Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 26 nr. 230
ottobre 1996


Rivista Anarchica Online

A proposito di animali

Scrivo questa lettera, a seguito dell'articolo sul vegetarianismo, facendo una premessa: per me, e penso per tutti gli animalisti, non c'è differenza tra uomo e animale né nei diritti né nel rispetto per la vita. Non capisco poi su cosa si potrebbe basare questa differenza, non credo che per un anarchico il fatto che qualcuno sia più o meno intelligente o abbia un aspetto fisico diverso dal nostro possa comportare una sua esclusione dalla «rivoluzione sociale». Ora chiedo a tutti quei compagni che la pensano diversamenteda me, che credono che l'uomo sia una cosa e l'animale un'altra, di mettersi dal mio punto di vista, pensate quindi di avere un lager dietro casa dove ogni giorno vengono torturati e uccisi gli internati. Sono convinto che tutti sarebbero d'accordo con chi facesse un'azione diretta per liberarli e credo anche che a nessuno importerebbe de qualche S.S. ci «lasciasse le penne».
Chi si firma ALF pratica azioni dirette che comportano solo danni materiali, economici e liberazione di animali. Non credo che questo possa in alcun modo intaccare la causa vegetariana, non credo poi che sia sbagliato imporre a un assassino di non uccidere, a un dittatore di non sottomettere un popolo. Penso invece che le azioni legaliste dell'associazione vegetariana come le raccolte di firme o le pressioni perché passino leggi che regolamentino come deve morire un animale (credo che facciano questo) nuocciano alla causa anarchia e non vedo perché una rivista anarchica faccia scrivere a loro un articolo sulla questione vegetariana (che considero comunque bello tranne che per il punto che sto contestando). Propagandare un'idea è fondamentale ed è giusto che la gente venga convinta che il mondo stia andando nella direzione sbagliata ma tutti i giorni vediamo che la maggioranza della gente è contro le dittature, le fabbriche di armi e l'inquinamento e purtroppo questo non è sufficiente per far si che chi causa questi mali venga fermato.

Marco Muzzatti
(Milano)

Risponde Valerio Pignatta
Ringrazio Marco Muzzatti e in riferimento alle sue osservazioni preciso il mio punto di vista:
a) forse c'è stato un malinteso dato che non sono dell'AVI e ho scritto tutto a titolo personale sulla base dei miei quattordici anni di vegetarismo e di frequentazione dell'universo vegetariano;
b) non disdegno le azioni dell'ALF ed anzi ho ammirato certe sue prodezze. Ciò non toglie che equiparare esseri umani ed animali mi lasci un pò perplesso. Bisognerebbe intendersi sulla definizione di animali per non fare pericolosi scivoloni. Si potrebbe arrivare, per esempio, alla difesa del virus dell'Hiv perché ha gli stessi diritti di vivere dell'uomo o donna che lo ospita suo malgrado. E purtroppo non è fantascienza ma posizioni già raggiunte da militanti dell'ecologia profonda. Da qui ad affermare che devono sopravvivere gli esseri più forti perché è naturale che i deboli soccombano il passo è breve e questo mi ricorda qualcosa di terribile;
c) il limite alla rivoluzione ognuno lo pone da sé. Per un fruttariano che ama anche i vegetali e vive solo di frutta e semi potrebbe essere molto rivoluzionario liberare le piante dai vivai dove sono costrette in poco spazio, coltivate senza riguardi per le perdite ecc. Un vegano potrebbe rivendicare la liberazione delle api dagli alveari o un giainista dei microbi dai laboratori. Non sono paradossi. Ognuno ha il suo metro di misura;
d) ho degli amici che tengono bovini e ovini in cattività per fare il formaggio. Come succede in tutti gli allevamenti, dopo il parto, quando il latte è assicurato, i capi improduttivi sono macellati. Voler definire S.S. queste persone però mi sembra molto sopra le righe tanto più che parecchi di essi sono vegetariani. È palese poi che «eliminare» una S.S. perché uccide animali sia la negazione della nonviolenza. Ma anche se si accetta la violenza come forma di lotta non si può ritenere l'uccisione di un uomo, cacciatore pellicciaio o quello che volete, un gesto nobile, pur con tutta la solidarietà che dobbiamo a lepri e visoni. Non intendo sminuire le lotte animaliste ma penso che ci sono anche tanti altri lager da aprire come carceri, orfanotrofi, reparti psichiatrici ecc.;
d) il re Ashoka nell'India del III sec. a.c. fondò un regno «vegetariano» nel quale impose al popolo il divieto di mangiar carne e di uccidere animali ma non è che cambiasse gran che. C'eran le caste, i ricchi al potere, il dominio sui popoli. A mio parere non si tratta invece di imporre con la violenza alcunché a nessuno ma di far sì che gli assassini i generali e i dittatori scelgano di non esserlo in conseguenza della loro presa di coscienza. Può essere un discorso di estrema ingenuità ma mi sembra il più coerente.

Valerio Pignatta
(Menconico)