Rivista Anarchica Online
Gli orti di cuccagna
di Marianne Enckell
È questo il nome di una
cooperativa - fondata nel 1978 a Ginevra - per la produzione di
ortaggi. Il tentativo di sviluppare un'alternativa al tradizionale
rapporto tra produttori e consumatori, di promuovere la conoscenza
della produzione agricola e dei suoi rapporti con l'esterno, di
creare uno spazio non separato tra produzione e momenti conviviali
"Perché creare una
cooperativa di produzione e consumo di prodotti alimentari quando
esistono grandi reti di distribuzione che ogni giorno possono
soddisfare i nostri bisogni e a un prezzo inferiore? Perché
coltivare aiuole di 25 metri se esistono macchine adatte a coltivare
chilometri di terreno? Perché ci piace! E inoltre, dal punto di vista del
consumatore: se tu compri i tuoi ortaggi al mercato spesso tu
ignori da dove arrivano e come sono stati coltivati:
- quanto guadagnano i raccoglitori di
banane?
- perché i piselli arrivano
dall'Egitto?
- perché un pesce a Ginevra è
più caro di 5-10 volte che presso il pescatore?
- perché camion di mucche
vengono bloccati nel tunnel del Monte Bianco?
- perché tonnellate di ortaggi
vengono distrutte ogni mese a Ginevra?
● Tu vuoi coltivare il tuo orto,
hai voglia di veder crescere quello che mangi ma non hai tempo per
farlo, non hai terreno, non hai voglia di isolarti ogni domenica, ti
capita di partire per le vacanze nel momento in cui bisognerebbe
innaffiare e strappare le erbacce...
● Tu vai in ufficio, hai voglia
che la primavera non sia come l'autunno, hai voglia di seguire le
stagioni anche da un punto di vista alimentare, quelle di qui e non
quelle di Acapulco....
● Tu hai voglia di uno spazio
collettivo in campagna per dilatare i muri del tuo appartamento. Ti
interessi più o meno da vicino delle attività agricole,
forse hai sentito parlare del prezzo del latte e delle sue
oscillazioni; sei stanco di comprare legumi sotto plastica che hanno
perso qualunque sapore; trovi importante mangiare ortaggi sani,
naturali e di cui ti puoi fidare. ● I problemi dell'agricoltura non
riguardano solo gli agricoltori. Se il nostro equilibrio ecologico si
è rotto non è forse anche a causa dell'agricoltura
attuale?
Dal punto di vista del coltivatore:
● Se tu sei il padrone di te
stesso presto avrai una sola preoccupazione: far funzionare
l'azienda, vendere i prodotti al maggior prezzo possibile senza
badare alla qualità; tenderai a specializzarti e ad impiegare
qualunque mezzo per lottare contro i parassiti.
● Se tu produci per il mercato
rischi di non poter vendere o di essere costretto a vendere a minor
prezzo a un rivenditore. Devi farti conoscere, "sfondare". ● Se produci per un rivenditore
sei obbligato a vendere i tuoi legumi a un prezzo minore e paghi la
commercializzazione insieme ai consumatori .
● Se sei il solo proprietario ti
assumi da solo rischi e responsabilità. Non puoi condividere
nuove esperienze. Sei solo di fronte al tuo lavoro. Trovi
difficilmente finanziamenti. Se assumi degli impiegati si creano
rapporti di dipendenza. Sei inchiodato alla terra, hai difficoltà
a farti sostituire in caso di bisogno, a prenderti delle vacanze, a
svolgere attività come la formazione, l'informazione,
ecc..."(Bollettino del novembre 1978).
Gli "Orti di cuccagna",
fondati nel 1978 a Ginevra, sono una cooperativa che ha come scopo -
secondo il suo statuto legale - "l'approvvigionamento dei suoi
membri di prodotti alimentari attraverso lo sfruttamento agricolo
collettivo della terra, così come lo sviluppo di tutte le
attività economiche, sociali, scientifiche o culturali
connesse". Più concretamente, oggi: 220 soci impiegano
tre orticultori pagati mensilmente per coltivare legumi su circa due
ettari di terreno. Gli ortaggi sono di proprietà dei
consumatori. Vengono raccolti settimanalmente, suddivisi in 220
sacchetti (da 2 a 10 kg a seconda della stagione) e distribuiti in
città in circa 35 punti collettivi di distribuzione. I
cooperatori pagano una quota annuale e dedicano tre mezze giornate
l'anno ad aiutare negli orti. Come contropartita ricevono per nove
mesi circa ortaggi biologici di stagione. Essi non scelgono i loro
ortaggi ogni settimana, ma decidono del piano di coltura annuale in
assemblea generale.
