.

Le persone che hanno preso la parola sono state almeno un centinaio, fra i quali alcuni che sicuramente parlavano per la prima volta: tremavano e si erano portati dietro il foglietto da leggere.

Per quanto, come sempre avviene, ci fossero anche interventi più caratterizzati politicamente, essi non venivano fatti prevalere. La ricerca, anche puntigliosa, dell'unanimità è uno degli aspetti più convincenti di questa assemblea. All'interno di un organismo di massa come questo, va senz'altro sottolineato il corretto comportamento dei compagni, che non cercano di far prevalere delle "linee" e nemmeno di trasformare l'assemblea in un intergruppi; tutto ciò mantenendola comunque ricca di contenuti.

Prova ne è la capacità di elaborazione, espressa ad esempio dalla piattaforma del Comitato di lotta (interamente elaborata e decisa dall'assemblea), ma anche dalle numerosissime iniziative che sono state prese in questo mese di sciopero (mentre scriviamo, al ministero del lavoro è stato appena raggiunto un "accordo", già respinto dagli assistenti di volo): cortei all'Alitalia, ai ministeri (sedi dei sindacati comprese), interni all'aeroporto, interventi alle assemblee di Napoli e Milano, volantinaggi a tappeto in tutta Roma. Altra prova di questa capacità di elaborazione viene data dal secco rifiuto a votare a scrutinio segreto sull'accordo fatto dai sindacati. Non è per insicurezza che si sono opposti a questo "referendum", in quanto la piattaforma del Comitato di lotta ha ricevuto in mezza giornata 1600 adesioni su un organico di 2200 persone, di cui 200 assenti da Roma; la motivazione, data da loro stessi anche in un'intervista lampo al TG2, è molto più politica: se passa per l'Alitalia il principio che i contratti vanno votati a scrutinio segreto e non più in assemblea generale, in poco tempo ciò diverrebbe regola per tutte le categorie. Inoltre, tutti sappiamo quanto veritieri siano sempre e comunque i risultati che vengono fuori dalle urne....

Altro punto, che merita far rilevare, è il coinvolgimento personale di ognuno in questa lotta: ognuno si trova qualcosa da fare, e lo fa. Un episodio simpatico e anche molto istruttivo è quello dell'arrivo, ogni giorno a mezzogiorno, di una pentolata di pastasciutta: significa che c'è qualcuno che riesce a pensare anche a questo.

Non ci sembra di esagerare se diciamo che l'azione diretta nasce anche da questi comportamenti, che proprio in queste occasioni hanno la possibilità di crescere e svilupparsi.

Da qui il rifiuto della mediazione, anche se ancora non è stato portato alle estreme conseguenze. Ciò è da attribuire ad una non ancora completa maturazione, piuttosto che a una precisa volontà, ma i segni ci sono, ed evidenti: l'attenzione di tutti è rivolta al costringere i burocrati sindacali a trattare sulla base della piattaforma del Comitato di lotta. Qua e là trapela ancora qualche illusione sul ruolo dei ministri e sottosegretari, ma alla prova dei fatti vanno rapidamente scomparendo. Fin dal primo momento hanno aborrito l'ipotesi di diventare sindacato: ciononostante è questo un problema che si pone comunque, se non vogliono vedere frustrati tutti i loro sforzi. Per loro stessa volontà, il livello di scontro con il padrone è ad un punto impensabile soltanto un mese fa e, d'altra parte, lo strumento di lotta che si sono dati, se non adeguato a tempo, ben presto si rivelerà insufficiente.

Il significato di questa lotta per il movimento dei lavoratori. Trattandosi di una piccola categoria, molte cose sono più facili. L'assemblea riesce ad essere veramente rappresentativa, quindi la coesione ne è facilitata: tutti conoscono tutti, tutti hanno lo stesso tipo di problemi. Se gli ospedalieri hanno creato mille episodi, forzatamente (ma non poi tanto: è anche questa una volontà) slegati fra di loro, gli assistenti di volo hanno potuto creare mille episodi, tutti collegati fra di loro. Questo vale anche per l'innalzamento dello scontro del quale si parlava prima: attraverso la maggior coesione e l'unitarietà è molto più possibile la non facile ricerca di strumenti realmente alternativi a quelli burocratico-istituzionali. Gli ospedalieri, ad esempio, sembra non siano stati capaci di uscire dalla ghettizzazione nella quale si sono venuti a trovare (o si sono cacciati?). E così i ferrovieri, incapaci di affermare a chiare lettere che i loro interessi non si confondevano con quelli del sindacato corporativo. Non vogliamo enfatizzare oltre misura la portata della lotta degli assistenti di volo, in essa però esistono dei contenuti tipicamente anarcosindacalisti, che vanno riconosciuti come positivi. Se è vero che ospedalieri, ferrovieri e marittimi finora hanno progredito in maniera non sempre diretta verso l'emancipazione, è altrettanto vero che la storia del movimento operaio non è ancora conclusa; l'esempio di questa categoria può essere proficuamente ripreso e portato più avanti da altri.