Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 174
giugno 1990


Rivista Anarchica Online

Gli orti di cuccagna
di Marianne Enckell

È questo il nome di una cooperativa - fondata nel 1978 a Ginevra - per la produzione di ortaggi. Il tentativo di sviluppare un'alternativa al tradizionale rapporto tra produttori e consumatori, di promuovere la conoscenza della produzione agricola e dei suoi rapporti con l'esterno, di creare uno spazio non separato tra produzione e momenti conviviali

"Perché creare una cooperativa di produzione e consumo di prodotti alimentari quando esistono grandi reti di distribuzione che ogni giorno possono soddisfare i nostri bisogni e a un prezzo inferiore? Perché coltivare aiuole di 25 metri se esistono macchine adatte a coltivare chilometri di terreno? Perché ci piace!
E inoltre, dal punto di vista del consumatore: se tu compri i tuoi ortaggi al mercato spesso tu ignori da dove arrivano e come sono stati coltivati:
- quanto guadagnano i raccoglitori di banane?
- perché i piselli arrivano dall'Egitto?
- perché un pesce a Ginevra è più caro di 5-10 volte che presso il pescatore?
- perché camion di mucche vengono bloccati nel tunnel del Monte Bianco?
- perché tonnellate di ortaggi vengono distrutte ogni mese a Ginevra?
● Tu vuoi coltivare il tuo orto, hai voglia di veder crescere quello che mangi ma non hai tempo per farlo, non hai terreno, non hai voglia di isolarti ogni domenica, ti capita di partire per le vacanze nel momento in cui bisognerebbe innaffiare e strappare le erbacce...
● Tu vai in ufficio, hai voglia che la primavera non sia come l'autunno, hai voglia di seguire le stagioni anche da un punto di vista alimentare, quelle di qui e non quelle di Acapulco....
● Tu hai voglia di uno spazio collettivo in campagna per dilatare i muri del tuo appartamento. Ti interessi più o meno da vicino delle attività agricole, forse hai sentito parlare del prezzo del latte e delle sue oscillazioni; sei stanco di comprare legumi sotto plastica che hanno perso qualunque sapore; trovi importante mangiare ortaggi sani, naturali e di cui ti puoi fidare.
● I problemi dell'agricoltura non riguardano solo gli agricoltori. Se il nostro equilibrio ecologico si è rotto non è forse anche a causa dell'agricoltura attuale?
Dal punto di vista del coltivatore:
● Se tu sei il padrone di te stesso presto avrai una sola preoccupazione: far funzionare l'azienda, vendere i prodotti al maggior prezzo possibile senza badare alla qualità; tenderai a specializzarti e ad impiegare qualunque mezzo per lottare contro i parassiti.
● Se tu produci per il mercato rischi di non poter vendere o di essere costretto a vendere a minor prezzo a un rivenditore. Devi farti conoscere, "sfondare".
● Se produci per un rivenditore sei obbligato a vendere i tuoi legumi a un prezzo minore e paghi la commercializzazione insieme ai consumatori .
● Se sei il solo proprietario ti assumi da solo rischi e responsabilità. Non puoi condividere nuove esperienze. Sei solo di fronte al tuo lavoro. Trovi difficilmente finanziamenti. Se assumi degli impiegati si creano rapporti di dipendenza. Sei inchiodato alla terra, hai difficoltà a farti sostituire in caso di bisogno, a prenderti delle vacanze, a svolgere attività come la formazione, l'informazione, ecc..."(Bollettino del novembre 1978).
Gli "Orti di cuccagna", fondati nel 1978 a Ginevra, sono una cooperativa che ha come scopo - secondo il suo statuto legale - "l'approvvigionamento dei suoi membri di prodotti alimentari attraverso lo sfruttamento agricolo collettivo della terra, così come lo sviluppo di tutte le attività economiche, sociali, scientifiche o culturali connesse". Più concretamente, oggi: 220 soci impiegano tre orticultori pagati mensilmente per coltivare legumi su circa due ettari di terreno. Gli ortaggi sono di proprietà dei consumatori. Vengono raccolti settimanalmente, suddivisi in 220 sacchetti (da 2 a 10 kg a seconda della stagione) e distribuiti in città in circa 35 punti collettivi di distribuzione. I cooperatori pagano una quota annuale e dedicano tre mezze giornate l'anno ad aiutare negli orti. Come contropartita ricevono per nove mesi circa ortaggi biologici di stagione. Essi non scelgono i loro ortaggi ogni settimana, ma decidono del piano di coltura annuale in assemblea generale.

