Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Phil Ochs
"Hey Woody Guthrie, so che tu conosci tutto
ciò che canto, e molto di più. Ti canto questa canzone ma non posso cantare
abbastanza perché non sono
molti gli uomini che hanno fatto ciò che hai fatto. E la dedico a Cisco e Sonnye anche a Leadbelly, e a
tutti
gli uomini giusti che hanno viaggiato con te. Eccola per il cuore e le mani degli uomini che sono giunti con la
polvere e se ne sono andati col vento". (da "Song to Woody", 1962)
Se dite che non le avete in tasca non vi crede nessuno (... neanche se è quasi la fine del mese e manca
ancora
qualche giorno allo stipendio) quindi non avete scuse né alibi che tengano per non correre in libreria (o
in
certe edicole) e spendere mille lire per un libriccino piccolo ma interessante dal titolo "Phil Ochs, la vita e la
musica", edito da Stampa Alternativa, la storica casa editrice indipendente che ha inventato la formula
fortunata del libro che costa meno di un caffè al bar. Si tratta del primo di una coppia di libretti curati
da Mimmo Franzinelli (il secondo, che verrà pubblicato
entro breve, conterrà alcune traduzioni dei testi), il quale nonostante lo spazio ridotto imposto dal progetto
editoriale ha saputo dare un'impronta caratteristica al suo lavoro di biografo restituendo un'immagine di Ochs
assolutamente umana e concreta, lontana sia dal santino della rockstar suicida che da quella, altrettanto
distorta, del cantautore militante da barricata. Giustamente Alessandro Portelli, nell'introduzione al testo,
afferma che "raccontare la storia di Phil Ochs
significa ripercorrere un pezzo della storia dell'opposizione in America", e Mimmo Franzinelli, da storico
scrupoloso (ma soprattutto da appassionato) ci racconta dell'aria confusa e frizzante, da primavera tumultuosa
che si respirava nell'America del dopo-dopoguerra, accompagnandoci (senza strattonarci) in un viaggio
immaginario all'indietro nel tempo e al di là dell'Atlantico. Un viaggio in alcuni luoghi della cultura
che, a dispetto della lontananza geografica e storica, abbiamo
imparato a conoscere e a fare un po' nostri quando abbiamo aperto orecchie e cuore a Joan Baez, Bob Dylan e
ai pacifici di Woodstock, fino a farli diventare "miti" di casa nostra nonché mattoni preziosi della nostra
adolescenza. I dischi di Phil Ochs non sono facilmente reperibili nei normali negozi di dischi: a differenza
di altri (Janis
Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix) la sua scomparsa non è stata occasione di cannibalistico successo
discografico. Credo sia attualmente reperibile su CD (e a prezzo pieno) il solo "I ain't marching anymore"
del 1965.
Immagino che, per intercettare degli altri titoli restino ben poche possibilità: un po' di fortuna in qualche
negozio di dischi usati, le convention di dischi rari, una registrazione tramite il solito amico appassionato
collezionista, o una copia su cassetta del live "There and now" (un concerto del 1968 pubblicato postumo a
distanza di oltre vent'anni) disponibile in contrassegno all'indirizzo riportato qui sotto per 10mila lire (più
spese postali). Contatti: Stampa Alternativa c/o Nuovi Equilibri, casella postale 97, 01100 Viterbo.
Marco Giaccaria
Qualche numero fa, nel segnalare il (bel) CD di Marco
Giaccaria "Il mio cappello se n'è andato" ho fatto
riferimento all'esistenza di una cassetta da lui pubblicata successivamente, contenente altre registrazioni che,
allora, non avevo ancora avuto modo di ascoltare. Bene, una copia della cassetta in questione è
prontamente arrivata qui in Redazione: il titolo è "Il mondo della
nebbia" e in essa è raccolta un'antologia di composizioni realizzate tra novembre '92 e la primavera del
'94 in
beata solitudo davanti al microfono e al mixer, e contemporaneamente dietro a flauto, violino, tastiere e
aggeggi elettronici e chitarre varie. Fare dei paragoni fra questo e l'altro recente lavoro, il CD intendo, può
essere per me comodo, ma può forse portare a delle valutazioni errate. Innanzitutto una considerazione
sul
supporto tecnico: nonostante l'economicità della cassetta possa indurre a pensare il contrario, "Il mondo
della
nebbia" non raccoglie delle registrazioni per così dire "minori". Il progetto è complessivamente
di ottimo
livello, le composizioni tutte piuttosto interessanti e curiose, l'esecuzione brillante e (giustamente, proprio a
proposito del supporto) magnetica. Ancora, qui dentro come nelle musiche del CD già descritto, con
Marco
Giaccaria ci si muove dentro un'ipotetica colonna sonora dalla forma e dall'accessibilità non sempre facile.
