Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 219
giugno 1995


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Phil Ochs
"Hey Woody Guthrie, so che tu conosci tutto
ciò che canto, e molto di più. Ti canto questa canzone ma non posso cantare abbastanza perché non sono molti gli uomini che hanno fatto ciò che hai fatto. E la dedico a Cisco e Sonnye anche a Leadbelly, e a tutti gli uomini giusti che hanno viaggiato con te. Eccola per il cuore e le mani degli uomini che sono giunti con la polvere e se ne sono andati col vento".
(da "Song to Woody", 1962)

Se dite che non le avete in tasca non vi crede nessuno (... neanche se è quasi la fine del mese e manca ancora qualche giorno allo stipendio) quindi non avete scuse né alibi che tengano per non correre in libreria (o in certe edicole) e spendere mille lire per un libriccino piccolo ma interessante dal titolo "Phil Ochs, la vita e la musica", edito da Stampa Alternativa, la storica casa editrice indipendente che ha inventato la formula fortunata del libro che costa meno di un caffè al bar.
Si tratta del primo di una coppia di libretti curati da Mimmo Franzinelli (il secondo, che verrà pubblicato entro breve, conterrà alcune traduzioni dei testi), il quale nonostante lo spazio ridotto imposto dal progetto editoriale ha saputo dare un'impronta caratteristica al suo lavoro di biografo restituendo un'immagine di Ochs assolutamente umana e concreta, lontana sia dal santino della rockstar suicida che da quella, altrettanto distorta, del cantautore militante da barricata.
Giustamente Alessandro Portelli, nell'introduzione al testo, afferma che "raccontare la storia di Phil Ochs significa ripercorrere un pezzo della storia dell'opposizione in America", e Mimmo Franzinelli, da storico scrupoloso (ma soprattutto da appassionato) ci racconta dell'aria confusa e frizzante, da primavera tumultuosa che si respirava nell'America del dopo-dopoguerra, accompagnandoci (senza strattonarci) in un viaggio immaginario all'indietro nel tempo e al di là dell'Atlantico.
Un viaggio in alcuni luoghi della cultura che, a dispetto della lontananza geografica e storica, abbiamo imparato a conoscere e a fare un po' nostri quando abbiamo aperto orecchie e cuore a Joan Baez, Bob Dylan e ai pacifici di Woodstock, fino a farli diventare "miti" di casa nostra nonché mattoni preziosi della nostra adolescenza.
I dischi di Phil Ochs non sono facilmente reperibili nei normali negozi di dischi: a differenza di altri (Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix) la sua scomparsa non è stata occasione di cannibalistico successo discografico.
Credo sia attualmente reperibile su CD (e a prezzo pieno) il solo "I ain't marching anymore" del 1965. Immagino che, per intercettare degli altri titoli restino ben poche possibilità: un po' di fortuna in qualche negozio di dischi usati, le convention di dischi rari, una registrazione tramite il solito amico appassionato collezionista, o una copia su cassetta del live "There and now" (un concerto del 1968 pubblicato postumo a distanza di oltre vent'anni) disponibile in contrassegno all'indirizzo riportato qui sotto per 10mila lire (più spese postali).
Contatti: Stampa Alternativa c/o Nuovi Equilibri, casella postale 97, 01100 Viterbo.