Gli inizi
È innanzitutto la storia di un agronomo convinto che tutto potrebbe essere ben più semplice; che vorrebbe coltivare ma non ha né il capitale, né il terreno; è la storia dei suoi compagni/e, militanti, alternativi, che a volte hanno dei bambini, che spesso vivono in comuni; è la storia di una città in cui è difficile abitare e circolare e di una campagna circostante popolata da ricchi vignaioli, da chilometri quadrati di serre, di ville con grandi giardini abbandonati... La prima estate eravamo 40 persone nel collettivo, con un orticultore che coltivava pezzi di terreno lontani tra loro. È solo dopo la prima stagione che si è costituita la cooperativa e sono stati fatti seriamente dei conti. Budget previsionale, esercizio 1979 (tutte le cifre in franchi svizzeri).
Spese annuali
Affitto terreno – locale 2.200
Aratura 800
Concime, terriccio 3.000
Sementi, impianti 2.500
Acqua 1.500
Manutenzione macchine 1.500
Trasporti 2.500
Salari + oneri sociali 29.000
Ammortamenti 5.000
Diverse 2.000
Totale 50.000
finanziati da:
125 quote sociali da 400 franchi

Installazioni fisse (ammortamento in 5 anni)
Motocoltivatore 4.000
Motobineuse 3.000
Accessori, cassoni 1.000
Semenzari, cassoni 1.000
Attrezzi complementari 2.000
Serre 4.000
Concessioni d'acqua, tubi 5.000
Picchetti, scale 1.000
Vetrate, fil di ferro, paletti 3.000
Diversi 1.000
Totale 25.000
finanziati da:
125 quote sociali da 50 franchi 6.250
Ammortamenti 5.000
Prestiti 3.750
Totale 15.000
Restano da trovare: 10.000 in quote sociali supplementari e/o prestiti. Riserva più diversi: mano d'opera supplementare per installazioni, hangar, pollaio, ecc.: 10.000 da trovare sotto forma di donazione.

un orticultore, agosto 1980:
La nostra cooperativa non deve restare a metà strada
"Per me gli obiettivi di Cuccagna restano:
1) Un cambiamento nei rapporti tra produttori e consumatori. Noi non coltiviamo per dei clienti anonimi, ma possiamo discutere del nostro lavoro e non solo degli ortaggi e del loro prezzo. I cooperatori possono vedere gli orti, partecipare alla produzione, vedere come crescono gli ortaggi, constatare le cure di cui hanno bisogno...
2) Un terreno a disposizione vicino alla città per i cooperatori: terreno non solo per i momenti conviviali ma anche per la produzione. Non esistono più molti luoghi dove adulti, bambini, handicappati possono rendersi conto di cos'è la produzione agricola. Per coloro che si interessano in modo più specifico alla coltivazione, avere un orto collettivo invece che individuale; o semplicemente avere un luogo per campeggiare o fare un fuoco.
3) Una alternativa ai grandi centri di distribuzione almeno per una parte dei nostri consumi. La possibilità di mangiare ortaggi biologici che hanno un sapore e corrispondono alle stagioni. Imparare a conoscere nuove o vecchie verdure, scambiarsi ricette.
4) Avere informazioni e la possibilità di scrivere sulle condizioni della produzione in agricoltura, le sue relazioni col terzo mondo, ecc. Le difficoltà finanziarie di Cuccagna ci fanno spesso dimenticare tutte queste cose che sono e restano la base della nostra cooperativa. Con tutti i problemi della vita quotidiana resta poco tempo per discutere dei veri problemi, per andare al fondo delle cose, dei desideri e delle aspirazioni di ciascuno...".

