Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 234
marzo 1997


Rivista Anarchica Online

La repubblica nata da tangentopoli
di Maria Matteo

La propensione ad una semplificazione e spettacolarizzazione della politica potrebbe divenire il fulcro intorno al quale verrà disegnata la nuova carta costituzionale

Dormire poco non è mai buona cosa per la salute, specie quando i fasti della giovinezza cominciano ad allontanarsi, tuttavia consente di pescare tra la paccottiglia televisiva che affolla l'etere notturno, per lo più affidato a televenditori di automobili, sesso telefonico e bincheria per la casa, qualche documentario o film di pregio che è considerato inopportuno, vuoi per ragioni politiche vuoi, ed è quel che più conta, per ragioni commerciali, trasmettere in orari più accessibili.
Mi è così capitato una notte di imbattermi in un film i cui protagonisti, un gruppo di compagni di scuola quattordicenni, per evitare ad uno di loro l'orfanotrofio, lo aiutano a tener celata agli adulti la morte improvvisa della madre. I ragazzi riescono per alcuni mesi ad intessere una rete segreta di solidarietà che consente al loro sfortunato compagno di superare le difficoltà materiali e psicologiche del momento. L'orfano verrà alla fine scoperto e deportato in un istituto di cui non ci viene mostrato che un parlatorio sin troppo simile a quello delle prigioni.
Quel che mi ha colpito è lo svilupparsi di una dinamica interpersonale solidale ed autogestionaria che coinvolge un gruppo sempre più ampio di ragazzi che, fuori e contro le regole, i pregiudizi ed i luoghi comuni del mondo adulto, riescono a dar vita ad una sorta di comunità parallela, non gerarchica, che infrange momentaneamente anche le barriere di classe attraverso uno spontaneo comunismo delle risorse e delle capacità. In un periodo in cui gli schermi televisivi sono riempiti ogni giorno della consueta corte dei miracoli di politici impegnati a discutere di riforme istituzionali, di modifiche alle regole di un gioco che continua ad essere agito da pochi, questo racconto lieve e un po' surreale diviene efficace metafora dell'utopia possibile, ove la critica dell'autoritarismo immediatamente si traduce in concreta capacità di affrontare e risolvere i problemi quotidiani, in attitudine a prescindere con allegria ed intelligenza dalla mediazione istituzionale.
A volte la tendenza a tirar tardi risulta in definitiva salutare, consentendoci di respirare, televisivamente parlando, una boccata d'aria fresca.Certo, sempre televisivamente parlando, tutto ciò ha l'agro sapore dell'ora d'aria concessa ai carcerati, che poi altro non è se non il sapore della democrazia, che benevolmente consente tutte la voci, poco importa se solo pochi possono fruirne. Un fisico bestiale, come quello della nota canzonetta, non occorre solo per bere e fumare ma anche per vedere la televisione di notte.
Si potrebbe obbiettare che un buon fisico e nella fattispecie uno stomaco robusto non guasta se si ha voglia di seguire le odierne pantomime del partito unico che in parlamento siede sia sui banchi della maggioranza sia su quelli dell'opposizione. Il varo della bicamerale, al di là delle prevedibili schermaglie che ne hanno accompagnato la nascita e che, certamente, non mancheranno di segnarne il cammino, si appresta a rendere più funzionale il sistema di ricambio delle élite o, se preferite, la democrazia. Una maggior funzionalità che, al di là della formula che verrà adottata, più o meno presidenzialista, più o meno federalista, prelude ad un ridimensionamento del ruolo dell'assemblea parlamentare, ad un restringersi delle garanzie per le minoranze, di fatto schiacciate in una logica sempre più bipolare.
Il tutto in nome della governabilità, ossia della garanzia che un governo, una volta insediato, possa reggere per l'intera legislatura senza essere troppo infastidito dal parlamento, in nome della trasparenza, perchè in tal modo si eviterebbero i continui cambi di maggioranze, in nome della democrazia, poichè i cittadini sarebbero chiamati non tanto a scegliere dei rappresentanti alla(e) assemblee parlamentari, ma a decidere direttamente quale schieramento e fors'anche quale premier li governerà nei successivi cinque anni. Il che, tradotto in termini più chiari, significa che si punta ad un rafforzamento dell'esecutivo non solo in rapporto al parlamento ma anche e soprattutto nei confronti della società civile. I patti tra i partiti maggiori e quelli minori saranno conclusi prima delle consultazioni elettorali e non dopo e, in caso di adozione del doppio turno, ogni eventuale accordo potrà essere rinegoziato tra la prima e la seconda tornata elettorale.
Il partito unico appare sostanzialmente unanime sugli obbiettivi della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali: la partita che si giocherà nei prossimi mesi non sarà tanto tra Polo ed Ulivo, quanto dentro i due schieramenti per conciliare gli interessi non sempre convergenti dei vari raggruppamenti che li compongono. D'altra parte, il sin troppo esplicito flirt tra D'Alema e Berlusconi la dice lunga sulle loro intenzioni nei confronti delle pretese dei reciproci alleati.