Gli inizi
È innanzitutto la storia di un
agronomo convinto che tutto potrebbe essere ben più semplice;
che vorrebbe coltivare ma non ha né il capitale, né il
terreno; è la storia dei suoi compagni/e, militanti,
alternativi, che a volte hanno dei bambini, che spesso vivono in
comuni; è la storia di una città in cui è
difficile abitare e circolare e di una campagna circostante popolata
da ricchi vignaioli, da chilometri quadrati di serre, di ville con
grandi giardini abbandonati... La prima estate eravamo 40 persone nel
collettivo, con un orticultore che coltivava pezzi di terreno lontani
tra loro. È solo dopo la prima stagione che si è
costituita la cooperativa e sono stati fatti seriamente dei conti.
Budget previsionale, esercizio 1979 (tutte le cifre in franchi
svizzeri).
Spese annuali
Affitto terreno – locale 2.200
Aratura 800
Concime, terriccio 3.000 Sementi, impianti 2.500
Acqua 1.500 Manutenzione macchine
1.500 Trasporti 2.500
Salari + oneri sociali 29.000
Ammortamenti 5.000 Diverse
2.000
Totale 50.000 finanziati da:
125 quote sociali da 400 franchi
Installazioni fisse (ammortamento
in 5 anni)
Motocoltivatore 4.000 Motobineuse
3.000 Accessori, cassoni 1.000 Semenzari, cassoni
1.000 Attrezzi complementari 2.000 Serre 4.000 Concessioni
d'acqua, tubi 5.000 Picchetti, scale 1.000 Vetrate, fil di ferro, paletti
3.000 Diversi 1.000 Totale
25.000 finanziati da:
125 quote sociali da 50 franchi 6.250 Ammortamenti
5.000 Prestiti 3.750 Totale
15.000
Restano da trovare: 10.000 in quote
sociali supplementari e/o prestiti. Riserva più diversi: mano
d'opera supplementare per installazioni, hangar, pollaio, ecc.:
10.000 da trovare sotto forma di donazione.
un orticultore, agosto 1980: La nostra cooperativa non deve
restare a metà strada
"Per me gli obiettivi di Cuccagna
restano:
1) Un cambiamento nei rapporti tra
produttori e consumatori. Noi non coltiviamo per dei clienti anonimi,
ma possiamo discutere del nostro lavoro e non solo degli ortaggi e
del loro prezzo. I cooperatori possono vedere gli orti, partecipare
alla produzione, vedere come crescono gli ortaggi, constatare le cure
di cui hanno bisogno...
2) Un terreno a disposizione vicino
alla città per i cooperatori: terreno non solo per i momenti
conviviali ma anche per la produzione. Non esistono più molti
luoghi dove adulti, bambini, handicappati possono rendersi conto di
cos'è la produzione agricola. Per coloro che si interessano in
modo più specifico alla coltivazione, avere un orto collettivo
invece che individuale; o semplicemente avere un luogo per
campeggiare o fare un fuoco.
3) Una alternativa ai grandi centri di
distribuzione almeno per una parte dei nostri consumi. La possibilità
di mangiare ortaggi biologici che hanno un sapore e corrispondono
alle stagioni. Imparare a conoscere nuove o vecchie verdure,
scambiarsi ricette.
4) Avere informazioni e la possibilità
di scrivere sulle condizioni della produzione in agricoltura, le sue
relazioni col terzo mondo, ecc. Le difficoltà finanziarie di
Cuccagna ci fanno spesso dimenticare tutte queste cose che sono e
restano la base della nostra cooperativa. Con tutti i problemi della
vita quotidiana resta poco tempo per discutere dei veri problemi, per
andare al fondo delle cose, dei desideri e delle aspirazioni di
ciascuno...".
