Rivista Anarchica Online
Anarchici oggi
di P.F.
Il recente congresso della F.A.I. (vedi nota a lato) ha visto convergere per
alcuni giorni a Carrara numerosi
anarchici, che hanno partecipato (come delegati di gruppi aderenti alla F.A.I. oppure come osservatori)
ai lavori
del congresso; poiché la F.A.I. suole tenere i suoi congressi a distanza di circa due-tre anni l'uno
dall'altro, essi
vengono a costituire un periodico momento di riflessione sulla situazione del movimento anarchico in
Italia. La
numerosa presenza di delicati di gruppi aderenti alla G.I.A., ai G.A.F. ed autonomi ha ancora una volta
dimostrato
l'interesse con il quale l'intero movimento segue il dibattito politico che all'interno della F.A.I. si era fatto
nei mesi
precedenti il congresso particolarmente acceso: si consideri poi che la F.A.I. (costituitasi nel 1945)
è la più
"anziana" organizzazione del movimento di lingua italiana, e nonostante difficili periodi di crisi ne
è tutt'oggi
anche la più numerosa. Inoltre da alcuni anni l'intero movimento anarchico (compresa la F.A.I.)
sta conoscendo
un periodo di notevole rilancio quantitativo che ha ridato peso ed incisività alla presenza
anarchica nella società
italiana.
Bandiere nere
Di bandiere anarchiche, sette, otto anni fa se ne vedevano ben poche, molto poche, a volte proprio
nessuna: fin
dagli anni dell'immediato dopoguerra praticamente erano scomparse, o meglio, si erano a tal punto
rarefatte che
nessuno quasi più le riconosceva. Poi, con il "maggio francese", l'inizio della "contestazione"
studentesca ed
operaia, le bandiere nere e rosso-nere dell'anarchia sono di nuovo spuntate numerose nei cortei, nelle
fabbriche
occupate, nelle scuole, in tutti posti di lotta. Non solo in Francia ed in Italia, ma un po' dovunque, negli
Stati
Uniti come in Germania, in Giappone come in Australia. È un dato di fatto incontestabile,
riconosciuto ormai da tutti, che la fine degli anni sessanta ha segnato una tappa
molto importante nella storia ormai più che centenaria dell'anarchismo internazionale. Prima del
'68, infatti, il
movimento anarchico attraversava da molti anni una crisi quantitativa preoccupante: pochi erano i giovani
che
si avvicinavano all'anarchismo, mentre il numero dei militanti più anziani si era andato sempre
più assottigliando.
In alcuni paesi questo processo (che a molti pareva preannunciare una progressiva estinzione
dell'anarchismo
come movimento operante nelle lotte sociali) era lento, ma in altri la crisi era particolarmente accentuata
e vedeva
un progressivo orientarsi delle giovani generazioni "ribelli" verso i nuovi miti marxisti-leninisti del
maoismo, del
trotskismo, del castrismo, ecc.. L'Italia che fin dall'inizio era stata e sempre aveva continuato ad
essere un paese particolarmente vivace
nell'accogliere l'anarchismo, soffriva anch'essa per questa crisi quantitativa del movimento anarchico; se
poi si
considera che la ventennale dittatura fascista aveva di fatto limitato moltissimo il formarsi della
generazione di
mezzo fra le "vecchie barbe" e le nuove generazioni che si accostavano al movimento, allora si
avrà un quadro
più chiaro della situazione degli anarchici italiani intorno alla metà degli anni sessanta,
prima dell'attuale rilancio.