L'economia
Per entrare nella cooperativa ciascun membro versa una quota sociale. Questo capitale ha permesso un equipaggiamento di base (macchine, serre , acqua). Il budget annuale prevede evidentemente l'ammortamento e il rinnovamento delle installazioni. L'assemblea generale fissa anche l'ammontare della quota parte annuale (il "prezzo" degli ortaggi) e il salario degli orticultori. Il valore degli ortaggi è calcolato in rapporto ai prezzi medi del mercato all'ingrosso non biologico a Ginevra; le quantità consegnate possono evidentemente variare a seconda delle condizioni meteorologiche, ma la quota-parte è forfettaria. Dopo alcuni anni i soci pagano quote leggermente differenziate a seconda dei loro stipendi e del loro carico familiare; ciascuno calcola ciò che deve pagare. Gli orticultori, che all'inizio erano poco retribuiti, attualmente hanno salari vicini a quelli medi dei cooperatori.
Dunque anche se i "prezzi" e i "salari" sono calcolati secondo il mercato locale il circuito è fuori dal mercato: tutti gli ortaggi prodotti sono distribuiti (e, speriamo, mangiati) e gli orticultori percepiscono il loro salario qualunque sia la loro produzione (che fiducia...). Per la verità alcune consegne all'ingrosso vengono effettuate a delle collettività; esse rappresentano circa il 10% del budget.
Esistono contatti più o meno regolari con altri produttori per completare le consegne: uova, pane, frutti e ortaggi invernali. A condizione, però, che le loro condizioni di produzione siano paragonabili a quelle di Cuccagna (cooperative, o quantomeno senza sfruttamento, e biologiche).

Lettera di un "Cuccagnardo" (è la prima), aprile 1981
"L'ultimo Bollettino di Cuccagna mi è molto piaciuto. Tuttavia l'articolo intitolato "Saper nutrirsi" mi ha fatto storcere il naso. Biogenico, bioattivo, biostatico, biocidico: sono probabilmente d'accordo, ma... Ma non sono solo gli alimenti a generare, attivare, rallentare, distruggere la vita. Le relazioni sociali (consumatori-produttori, ad esempio), l'ambiente in cui si mangia e si vive, ecc. possono anche essere bio. Ciò di cui ho paura è che l'ecologia venga interpretata in modo troppo egocentrico e utilizzata per fuggire dai problemi sociali. Nessuna priorità agli ombelichi dei nostri piccoli ventri!

"Nicolas"