Le persistenti fortune elettorali della Lega hanno peraltro indotto tutte le altre fazioni a dichiararsi favorevoli all'introduzione di più o meno accentuati elementi federalisti nel nuovo ordinamento istituzionale della repubblica. E' anche qui interessante notare come le proposte in tal senso di PDS e Forza Italia risultino assai più vicine tra loro di quanto non lo siano quelle degli altri gruppi, sia all'interno del Polo che dell'Ulivo: sia i pidiessine che i forzisti puntano ad un federalismo più fiscale che politico, mirando in tal modo a contenere lo scontento dell'elettorato leghista e non certo ad imprimere un'autentica svolta nel senso di un decentramento reale di poteri e competenze. Il federalismo vero, basato sulla massima autonomia delle situazioni locali e sull'eliminazione di ogni forma di accentramento autoritario, ovviamente non interessa nessuno dei settanta deputati e senatori che sono riusciti ad aggiudicarsi un posto nella bicamerale.
I padri e le madri della seconda repubblica, coloro che si sono autoinvestiti del compito di riscrivere la Costituzione, paiono in questo momento per lo più interessati a tracciare un meccanismo istituzionale che garantisca al loro schieramento il maggior numero di chances. Non possiamo certo prevedere gli esiti del lavoro della commissione, possiamo però essere certi che le tendenze delineatesi sempre più marcatamente negli ultimi anni non rischiano certo di essere invertite. La propensione ad una semplificazione e spettacolarizzazione della politica, al coagularsi di schieramenti, per molti versi sempre più intercambiabili, intorno a poche figure forti, accattivanti, telegeniche, ha caratterizzato il recente periodo e potrebbe divenire il fulcro intorno al quale verrà disegnata la nuova carta costituzionale. Una carta che con ogni probabilità finirà con il sancire l'approfondirsi del già enorme divario che separa la società civile da chi pretende di rappresentarla.
Post-comunisti, post-fascisti, post-democristiani, si accingono in tal modo a chiudere il passaggio dalla prima alla seconda repubblica, che la crisi di tangentopoli aveva reso necessario per legittimare una classe politica ormai del tutto screditata. Consumata ormai la transizione da un sistema elettorale proporzionale ad uno maggioritario, sancita dal plebiscito dei referendum istituzionali, è ormai maturata la possibilità di ridefinire ruolo, funzioni e reciproci rapporti dei vari organi dello stato, in modo da garantire la governabilità, il che certo non significa che cesserà il valzer delle poltrone ma che i luoghi e i protagonisti della danza risulteranno meno visibili.
poco in definitiva conta se a prevalere sarà il modello francese o quello americano o una terza formula che in qualche modo alluda a questo o a quello, quel che invece appare del tutto rilevante è che l'obbiettivo della governabilità di fatto implica un restringimentodelle garanzie per i governati e la definitiva affermazione e legittimazione di un modello lobbistico e consociativo nella definizione degli schieramenti che si disputeranno il potere politico.
Non è quindi azzardato il supporre un ampliamento ulteriore della dicotomia tra il politico e il sociale che marcatamente caratterizza lo stato borghese sin dalla sua costituzione.
L'accentuarsi dell'autonomia del politico, che coincide sempre più con lo statuale, ben lungi dall'essere garanzia di diritti e libertà per i cittadini, accentua la propria funzione di salvaguardia di un ordine sociale ed economico fondato sulla diseguaglianza, lo sfruttamento, l'eteronomia dei singoli. La pretesa democratica di incarnare un sistema non perfetto ma costantemente perfettibile mostra sempre più la propria inconsistenza, il difetto d'origine di assegnare alla libertà la funzione di mito fondatore ma riducendola nei fatti a mero rito elettorale. Si approfondisce quindi lo scarto tra la concezione debole della libertà tipica delle democrazie e la concezione forte peculiare del pensiero e dell'approccio libertari. Per i democratici, libertà ed etica sono di fatto separate: ne consegue che la libertà è, costitutivamente, una libertà condizionata, una libertà da sbandierare nei discorsi e nelle cerimonie ufficiali ma che occorre vieppiù limitare per impedirne gli "eccessi". L'idea anarchica mira invece a coniugare libertà ed etica poichè, lungi dal temerne gli "eccessi", ritiene, con Bakunin, che la libertà di ciascuno è tanto maggiore quanto maggiore è quella di tutti.
Oggi, di fronte al prevedibile rafforzamento dell'esecutivo che scaturirà dai lavori della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, diviene sempre più importante impegnarsi a costruire uno spazio politico extraistituzionale, che risponda all'esigenza di eleborare modalità di confronto e decisione che, furi e contro ogni meccanismo di delega, siano radicalmente alternativi allo stato. Soloo lo svilupparsi di una prassi comunalista e federativa può porre le basi per la delegittimazione simbolica e reale dell'attuale ordinamento, così come di quello che la nuova carta costituzionale prossimamente delineerà.