L'anarchismo riscoperto
La ventata di "contestazione globale" che dal '68 in poi scosse e continua a scuotere
l'establishment di tutti paesi
più industrializzati, ed anche di alcuni altri, ha provocato naturalmente un rapido ingrossarsi delle
fila anarchiche,
in seguito al quasi improvviso rilancio di metodi e fini di lotta che il movimento libertario agita fin dalla
sua
costituzione (1872) e che lo differenziano da tutte le altre formazioni politiche. L'interesse per le
esperienze di
autogestione, una rinnovata critica alle dittature comuniste dei paesi dell'est, il constatato immobilismo
e la
volontà controrivoluzionaria dei partiti della sinistra tradizionale, il metodo dell'azione diretta,
delle decisioni
assembleari, l'esigenza di sfuggire anche esistenzialmente al totalitarismo della "società del
benessere": queste
sono alcune, solo alcune, delle ragioni che hanno spinto consistenti gruppi di giovani
(soprattutto studenti) a
"riscoprire" l'anarchismo, il socialismo anti-autoritario e libertario di Bakunin, Kropotkin, Malatesta. Libri
ed
opuscoli di parte anarchica sulla rivoluzione russa, sulle collettività spagnole libertarie e sulla
politica
controrivoluzionaria degli stalinisti in Spagna nel 36-39, sono stati rapidamente venduti e sono andati
esauriti,
dopo che per molti anni la loro diffusione era stata lenta e difficoltosa. Annusata la possibilità
di discreti profitti,
anche la grande editoria (di sinistra e non) si è interessata alla ristampa di pubblicazioni di ogni
genere
sull'anarchismo. Basti pensare, per fare un esempio per l'Italia, che la "Storia degli anarchici italiani" di
P.C.
Masini è stata in testa alle classifiche nazionali di vendita per settimane e settimane nel
1970. Nelle scuole e nelle università si sono costituiti in questi ultimi anni collettivi, nuclei
di scuola, gruppi che
esplicitamente si richiamano all'anarchismo, diffondono la stampa ed i libri anarchici, portano ai cortei
le bandiere
nere, ecc.. Questo fenomeno, che intorno al '68 interessava perlopiù i centri più grandi
(Milano, Roma, Firenze,
ecc.), è oggigiorno riscontrabile in molti centri di minore importanza, sia i margini delle
megalopoli industriali,
sia un po' dovunque in tutte le regioni italiane. In misura inferiore, ma non per questo di minore interesse,
il
rilancio dell'anarchismo interessa anche alcuni settori della classe operaia, particolarmente in quelle
fabbriche
in cui più acuto è lo scontro di classe, e quindi più evidente risulta la funzione
pompieristica esercitata dal
sindacato CGIL-CISL-UIL.
L'integrazione difficile
La crescita numerica di questi anni è giunta imprevista, almeno nelle sue notevoli attuali
dimensioni, per cui il
"tradizionale" movimento anarchico ha avuto e continua ad avere non pochi problemi: anche se, dopo
molti anni,
sì può finalmente parlare di problemi di sviluppo, in un più di problemi di
anzianità. Nella '68 come ora, il
movimento in Italia era formato da tre federazioni a carattere nazionale (Federazione Anarchica Italiana
- F.A.I.;
Gruppi d'Iniziativa Anarchica - G.I.A.; Gruppi Anarchici Federati - G.A.F.) e da un certo numero di
gruppi
"autonomi", non aderenti ad alcuna delle succitate tre federazioni. Il tradizionale e caratterizzante metodo
associativo degli anarchici non ha dunque subito modifiche, nè l'avrebbe potuto senza porsi
così automaticamente
al di fuori dell'anarchismo: l'associazione per affinità degli individui nei gruppi, e di questi nelle
federazioni, è
infatti da oltre un secolo il modo organizzativo comune a tutti gli anarchici, contro qualsiasi concezione
e metodo
associativo autoritario. Le cose, comunque, non sono così semplici come forse potrebbero
apparire: il rapido ed imprevisto afflusso di
molti giovani simpatizzanti pone innanzitutto agli anarchici il problema dell'integrazione
di questi giovani nella
comunità anarchica. Per molteplici ragioni (fra le quali la loro giovane età e la loro
caratterizzazione perlopiù
studentesca) una buona parte dei neo-anarchici ignora il tradizionale patrimonio storico di lotte di
limpidità e
etica che differenzia in maniera inconciliabile l'anarchismo da qualsiasi forma di socialismo autoritario.