Marco Giaccaria
Qualche numero fa, nel segnalare il (bel) CD di Marco Giaccaria "Il mio cappello se n'è andato" ho fatto riferimento all'esistenza di una cassetta da lui pubblicata successivamente, contenente altre registrazioni che, allora, non avevo ancora avuto modo di ascoltare.
Bene, una copia della cassetta in questione è prontamente arrivata qui in Redazione: il titolo è "Il mondo della nebbia" e in essa è raccolta un'antologia di composizioni realizzate tra novembre '92 e la primavera del '94 in beata solitudo davanti al microfono e al mixer, e contemporaneamente dietro a flauto, violino, tastiere e aggeggi elettronici e chitarre varie. Fare dei paragoni fra questo e l'altro recente lavoro, il CD intendo, può essere per me comodo, ma può forse portare a delle valutazioni errate. Innanzitutto una considerazione sul supporto tecnico: nonostante l'economicità della cassetta possa indurre a pensare il contrario, "Il mondo della nebbia" non raccoglie delle registrazioni per così dire "minori". Il progetto è complessivamente di ottimo livello, le composizioni tutte piuttosto interessanti e curiose, l'esecuzione brillante e (giustamente, proprio a proposito del supporto) magnetica. Ancora, qui dentro come nelle musiche del CD già descritto, con Marco Giaccaria ci si muove dentro un'ipotetica colonna sonora dalla forma e dall'accessibilità non sempre facile.
Il viaggio è tutto in territori musicali difficili a descriversi in due parole (più che altro perché risulta praticamente impossibile fare dei paragoni con altri autori e cose già ascoltate), nei quali le zone sonore generate dagli strumenti tradizionali sono sconvolte "gentilmente" da terremoti di rumore e improwise interferenze sintetiche.
E' forse questa la caratteristica principale di Marco Giaccaria: sa fare della musica radicale che in qualche modo sa rendere attraente, una musica che all'orecchio appare ruvida e al tempo stesso soffice.
Pur restando del tutto estraneo a correnti di genere e movimenti sonori di alcun tipo, non ci si trova di fronte ad un altro dei soliti artisti seriosi difficili che fanno tendenza: l'autore si dimostra attraverso i particolari di cui arricchisce la sua musica (la scelta bizzarra e quasi giocosa di alcuni titoli e la fuga dalla glacialità del design, per dirne un paio) così umano, cordiale ed avvicinabile da saper regalare con generosità degli oggetti sonori spesso autenticamente emozionanti.
Che poi siano racchiusi in una cassetta non importa: certo, è un oggetto povero in quest'epoca di laser e CD-rom obbligatori, ma qui e adesso, ripeto, non importa. Questo resta comunque un gran bel lavoro di un autore di talento, e spero non rimanga sepolto (il lavoro, ancor meno l'autore cui auguro le migliori fortune) sotto la polvere del disinteresse. Contatto diretto: Marco Giaccaria c/o Musica Mancina, via Tobanelli 3/b, 10095 Grugliasco (Torino).
CD e cassetta, oltre che a questo indirizzo, sono rintracciabili in mezzo a migliaia di altri titoli nel catalogo della temeraria NuovADieNne, via Decembrio 26,20137 Milano, tel. e fax (02) 55195174.

Parts
Un po' sulla scia di proposte musicali che di recente all'estero hanno fatto fortuna (le deviazioni più estreme ed intransigenti del rock pesante, per semplificare), ecco un CD di un gruppo italiano è "Tools of sound» dei parmensi Parts.
Dietro al nome per così dire "nuovo» troviamo delle vecchie conoscenze della indie scene "oscura» e sotterranea nazionale come Andrea Azzali, Simone Balestrazzi e Gregorio Bardini, la presenza dei quali tiene ben lontane da questo lavoro banalità stilisti che e concessioni commerciali.
Il CD raccoglie una ventina di minuti "duri» a passare: il flauto di Gregorio Bardini stride all'inverosimile e sembra chiamare a sé mille spettri metalmeccanici, il metallo viene letteralmente trasformato in uno strumento musicale ed il suo suono sovrapposto a quello dei più tradizionali basso/chitarra/batteria in uno scontro di durezza, potenza e calore.
Il tutto fa scintille e provoca brividi: il CD ha un suo fascino oscuro, sinistro, quasi perverso. Non sono riportati i testi, e le note tecniche sono ridotte all'osso. La confezione è di una bellezza grafica sconcertante. Non so il prezzo né chi distribuisce.
Contatti via fax: Parts c/o Giorgio Cantadori al (0521) 243489 oppure presso l'etichetta Heaven's Gate al (0521) 672952.

Usmis
Cinque uscite in cinque anni, ognuna più stupefacente e "avanti" della precedente. Sto parlando di Usmis, che dopo la parentesi del numero 4 (era una videocassetta) è ritornata ad essere una rivista di carta scritta in lingua friulana (è comunque allegato un breve inserto con le traduzioni in italiano di parte degli interventi). Più che un giornale tradizionale Usmis sta a segnare le tappe di un enorme lavoro collettivo, un impegno costante a stabilire contatti umani e mentali tra la terra del Friuli e l'intero pianeta .
Gli spunti di discussione raccolti in questa uscita sono, ad un primo sguardo superficiale, eterogenei e sconnessi (arti figurative messe vicino alla fantascienza, musica elettronica che confina col femminismo, cinema horror e subito dopo poesia dialettale), ma il bello di Usmis sta proprio nell'offrire percorsi nuovi di comunicazione/ragionamento e spunti imprevisti di confronto. AI solito, un'impostazione grafica curatissima ed innovativa che aiuta a far dimenticare la durezza (... e la mia scarsa conoscenza) della lingua. Contatti: Usmis c/o Paolo Cantarutti, via S. Slataper 20, 33050 Castions di Strada (Udine). Altri indirizzi utili: Radio Onde Furlane, via Volturno 29,33100 Udine, tel. (0432) 530614; Centro Sociale Autogestito, via Volturno 30, 33100 Udine.