Agli inizi i partecipanti erano probabilmente più interessati agli aspetti autogestionari e sperimentali. Il giorno della distribuzione dei sacchetti di ortaggi nei quartieri ci si incontrava per scambiare ricette e sogni, per parlare dell'orto e della vita, a volte per cambiare il mondo... Il Bollettino era fatto da un gruppo di quartiere o "commissione" che sapeva spesso riempirlo di progetti e di riflessioni a largo respiro. Ma presto i nuovi cooperatori hanno cominciato a dare più importanza a quello che mangiavano o facevano mangiare ai loro bambini e non si sono sempre interessati ad ampliare i discorsi. Quando all'ultima assemblea generale è stato proposto di donare la raccolta di una settimana in ottobre (periodo di vacanze scolastiche) alle officine Peugèot in sciopero a Mulhouse si è levata una voce per chiedere quale fosse il rapporto tra la partecipazione a Cuccagna e il sostegno a uno sciopero operaio...
L'idea di partenza era di creare una rete di cooperative di qualunque tipo e colore; era un'epoca in cui le comunità erano numerose (questo semplificava le consegne!) e il tipo di vita più alternativo. Questa idea continua ad essere fondamentale per gli orticultori e per alcuni membri che vivono in cooperative d'abitazione (comprate o affittate) o che hanno costituito collettivi di lavoro più o meno riusciti, più o meno duraturi. Ma la maggior parte dei soci vivono in famiglia, hanno un lavoro remunerato (insegnanti, lavoratori sociali, funzionari) e dedicano ai movimenti associativi una piccola parte del loro tempo libero. E d'altra parte sarebbe difficile un rapporto con gli ambienti più "alternativi", più radicali: la scelta degli squatters, del baratto, il rifiuto del lavoro salariato e quindi del denaro, la vita vagabonda non sono compatibili con il pagamento annuale di una quota e il ricevimento settimanale di un sacchetto di ortaggi.
Tuttavia la riflessione portata avanti sin dall'inizio di Cuccagna sulla situazione dell'orticoltura a Ginevra e altrove, sull'approvvigionamento agroalimentare, sul commercio internazionale, non si è mai interrotta; la cooperativa ha partecipato a discussioni e progetti con associazioni contadine, con gruppi terzo-mondisti, ecologisti, ecc. Gli orticultori sono evidentemente i più motivati a prendere contatti, ad aderire ad associazioni di produttori. "I cooperatori, scrive un vecchio orticultore, hanno anch'essi interessi comuni con tutte le persone con cui noi discutiamo: avere un cibo più sano, poter migliorare le nostre relazioni, avere un controllo sul nostro lavoro e su ciò che consumiamo, evitare di arricchire intermediari favorendo la distribuzione o la vendita diretta, organizzarci in maniera autonoma nei quartieri...". Ma anche qui la scelta può essere tra diverse associazioni: produttori biologici o contadini militanti a seconda dell'etica che difendono e della solidarietà che praticano.
Dopo alcuni anni uno degli orticultori lavora durante l'inverno a un progetto di autosviluppo di villaggio in Senegal e chiede la solidarietà dei cooperatori a sostegno di questo tipo di progetto. L'orto è anche un luogo di incontri. Vi lavorano apprendisti o compagni che vogliono tentare di lanciare un progetto analogo altrove. Ed è meta di visite di insegnanti con gruppi di scolari e di handicappati. Vi si svolgono spesso picnic e feste.
Nei sacchi di ortaggi c'è sempre posto per il bollettino informativo e, a volte, per volantini o richieste di solidarietà.

La produzione
Evidentemente è l'aspetto centrale della cooperativa, ma non sappiamo se essa può essere valutata in modo diverso rispetto a un'azienda classica. Dal marzo all'agosto del 1989 gli ortaggi consegnati hanno superato del 30% le previsioni e questo aumento è continuato fino a dicembre. I sacchi di ortaggi sono molto diversificati, ma alcune colture (porri, insalate, pomodori...) sono ben più redditizi di altri (fagioli, piselli, la cui raccolta non può essere razionalizzata).
L'ora di lavoro è attualmente retribuita con 17 franchi svizzeri netti. In realtà essa costa a Cuccagna 52,50 franchi poiché bisogna includervi non solo gli oneri sociali e le spese amministrative, ma anche i costi delle sementi, dell'acqua, del terriccio, l'ammortamento e la riparazione degli attrezzi, l'affitto del terreno, ecc. In questo modo si può calcolare il prezzo di costo e il valore dei legumi distribuiti (ricordiamo che il prezzo indicato dei prodotti corrisponde al prezzo medio sul mercato):
Insalate 100 mq, 1000 pezzi circa
Lavoro:
semina e cura 10 ore
raccolta 8 ore
totale 18 ore x 52,50 945
Prodotti:
800 insalate per 1,30 fr. 1.040
Patate novelle 1000mq
Lavoro:
semina e cura 32 ore
raccolta 80 ore
totale 112 x 52,50 5.880
Prodotto:
2500 kg. x 1,80 fr. 4.500
Pomodori 400 mq, 900 piante circa
Lavoro:
impianto 12 ore
trapianto e cura 84 ore
raccolta 24 ore
totale 120 x 52,50 6.300
Prodotto:
3000 kg. x 2,80 fr. 8.400
Fagiolini 200 mq
Lavoro:
semina e cura 10 ore
raccolta 30 ore
totale 40 x 52,50 2.100
Prodotto:
200 x 5 fr. 1.000

