Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 26 nr. 230
ottobre 1996


Rivista Anarchica Online

Il luglio libertario a Carbonara
di Dino Taddei

Sicuramente sarà capitato anche a voi di ritrovare vecchi amici - diciamo IV F foto di classe - e di scoprire una miriade di persone, oramai chiuse nei sepolcri della memoria, che prepotentemente mordono la nostra cattiva coscienza di averli bevuti assieme al numero di telefono.
Affannosamente si cerca di rimediare pietosamente con gli amici risorti affondando in una interminabile sequela di nomi, fatti, parabole sagaci e, puntualmente incepparsi quando si viene a sapere che uno dei tanti ha mollato tutto ed è andato a vivere in campagna assieme ad altra gente. Tutto potrebbe risolversi in una catalogazione farsesca: gloriosa icona degli anni belli, vedrai che torna presto all'ovile, para mistico più in para che mistico e così sia.
Invece, per fortuna di noi tutti, non si tratta di singole fughe nel passato o se si preferisce nel futuro ma una tendenza diffusa che si sta nuovamente affermando dopo anni di vuoto spinto.
E' l'eterna aspirazione a costruire collettività agricole di matrice libertaria, parlo di matrice perchè è ben difficile standardizzare le molteplici risposte che ogni singola realtà ha espresso nel tempo, cercando di crescere in ambiti con peculiarità marcatamente pronunciate; d'altronde non si puòcerto dire che, soprattutto dalle nostre parti, tiri una bella arietta favorevole ad esperienze in grado di mettere in gioco simultaneamente le sfere della politica, del lavoro, del rapporto con il territorio, dell'affettività: è più facile trovare contadini che mettono mano ai forconi e liberano i pastori maremmani piuttosto che compagne mondine pronte ad offrirti un bicchiere di quello buono...
Eppure tra mille impedimenti ed infiniti arretramenti sta facendo capolino una forte proposta a riconsiderare questa fattiva via al cambiamento sociale, con la consapevolezza di non essere l'unica via percorribile e forse nemmeno quella più incisiva ma cercando da subito di vivere quel tanto di anarchia possibile.
E' un mondo frastagliato spesso slegato da qualsiasi riferimento politico esplicito eppure contiguo e consequenziale ad una rilettura globale degli strumenti classici della democrazia diretta.
Un'esperienza interessante è sicuramente il borgo di Carbonara, immerso nei vitigni delle colline piacentine che videro le gesta del comandante partigiano Emilio Canzi ma che onestamente preferisco ricordare per il brio del Gutturnio che miracolosamente riempe sempre i bicchieri. Di epico questo villaggio non ha nulla, non è la novella Cecilia, non è la rigenerata polis greca, non è l'eremo camaldolese: è solamente una manciata di costruzioni gettate a casaccio su una delle infinite asperità appenniniche.
Eppure forse è proprio la sua non specificità a renderlo porto franco per sperimentazioni eterodosse: una struttura che grazie alla sua flessibilità ed al suo accentuato pragmatismo, riesce ad interagire in modo costruttivo con gli abitanti dei dintorni, entrando in punta di piedi sui problemi reali collegati al territorio e con il mondo della produzione agro-artigianale. Una via soft possibile a tutti, senza grandi capitali (le tre case abitate sono in affitto e la terra è in prestito) con possibilità di forti scambi con la città (Milano è ad un'ora di strada e Piacenza a pochi chilometri) e situata in una zona ricca di esperienze simili: basti pensare al villaggio di Granara.
Quadro potenziale non per una Guida Touring ma per il radicarsi di una significativa influenza libertaria che non teme il confronto, chiudendosi in torri d'avorio, ma esce allo scoperto reinterpretando valori quale l'antimilitarismo (di cui l'obiettore totale Lorenzo, primo abitante ed impeccabile falegname, mi parla) direttamente collegato ad un uso nonviolento delle risorse ambientali ed allo sforzo di costruire rapporti di lavoro slegati da una logica gerarchica.
Il tentativo di una visione globale della propria vita si è ben sintetizzata nell'immagine che Carbonara ha dato di sè durante il Luglio Libertario: certo, mangiate e concerti ma anche una mostra su Emergency ed una mostra antimilitarista oltre al lavoro quotidiano che la terra richiede. Sarà un caso, ma un altro obiettore totale Matteo Vescovi della coop Alekos di Milano, ha scelto questo luogo per darne pubblico annuncio...