Vi è
inoltre da sottolineare il fatto che l'ideologia marx-leninista domina ampi settori della "cultura" ufficiale,
ed
egemonizza da decenni quella "di sinistra": ne deriva che molti giovani si accostano all'anarchismo
provenienti
da pur deludenti esperienze in formazioni comuniste, delle quali non pare facile eliminare il marchio
negativo.
Tutto ciò può essere constatato, per esempio, nella tendenza di alcuni gruppi (non solo
in Italia) ad avvicinarsi
a metodi organizzativi efficientisti, basati sul rispetto da parte della minoranza dei deliberati della
maggioranza,
sulla necessaria completa omogeneità teorica e tattica, sul mito (tipicamente autoritario) della
grossa
organizzazione disciplinata e compatta. È evidente, un'impostazione organizzativa di questo tipo,
l'influenza più
o meno diretta della concezione leninista del "centralismo democratico", che è in tutto e per tutto
antitetica a
quella anarchica basata sull'autonomia come metodo organizzativo. È stato d'altra parte
inevitabile che, ingrossandosi le file anarchiche, ne risultasse aumentato anche quel settore
di estrema sinistra che si pone, o meglio cerca di porsi a mezza strada fra l'anarchismo ed il marxismo,
e che di
solito viene definito "marxista libertario". È questo un fenomeno che, pur avendo poco o niente
a che spartire con
l'anarchismo (checché ne pensino i marxisti libertari), dimostra ulteriormente l'insofferenza di
ampi settori delle
ultime generazioni di fronte all'autoritarismo che distingue indistintamente tutte le forze politiche
tradizionali. In questo contesto può in parte essere spiegato il sorgere e lo sviluppo di un
movimento come Lotta Continua,
che ha rappresentato una relativa novità portata dalle agitazioni del '68, e che nei primi tempi
(ma solo allora!)
ha agitato parole d'ordine tipicamente libertarie, pur senza mai qualificarsi con precisione. Il potenziale
sviluppo
libertario di simili movimenti si è comunque definitivamente arrestato a mano a mano che la loro
matrice marx-leninista è emersa.
Luci ed ombre
Al di fuori di qualsiasi ibrida ed impossibile commistione con qualsiasi tendenza autoritaria, il
movimento
anarchico vive oggi la sua esistenza autonoma; negli ultimi anni Umanità Nova,
il settimanale della F.A.I. che
esce senza interruzioni dal 1946, ha aumentato di molto la sua tiratura; inoltre continuano ad uscire il
quindicinale L'Internazionale e la rivista bimestrale Volontà. Dal
1971 a queste pubblicazioni si è aggiunta A-Rivista Anarchica, per cui la stampa
anarchica nel suo insieme ha visto ultimamente quasi raddoppiare la propria
diffusione. I libri stampati dalle varie case editrici anarchiche si esauriscono in breve tempo, e - come
abbiamo
prima accennato - l'anarchismo è bene o male presente nei recenti cataloghi delle principali case
editrici ufficiali.
In tutta Italia esistono oltre un centinaio di gruppi (per lo più composti da giovani militanti), ai
quali vanno
aggiunti numerosissimi collettivi, gruppetti di quartiere e di paese, circoli di studi sociali, ecc. sparsi sia
nelle zone
tradizionali della presenza anarchica (Carrarese, Anconetano, Romagna, ecc.) sia altrove. In questi
ultimi anni, inoltre, si sono viste in alcuni grossi centri delle affollate manifestazioni indette dagli
anarchici, che a Milano, per esempio, come in altri grossi centri, hanno a volte raccolto migliaia di
partecipanti.
