Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 205
dicembre 1993 - gennaio 1994


Rivista Anarchica Online

Al di là della democrazia
di Amedeo Bertolo

Con questo titolo si è svolto lo scorso ottobre a Barcellona un dibattito, nell'ambito dell'Incontro internazionale anarchico. Ecco l'intervento del coordinatore di quella sessione, Amedeo Bertolo, tra i promotori delle Edizioni Elèuthera e del Centro studi libertari di Milano

Al di là della democrazia, ovviamente dal punto di vista anarchico. Al di là della democrazia. In che senso? Nel senso di un di più (quantitativo) di democrazia o di qualcosa d'altro (qualitativo) rispetto alla democrazia?
La risposta può essere l'una cosa o l'altra, ed anche, forse qualcosa di intermedio: dipende dalle definizioni di democrazia e di anarchia. Le definizioni, si sa, possono essere tante ...
Ma perché il discorso di oggi funzioni bisogna, mi pare, che le definizioni di democrazia e di anarchia siano accettabili da democratici e da anarchici. O quanto meno la definizione di democrazia sia accettabile dai democratici e quella di anarchia dagli anarchici.
Per esempio, se definissimo l'anarchia come caos, ogni discorso sarebbe chiuso. Così, anche se definissimo la democrazia come oligarchia capitalistico-borghese ogni discorso sarebbe chiuso. E' vero che l'una e l'altra delle suddette definizioni sono giustificabili, l'una sul piano del vocabolario e del linguaggio comune, l'altra sul piano storico-effettuale degli ultimi due secoli ... Ma, oggi, qui, sono definizioni non utili.
Un altro ostacolo possibile al confronto critico tra democrazia ed anarchia può essere costituito dai diversi livelli cui si pongono i due termini ed i relativi significati. La democrazia è primariamente (pur se non solo) termine e concetto dell'ambito della politica. L'anarchia è invece, a mio avviso, primariamente (pur se non solo, anzi con fortissime «ricadute» politiche) termine e concetto dell'ambito della filosofia.
Semplifichiamo, allora, e in questa sede intendiamo per anarchia la forma politica o le forme politiche compatibili con l'anarchia intesa come principio etico-filosofico.
Ritorniamo all'argomento di questo incontro («Al di là della democrazia») ed al quesito iniziale che ho posto: un «di più» o un'«altra cosa»? E proviamo a rispondere con due definizioni reciprocamente accettabili e compatibili di democrazia ed anarchia. Due fra le diverse possibili, sia chiaro, due che scelgo perché le ritengo utili per il dibattito odierno. Due definizioni, per altro, banalmente etimologiche o quasi.
Dunque: 1) democrazia come potere del popolo; 2) anarchia come assenza di potere. Facciamo un'ulteriore precisazione: il potere di cui al punto uno ed il potere di cui al punto due possono essere cose diverse e precisamente: il potere della democrazia, il potere del popolo, può essere inteso come funzione sociale istituente e regolativa. Il potere negato dell'anarchia non è quella funzione (socialmente necessaria), ma la sua appropriazione/espropriazione da parte di una minoranza della società. In questo caso meglio sarebbe parlare di dominio anziché di potere e di anarchia come negazione del dominio.
A questo punto - sul piano teorico - nihil obstat, nulla si oppone a che la democrazia come forma politica sia compatibile con l'anarchia come negazione radicale del dominio. Se il popolo di cui si parla tende ad identificarsi con tutti, il potere di tutti è anche il dominio di nessuno. Sul piano politico. Sul piano filosofico (e sociale e personale) il discorso è diverso. Non a caso, Socrate è stato mandato a morte da un regime democratico, cioè dal potere del popolo, nella Atene del 399 avanti Cristo.
Ma qui si tratta del piano politico. Cioè del sistema di norme e sanzioni che regolano lo spazio pubblico. E su questo piano non è un caso che spesso gli anarchici abbiano parlato di democrazia diretta come o quasi come sinonimo di anarchia possibile. Come forma politica libertaria.
Ora, che cosa significa democrazia diretta?
Significa una struttura politica che privilegia il processo decisionale diretto, assembleare, ma che non si esaurisce in esso. Significa che le inevitabili articolazioni politiche successive all'assemblea, alla democrazia faccia-a-faccia (le articolazioni federali e confederali) siano costituite da delegati revocabili in ogni momento e, per quanto possibile, investiti di mandato imperativo ...
Democrazia diretta, democrazia decentrata, federale. Democrazia di uguali, non dimentichiamo. Cioè anche democrazia economica e, più ampiamente, sociale. Democrazia libertaria, potremmo chiamarla.
E questa democrazia libertaria in che senso è un al di là della democrazia, così come questa si è affermata negli ultimi due secoli? E' un di più quantitativo. Cioè è più democrazia, nel senso che vi è un maggiore, molto maggiore potere del popolo (cioè, concretamente, di tutti gli individui che lo costituiscono, si badi, non di un popolo-astrazione). Ed è nel contempo un'altra cosa, qualitativamente, rispetto alla democrazia rappresentativa (così come la libertà degli anarchici, rispetto alla libertà dei liberali, è più libertà, ma anche libertà diversa).
Qualitativamente diversa ma, sul piano teorico, concettuale, non incompatibile. L'una e l'altra comprendono elementi di partecipazione diretta e di delega decisionale, ma in misura non solo quantitativamente bensì qualitativamente diversa. Epperò entrambe, eccetera ... Non fingiamo di non sapere che comunque una società che vada oltre qualche centinaia di membri ha bisogno di ricorrere alla delega-rappresentanza. Cioè alla democrazia.
E che qualunque processo decisionale che implichi più di un ristretto gruppo di persone molto affini per gusti, convinzioni, interessi, deve affidarsi a meccanismi diversi dall'unanimità, ad esempio al meccanismo della maggioranza. Cioè, di nuovo, alla democrazia.
Mi resta un'ultima osservazione. Quanto detto finora, come del resto avevo premesso, riguarda la dimensione politica dell'anarchia. Non quella filosofica, né quella sociale. L'anarchia è irriducibile a qualunque dimensione politica. Nessuna maggioranza, neppure una maggioranza assoluta, potrà stabilire per l'anarchico ciò che è giusto e ciò che non lo è. Ma, per l'appunto, ciò che una certa maggioranza, in un certo tempo e luogo, ha deciso essere meglio. Anche, per esempio, la condanna a morte di Socrate.
E allora «Al di là della democrazia», per l'anarchico, può significare al di là della dimensione politica. Al di là del politico. La dimensione etica (con i suoi valori, con i nostri valori di libertà, uguaglianza, solidarietà, diversità) e la dimensione sociale (la concreta realizzazione, storicamente possibile, di quei valori) sono al di là della politica. Così come sono al di là dell'economia.
Ma, attenzione. L'anarchia può ben essere - anzi probabilmente deve essere - al di là della politica così come dell'economia. Consapevolmente al di là. Non, ingenuamente, al di qua. «Al di qua», cioè come se l'economia e la politica non fossero già state pensate e realizzate come dimensioni autonome del sociale. Troppo anarchismo (non tanto quello dei «classici», quanto quello della «vulgata») è stato ingenuamente, primitivamente, rozzamente, al di qua della politica e dell'economia. E' tempo - se già non è tardi - di essere, di pensare e anche di agire (per quanto possibile) al di là.