L'economia
Per entrare nella cooperativa ciascun
membro versa una quota sociale. Questo capitale ha permesso un
equipaggiamento di base (macchine, serre , acqua). Il budget annuale
prevede evidentemente l'ammortamento e il rinnovamento delle
installazioni. L'assemblea generale fissa anche l'ammontare della
quota parte annuale (il "prezzo" degli ortaggi) e il
salario degli orticultori. Il valore degli ortaggi è calcolato
in rapporto ai prezzi medi del mercato all'ingrosso non biologico a
Ginevra; le quantità consegnate possono evidentemente variare
a seconda delle condizioni meteorologiche, ma la quota-parte è
forfettaria. Dopo alcuni anni i soci pagano quote leggermente
differenziate a seconda dei loro stipendi e del loro carico
familiare; ciascuno calcola ciò che deve pagare. Gli
orticultori, che all'inizio erano poco retribuiti, attualmente hanno
salari vicini a quelli medi dei cooperatori.
Dunque anche se i "prezzi" e
i "salari" sono calcolati secondo il mercato locale il
circuito è fuori dal mercato: tutti gli ortaggi prodotti sono
distribuiti (e, speriamo, mangiati) e gli orticultori percepiscono il
loro salario qualunque sia la loro produzione (che fiducia...). Per
la verità alcune consegne all'ingrosso vengono effettuate a
delle collettività; esse rappresentano circa il 10% del
budget.
Esistono contatti più o meno
regolari con altri produttori per completare le consegne: uova, pane,
frutti e ortaggi invernali. A condizione, però, che le loro
condizioni di produzione siano paragonabili a quelle di Cuccagna
(cooperative, o quantomeno senza sfruttamento, e biologiche).
Lettera di un "Cuccagnardo"
(è la prima), aprile 1981
"L'ultimo Bollettino di Cuccagna
mi è molto piaciuto. Tuttavia l'articolo intitolato "Saper
nutrirsi" mi ha fatto storcere il naso. Biogenico, bioattivo,
biostatico, biocidico: sono probabilmente d'accordo, ma... Ma non
sono solo gli alimenti a generare, attivare, rallentare, distruggere
la vita. Le relazioni sociali (consumatori-produttori, ad esempio),
l'ambiente in cui si mangia e si vive, ecc. possono anche essere bio.
Ciò di cui ho paura è che l'ecologia venga interpretata
in modo troppo egocentrico e utilizzata per fuggire dai problemi
sociali. Nessuna priorità agli ombelichi dei nostri piccoli
ventri!
"Nicolas"
Agli inizi i partecipanti erano
probabilmente più interessati agli aspetti autogestionari e
sperimentali. Il giorno della distribuzione dei sacchetti di ortaggi
nei quartieri ci si incontrava per scambiare ricette e sogni, per
parlare dell'orto e della vita, a volte per cambiare il mondo... Il
Bollettino era fatto da un gruppo di quartiere o "commissione"
che sapeva spesso riempirlo di progetti e di riflessioni a largo
respiro. Ma presto i nuovi cooperatori hanno cominciato a dare più
importanza a quello che mangiavano o facevano mangiare ai loro
bambini e non si sono sempre interessati ad ampliare i discorsi.
Quando all'ultima assemblea generale è stato proposto di
donare la raccolta di una settimana in ottobre (periodo di vacanze
scolastiche) alle officine Peugèot in sciopero a Mulhouse si è
levata una voce per chiedere quale fosse il rapporto tra la
partecipazione a Cuccagna e il sostegno a uno sciopero operaio...
L'idea di partenza era di creare una
rete di cooperative di qualunque tipo e colore; era un'epoca in cui
le comunità erano numerose (questo semplificava le consegne!)
e il tipo di vita più alternativo. Questa idea continua ad
essere fondamentale per gli orticultori e per alcuni membri che
vivono in cooperative d'abitazione (comprate o affittate) o che hanno
costituito collettivi di lavoro più o meno riusciti, più
o meno duraturi. Ma la maggior parte dei soci vivono in famiglia,
hanno un lavoro remunerato (insegnanti, lavoratori sociali,
funzionari) e dedicano ai movimenti associativi una piccola parte del
loro tempo libero. E d'altra parte sarebbe difficile un rapporto con
gli ambienti più "alternativi", più radicali:
la scelta degli squatters, del baratto, il rifiuto del lavoro
salariato e quindi del denaro, la vita vagabonda non sono compatibili
con il pagamento annuale di una quota e il ricevimento settimanale di
un sacchetto di ortaggi.