"Grazie ai nuovi terreni più adatti alla coltivazione di certi legumi e all'investimento in macchine, impianti di innaffiatura e serre, lavoriamo lo stesso numero di ore con un aumento di produttività del 45% circa. Questa nuova situazione è vantaggiosa ma ci costringe a un aumento della produzione totale.
L'aumento della produttività deve servire da un lato ad ammortizzare gli investimenti e dall'altro ad aumentare sensibilmente i salari". Questo significa un aumento delle quote del 10% e anche consegne su ordinazione. "Fino ad oggi ci siamo soprattutto preoccupati di produrre legumi a buon mercato. Ma oggi è un po' diverso: a causa dei nostri bisogni che cambiano, della nostra età, della nostra filosofia, della nostra voglia di non cedere completamente a una agricoltura od orticoltura iper-produttivista (e non è la coltura biologica, purtroppo, ad impedirlo). A lungo termine noi pensiamo che non si possa aumentare i nostri salari solo con una più elevata produttività. Non sarebbe forse il caso di aumentare la base di calcolo attuale aumentando il prezzo del mercato non biologico del 5% - 10% per la coltivazione biologica e per condizioni di lavoro accettabili a lungo termine? In questo modo, comunque, i prezzi degli ortaggi di Cuccagna resterebbero ben al di sotto di quelli praticati sul mercato bio o nei negozi biologici". (Bollettino, ottobre 1989).
Rendiconti 1988-89 (in Fr. Sv.)
Spese annuali
Affitto del terreno + locale 1.600
Concime, terriccio, ecc. 4.700
Sementi, piantine 12.700
Acquisto legumi 6.700
Acqua 3.500
Manutenzione macchine 8.000
Strumenti e materiale 4.000
Trasporti, veicoli 13.000
Salari e pasti 72.000
Oneri sociali 16.500
Ammortamenti 16.000
Amministrazione, spese generali 8.000
Bollettino 1.800
Totale 168.000
Prodotti
Quote in legumi 145.000
(220 parti a 675 mediamente)
Vendite e ordini 13.000
Perdita 10.000
Budget 1989-90
Spese (sulla base 88-89) 168.000
Aumento salari 32.000
Totale 200.000
Prodotti
Quote 165.000
(220 a 750)
Vendita di pane e uova 5.000
Vendita pomodori e patate 5.000
Ordinazioni 20.000
Indennità per mezze giornate
di lavoro non fatte 5.000
Totale 200.000

Allora?
Gli orti di Cuccagna avrebbero voluto prefigurare... un paese di Cuccagna. Ma il mondo è quello che è, e noi siamo attaccati a forme di vita che spesso non sono in armonia con i nostri valori.
Se gli orticultori non avessero svolto una funzione trainante la cooperativa si sarebbe dissolta. I soci che devono fare le mezze giornate di lavoro negli orti non sempre lo fanno spontaneamente, alcuni chiedono di essere convocati il tal giorno alla tal ora.
La proliferazione sperata, non si è mai verificata. Sulla scia degli Orti di Cuccagna si sono costituiti ad esempio gruppi cooperativi di acquisto di cereali, frutta secca, detersivi, ecc. ma questi si interessano solo alla qualità dei prodotti (biologici, ecologici, a buon prezzo) e non alle condizioni di produzione.
Eppure malgrado tutto, l'esperienza è ricca e forte.
Pensate un po': rapporti diversi di lavoro (almeno per gli orticultori, ma anche per chiunque voglia giocare a questo gioco), di mercato, di consumo, con la natura - perfino coi mondi, col primo come col terzo. Rapporti piuttosto fraterni tra i cooperatori nei quartieri e tra i loro bambini. Si può chiedere di più a una cooperativa?
Ma soprattutto: l'avventura può essere ripetuta ovunque. Le condizioni saranno certo diverse in una grande città (bisognerà dare ancora più importanza al quartiere, alla distribuzione, al trasporto) e sotto un altro clima (a Stoccolma la stagione è breve, a Canberra la terra è povera, a Palermo si produrranno aranci e cedri bio) . La suddivisione dei compiti tra produttori e consumatori può essere differenziata e sono possibili tutte le combinazioni immaginabili con pollai, alberi da frutta, produzione di pane e di marmellate (volete delle ricette di dolci agli ortaggi?). Cuccagna a Ginevra può accogliere visitatori o apprendisti, se l'idea vi tenta.

(traduzione di Fausta Bizzozzero)