Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 203
ottobre 1993


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Mitili FLK
«Un giorno si troverà il modo di risalire le generazioni e ricostruire il cespuglio di incroci che ci hanno preceduti e, in buona parte, determinati. Scendere da molti innesti sarà allora un titolo e la nobiltà consisterà nell'aver trovato nel proprio catasto ancestrale più stirpi, più pelli, più religioni. L'albero genealogico verrà allora soppiantato dalla più adatta immagine del canapo al quale si accorpano i militi...» (Erri De Luca). Riciclando il senso della vita secondo Jannacci e Viola, ci sono «quelli che» imparano a suonare la chitarra perché così è più facile incontrare delle ragazze, e «quelli che» decidono di formare un gruppo musicale attratti dal miraggio di un destino all'insegna del successo e della ricchezza (...sempre meglio che lavorare!).
MITILI FLK (sta per Furlan Liberation Kongress!) è un gruppo di giovani musicisti friulani di un'altra specie, di «quelli che» sanno di avere delle cose da dire, e si uniscono per dirle tutti insieme e per farle sapere in giro. Proprio come un vino pregiato (il luogo comune è venuto da sé...), dopo qualche tempo di fermentazione in cantina ecco pronta da poco una serie di loro registrazioni: una cassetta ben realizzata dal titolo «Ratatuie».
Sono canzoni «popolari» fatte però di musica come si usa di questi tempi, le parole sono tutte in lingua friulana. E come il vino buono queste canzoni sono frizzanti, dolci e dal sapore deciso: sanno aprire il cuore e far volare la mente.
Pescando qua e là dalle informazioni che ho ricevuto, ecco un ritratto sforbiciato del gruppo, dei suoi perché e dei suoi come.
«(...) Siamo linguaggi. L'essere umano è linguaggi. Tutto ciò che è stato fatto dagli uomini, anche i loro crimini, DICE. Barthes ha scritto che tutti i delitti legalizzati iniziano quando si cambia il linguaggio ad un popolo, nel nome stesso del linguaggio. Come dire che la cancellazione di una lingua e di una cultura, linguaggio anch'essa, corrispondono ad un meccanismo di dominanza e ad un'impossibilità di liberazione. Desideriamo avere la possibilità di mettere in divenire la nostra cultura. Sappiamo che se una lingua ed una cultura vivono, non se su di loro si scrive, ma se le si scrive, se le si parla, se le si fa respirare (...). Crediamo non ci sia alcuna contraddizione nel rivendicare la propria cultura ed operare contro le chiusure ed i confini, parlare la propria lingua ed essere internazionalisti, contro le guerre di ogni tipo. Cantiamo in friulano perché non vogliamo essere paragonati ai leghisti. Non vogliamo che possano prendere le nostre parole per farne degli slogans. Non abbiamo bisogno di giustificazioni per cantare in friulano. Da mille anni la nostra gente parla questa lingua. Non lo facciamo per non essere capiti, lo facciamo perché siamo diversi (...) Vogliamo far capire che essere diversi, unici, è il primo passo per essere parte della confraternita di un'umanità senza limiti. Un'umanità infinita (...). Dove le lingue non siano confini, ma porte verso l'interiorità profonda dell'essere uomo. La nostra musica ha un senso, non un fine (...)».
In chiusura, alcuni brevi commenti personali sulle musiche ed i testi. Pur non essendo mai stato attratto da espressioni musicali di questo tipo, non sono riuscito a rimanere indifferente (...ma che dico, via! Mi sono letteralmente emozionato, e questa cassetta «Ratatuie» è ormai frequentatrice abituale del mio walkman).
Mitili FLK è un puzzle di originalità brillante frammisto a citazioni sonore che, finalmente, sembrano innamoramenti sinceri e non banalità e scimmiottamenti: tracce di Area e Mano Negra, ricordi frequenti di musiche e melodie popolari, gusto forte di certa musica «di barricata» degli anni Settanta, capita persino qualcosa che ha come il gusto dei conterranei Detonazione.
In copertina tutte le note essenziali e le traduzioni in italiano dei testi: vere e proprie poesie minime, o fiabe brevi appena inventate. Citando a caso, come raccogliendo fiori da un prato:
«...Più in alto, sopra le nubi, il vento accerchia Varsavia / I germogli di cenere sulle mani dei lavavetri / (...) Metti che tuonino i cannoni sopra Mostar / Che lustrino in un «amen» i cortili di Sarajevo: non a me, Signore, non a me / Risparmiami la guerra fino a mezzodì / Se il rumore ci condanna, il silenzio fa paura / (da «Ratatuie»).
«...Vorrei piegarmi come un albero, bere l'aria e far rumore / Stringere la terra con le radici / Riempire di foglie tutto il paese / ( ... ) Bersi tutto, ma tutto d'un fiato / E che il fiato puzzi di verità / Quella verità che non si ferma come l'acqua corre via svelta / Non sta in parata nella caserma / Tiene la follia per mano / Chi fa finta di non capire / Mette in tasca e non ha niente da dire / Veste divise di tela grigia e rompe i coglioni per rubare cenere...» (da «Stravint»)
E ancora girotondi di parole e sogni (ad occhi chiusi e ad occhi aperti, con i piedi per terra o con la testa chissà dove...) che raccontano di un mondo colorato e bellissimo nel quale, domani o chissà quando, forse, finiremo col risvegliarci una mattina. Chissà ... Informazioni, contatti per concerti e per richiedere la cassetta: scrivete a Mitili FLK c/o Alessandro Montello, corso Italia 64, 33050 Ronchis (Udine) o spedite un fax a Radio Onde Furlane al numero 0432-530801.

Utopia
Dopo la recente seconda edizione dello Stimmenfestival (la rassegna internazionale dedicata all'uso della voce, di cui si era accennato su queste pagine qualche tempo fa), l'UTOPIA KULTURZENTRUM di Innsbruck (Austria) organizza dal 3 all'11 Novembre prossimo il suo primo Percussionfestival.
Tra i partecipanti, il duo PAVEL FAJT e JIM MENESES (Cecoslovacchia/USA), ed i gruppi LI ZHENGHUI ENSEMBLE (Cina) e LAL SINGH RAMBERAAN (Trinidad).
Confermandosi come spazio aperto a 360° in tutte le direzioni per incontri, musiche ed altre forme d'espressione, l'UTOPIA propone tra Ottobre e Novembre anche alcuni concerti: un programma eclettico che spazia in zone sonore lontane.
Alcuni esempi? A qualche sera di distanza l'uno dall'altro si possono incontrare sul palco dell'Utopia il cantautore innovativo statunitense SAM BENNET, uno del pionieri del punk inglese come CAPTAIN SENSIBLE, il chitarrista MARC RIBOT e la SAHARA ROCKCARAVAN di Hamid Baroudi. Altre informazioni: scrivete o telefonate all'Utopia Kulturzentrum, Tschlamerstr. 3, A-6020 Innsbruck (Austria),