Il viaggio è tutto in territori musicali difficili a descriversi in due parole (più che altro
perché risulta
praticamente impossibile fare dei paragoni con altri autori e cose già ascoltate), nei quali le zone sonore
generate dagli strumenti tradizionali sono sconvolte "gentilmente" da terremoti di rumore e improwise
interferenze sintetiche. E' forse questa la caratteristica principale di Marco Giaccaria: sa fare della musica
radicale che in qualche
modo sa rendere attraente, una musica che all'orecchio appare ruvida e al tempo stesso soffice. Pur restando
del tutto estraneo a correnti di genere e movimenti sonori di alcun tipo, non ci si trova di fronte
ad un altro dei soliti artisti seriosi difficili che fanno tendenza: l'autore si dimostra attraverso i particolari di
cui arricchisce la sua musica (la scelta bizzarra e quasi giocosa di alcuni titoli e la fuga dalla glacialità
del
design, per dirne un paio) così umano, cordiale ed avvicinabile da saper regalare con generosità
degli oggetti
sonori spesso autenticamente emozionanti. Che poi siano racchiusi in una cassetta non importa: certo,
è un oggetto povero in quest'epoca di laser e CD-rom obbligatori, ma qui e adesso, ripeto, non importa.
Questo resta comunque un gran bel lavoro di un autore
di talento, e spero non rimanga sepolto (il lavoro, ancor meno l'autore cui auguro le migliori fortune) sotto la
polvere del disinteresse. Contatto diretto: Marco Giaccaria c/o Musica Mancina, via Tobanelli 3/b, 10095
Grugliasco (Torino). CD e cassetta, oltre che a questo indirizzo, sono rintracciabili in mezzo a migliaia di
altri titoli nel catalogo
della temeraria NuovADieNne, via Decembrio 26,20137 Milano, tel. e fax (02) 55195174.
Parts Un po' sulla
scia di proposte musicali che di recente all'estero hanno fatto fortuna (le deviazioni più estreme ed
intransigenti del rock pesante, per semplificare), ecco un CD di un gruppo italiano è "Tools of sound» dei
parmensi Parts. Dietro al nome per così dire "nuovo» troviamo delle vecchie conoscenze della indie
scene "oscura» e
sotterranea nazionale come Andrea Azzali, Simone Balestrazzi e Gregorio Bardini, la presenza dei quali tiene
ben lontane da questo lavoro banalità stilisti che e concessioni commerciali. Il CD raccoglie una
ventina di minuti "duri» a passare: il flauto di Gregorio Bardini stride all'inverosimile e
sembra chiamare a sé mille spettri metalmeccanici, il metallo viene letteralmente trasformato in uno
strumento musicale ed il suo suono sovrapposto a quello dei più tradizionali basso/chitarra/batteria in uno
scontro di durezza, potenza e calore. Il tutto fa scintille e provoca brividi: il CD ha un suo fascino oscuro,
sinistro, quasi perverso. Non sono
riportati i testi, e le note tecniche sono ridotte all'osso. La confezione è di una bellezza grafica
sconcertante.
Non so il prezzo né chi distribuisce. Contatti via fax: Parts c/o Giorgio Cantadori al (0521) 243489
oppure presso l'etichetta Heaven's Gate al
(0521) 672952.
Usmis Cinque uscite
in cinque anni, ognuna più stupefacente e "avanti" della precedente. Sto parlando di Usmis, che
dopo la parentesi del numero 4 (era una videocassetta) è ritornata ad essere una rivista di carta scritta in
lingua
friulana (è comunque allegato un breve inserto con le traduzioni in italiano di parte degli interventi).
Più che un
giornale tradizionale Usmis sta a segnare le tappe di un enorme lavoro collettivo, un impegno costante a stabilire
contatti umani e mentali tra la terra del Friuli e l'intero pianeta . Gli spunti di discussione raccolti in questa
uscita sono, ad un primo sguardo superficiale, eterogenei e sconnessi
(arti figurative messe vicino alla fantascienza, musica elettronica che confina col femminismo, cinema horror e
subito dopo poesia dialettale), ma il bello di Usmis sta proprio nell'offrire percorsi nuovi di
comunicazione/ragionamento e spunti imprevisti di confronto. AI solito, un'impostazione grafica curatissima ed
innovativa che aiuta a far dimenticare la durezza (... e la mia scarsa conoscenza) della lingua. Contatti: Usmis c/o
Paolo Cantarutti, via S. Slataper 20, 33050 Castions di Strada (Udine). Altri indirizzi utili: Radio Onde Furlane,
via Volturno 29,33100 Udine, tel. (0432) 530614; Centro Sociale Autogestito, via Volturno 30, 33100 Udine.
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