Rivista Anarchica Online
A proposito di animali
Scrivo questa lettera, a seguito dell'articolo sul vegetarianismo, facendo una premessa: per
me, e penso per tutti
gli animalisti, non c'è differenza tra uomo e animale né nei diritti né nel rispetto per la
vita. Non capisco poi su
cosa si potrebbe basare questa differenza, non credo che per un anarchico il fatto che qualcuno sia più
o meno
intelligente o abbia un aspetto fisico diverso dal nostro possa comportare una sua esclusione dalla «rivoluzione
sociale». Ora chiedo a tutti quei compagni che la pensano diversamenteda me, che credono che l'uomo sia una
cosa e l'animale un'altra, di mettersi dal mio punto di vista, pensate quindi di avere un lager dietro casa dove ogni
giorno vengono torturati e uccisi gli internati. Sono convinto che tutti sarebbero d'accordo con chi facesse
un'azione diretta per liberarli e credo anche che a nessuno importerebbe de qualche S.S. ci «lasciasse le
penne». Chi si firma ALF pratica azioni dirette che comportano solo danni materiali, economici e liberazione
di animali.
Non credo che questo possa in alcun modo intaccare la causa vegetariana, non credo poi che sia sbagliato imporre
a un assassino di non uccidere, a un dittatore di non sottomettere un popolo. Penso invece che le azioni legaliste
dell'associazione vegetariana come le raccolte di firme o le pressioni perché passino leggi che
regolamentino
come deve morire un animale (credo che facciano questo) nuocciano alla causa anarchia e non vedo
perché una
rivista anarchica faccia scrivere a loro un articolo sulla questione vegetariana (che considero comunque bello
tranne che per il punto che sto contestando). Propagandare un'idea è fondamentale ed è giusto
che la gente venga
convinta che il mondo stia andando nella direzione sbagliata ma tutti i giorni vediamo che la maggioranza della
gente è contro le dittature, le fabbriche di armi e l'inquinamento e purtroppo questo non è
sufficiente per far si
che chi causa questi mali venga fermato.
Marco Muzzatti (Milano)
Risponde Valerio Pignatta Ringrazio Marco Muzzatti e in riferimento alle
sue osservazioni preciso il mio punto di vista: a) forse c'è stato un malinteso dato che
non sono dell'AVI e ho scritto tutto a titolo personale sulla base dei miei
quattordici anni di vegetarismo e di frequentazione dell'universo vegetariano; b) non disdegno
le azioni dell'ALF ed anzi ho ammirato certe sue prodezze. Ciò non toglie che equiparare esseri
umani ed animali mi lasci un pò perplesso. Bisognerebbe intendersi sulla definizione di animali per non
fare
pericolosi scivoloni. Si potrebbe arrivare, per esempio, alla difesa del virus dell'Hiv perché ha gli stessi
diritti
di vivere dell'uomo o donna che lo ospita suo malgrado. E purtroppo non è fantascienza ma posizioni
già
raggiunte da militanti dell'ecologia profonda. Da qui ad affermare che devono sopravvivere gli esseri più
forti
perché è naturale che i deboli soccombano il passo è breve e questo mi ricorda qualcosa
di terribile; c) il limite alla rivoluzione ognuno lo pone da sé. Per un fruttariano che ama
anche i vegetali e vive solo di frutta
e semi potrebbe essere molto rivoluzionario liberare le piante dai vivai dove sono costrette in poco spazio,
coltivate senza riguardi per le perdite ecc. Un vegano potrebbe rivendicare la liberazione delle api dagli alveari
o un giainista dei microbi dai laboratori. Non sono paradossi. Ognuno ha il suo metro di
misura; d) ho degli amici che tengono bovini e ovini in cattività per fare il formaggio.
Come succede in tutti gli
allevamenti, dopo il parto, quando il latte è assicurato, i capi improduttivi sono macellati. Voler definire
S.S.
queste persone però mi sembra molto sopra le righe tanto più che parecchi di essi sono
vegetariani. È palese poi
che «eliminare» una S.S. perché uccide animali sia la negazione della nonviolenza. Ma anche se si accetta
la
violenza come forma di lotta non si può ritenere l'uccisione di un uomo, cacciatore pellicciaio o quello
che
volete, un gesto nobile, pur con tutta la solidarietà che dobbiamo a lepri e visoni. Non intendo sminuire
le lotte
animaliste ma penso che ci sono anche tanti altri lager da aprire come carceri, orfanotrofi, reparti psichiatrici
ecc.; d) il re Ashoka nell'India del III sec. a.c. fondò un regno «vegetariano» nel quale
impose al popolo il divieto di
mangiar carne e di uccidere animali ma non è che cambiasse gran che. C'eran le caste, i ricchi al potere,
il
dominio sui popoli. A mio parere non si tratta invece di imporre con la violenza alcunché a nessuno ma
di far
sì che gli assassini i generali e i dittatori scelgano di non esserlo in conseguenza della loro presa di
coscienza.
Può essere un discorso di estrema ingenuità ma mi sembra il più coerente.
Valerio Pignatta (Menconico)
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