Tutto ciò, lo ripetiamo, è la miglior risposta ai molti becchini che sconsideratamente
hanno voluto considerare
moribondo il socialismo libertario. La generale tendenza della società contemporanea verso
il totalitarismo in ogni aspetto della vita sociale,
l'influenza nefasta esercitata dal marx-leninismo negli ambienti "rivoluzionari", le difficoltà di
integrazione fra
anziani e giovani militanti e quindi di trasmissione critica del patrimonio etico-politico che caratterizza
l'anarchismo: queste sono alcune delle "ombre" che vediamo nella situazione attuale del movimento
anarchico. Va sottolineata anche l'esigenza, particolarmente sentita da molti gruppi di giovani, di
riacquistare terreno nel
mondo operaio e contadino, rilanciando la lotta per l'autogestione, costruendo il sindacato libertario,
stimolando
la critica della base nei confronti dei vertici del sindacato di regime (CGIL CISL UIL). Pur nella
precarietà e nelle difficoltà esistenti, dunque, vi è la coscienza di vivere da alcuni
anni in una fase di
rilancio del pensiero e dell'azione anarchica: lo spettro dell'anarchismo da oltre un secolo continua a
spaventare
padroni, preti, burocrati. E non ha alcuna intenzione di scomparire, anzi!
XI Congresso della F.A.I.
Dal 22 al 26 dicembre scorsi si è riunito a Carrara l'undicesimo congresso della Federazione
Anarchica Italiana
(F.A.I.). Erano presenti alcune decine di delegazioni di gruppi e varie individualità aderenti alla
F.A.I.
provenienti da ogni parte d'Italia. In qualità di osservatori hanno presenziato ai lavori del
congresso delegati
di gruppi autonomi, e di gruppi aderenti alle altre due federazioni nazionali oggi esistenti nel movimento
anarchico: i G.A.F. (gruppi anarchici federati) ed i G.I.A.(Gruppi d'iniziativa anarchica). Un anziano
militante
della Federation Anarchiste Francaise (F.A.F.) ed un giovane delegato della Federation Anarquista
Iberica
(F.A.I.) hanno portato il saluto delle loro rispettive organizzazioni: particolarmente applaudito l'intervento
di
quest'ultimo, che ha espresso la piena solidarietà dei militanti della F.A. Iberica (clandestina) con
i giustizieri
che poche ore prima avevano liberato la Spagna dalla iena Carrero Blanco. Il congresso si è
tenuto a porte
chiuse, ha introdotto alcune modifiche di carattere non sostanziale nel Patto associativo della F.A.I.,
rinviando
ad un prossimo convegno straordinario la rotazione degli incarichi relativi alla Commissione di
Corrispondenza, alla redazione del settimanale Umanità Nova ed alla Libreria della
F.A.I. Dopo un lungo
dibattito in sede di commissione di studio e di congresso, è stata alfine approvata
all'unanimità una mozione
su "Gli anarchici e la situazione attuale", nella quale - fra l'altro - si afferma che l'impegno
rivoluzionario
antiautoritario degli anarchici ha da esplicarsi contro tutta la globalità del sistema, quindi anche
in quei
settori non esplicitamente economici, laddove alle istituzioni autoritarie ed accentratrici della burocrazia
parassitaria (regioni, provincie, comuni, organismi di quartiere) deve opporsi l'istanza del decentramento
federalista e libertario propria dell'anarchismo, e contro quelle istituzioni (esercito, polizia, carceri e
magistratura) in cui il potere concretizza la sua potenza legalizzata. Rispondendo ad una "Lettera
aperta
dei G.A.F. al movimento", diffusa in occasione del congresso F.A.I., il Congresso stesso ha confermato
la
disponibilità della Federazione Anarchica Italiana per uno sviluppo organico della collaborazione
fra le diverse
componenti del movimento anarchico. Nella foto: Carrara, il Teatro degli Animosi in cui
s'è tenuto l'XI
congresso della F.A.I. |
P. F.
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