Tuttavia la riflessione portata avanti
sin dall'inizio di Cuccagna sulla situazione dell'orticoltura a
Ginevra e altrove, sull'approvvigionamento agroalimentare, sul
commercio internazionale, non si è mai interrotta; la
cooperativa ha partecipato a discussioni e progetti con associazioni
contadine, con gruppi terzo-mondisti, ecologisti, ecc. Gli
orticultori sono evidentemente i più motivati a prendere
contatti, ad aderire ad associazioni di produttori. "I
cooperatori, scrive un vecchio orticultore, hanno anch'essi interessi
comuni con tutte le persone con cui noi discutiamo: avere un cibo più
sano, poter migliorare le nostre relazioni, avere un controllo sul
nostro lavoro e su ciò che consumiamo, evitare di arricchire
intermediari favorendo la distribuzione o la vendita diretta,
organizzarci in maniera autonoma nei quartieri...". Ma anche qui la scelta può essere tra diverse
associazioni: produttori biologici o contadini militanti a seconda
dell'etica che difendono e della solidarietà che praticano.
Dopo alcuni anni uno degli orticultori
lavora durante l'inverno a un progetto di autosviluppo di villaggio
in Senegal e chiede la solidarietà dei cooperatori a sostegno
di questo tipo di progetto. L'orto è anche un luogo di
incontri. Vi lavorano apprendisti o compagni che vogliono tentare di
lanciare un progetto analogo altrove. Ed è meta di visite di
insegnanti con gruppi di scolari e di handicappati. Vi si svolgono
spesso picnic e feste.
Nei sacchi di ortaggi c'è sempre
posto per il bollettino informativo e, a volte, per volantini o
richieste di solidarietà.
La produzione
Evidentemente è l'aspetto
centrale della cooperativa, ma non sappiamo se essa può essere
valutata in modo diverso rispetto a un'azienda classica. Dal marzo
all'agosto del 1989 gli ortaggi consegnati hanno superato del 30% le
previsioni e questo aumento è continuato fino a dicembre. I
sacchi di ortaggi sono molto diversificati, ma alcune colture (porri,
insalate, pomodori...) sono ben più redditizi di altri
(fagioli, piselli, la cui raccolta non può essere
razionalizzata).
L'ora di lavoro è
attualmente retribuita con 17 franchi svizzeri netti. In realtà
essa costa a Cuccagna 52,50 franchi poiché bisogna includervi
non solo gli oneri sociali e le spese amministrative, ma anche i
costi delle sementi, dell'acqua, del terriccio, l'ammortamento e la
riparazione degli attrezzi, l'affitto del terreno, ecc. In questo
modo si può calcolare il prezzo di costo e il valore dei
legumi distribuiti (ricordiamo che il prezzo indicato dei prodotti
corrisponde al prezzo medio sul mercato): Insalate
100
mq, 1000 pezzi circa Lavoro:
semina e cura 10 ore
raccolta 8 ore totale 18 ore x 52,50
945 Prodotti:
800 insalate per 1,30 fr. 1.040 Patate novelle 1000mq
Lavoro:
semina e cura 32 ore raccolta 80 ore
totale 112 x 52,50 5.880
Prodotto:
2500 kg. x 1,80 fr. 4.500
Pomodori 400 mq, 900 piante
circa
Lavoro:
impianto 12 ore
trapianto e cura 84 ore raccolta
24 ore totale 120 x 52,50 6.300
Prodotto:
3000 kg. x 2,80 fr. 8.400
Fagiolini 200 mq
Lavoro:
semina e cura 10 ore raccolta
30 ore totale 40 x 52,50 2.100
Prodotto:
200 x 5 fr. 1.000
"Grazie ai nuovi terreni più
adatti alla coltivazione di certi legumi e all'investimento in
macchine, impianti di innaffiatura e serre, lavoriamo lo stesso
numero di ore con un aumento di produttività del 45% circa.
Questa nuova situazione è vantaggiosa ma ci costringe a un
aumento della produzione totale.
L'aumento della produttività
deve servire da un lato ad ammortizzare gli investimenti e dall'altro
ad aumentare sensibilmente i salari". Questo significa un
aumento delle quote del 10% e anche consegne su ordinazione. "Fino
ad oggi ci siamo soprattutto preoccupati di produrre legumi a buon
mercato. Ma oggi è un po' diverso: a causa dei nostri bisogni
che cambiano, della nostra età, della nostra filosofia, della
nostra voglia di non cedere completamente a una agricoltura od
orticoltura iper-produttivista (e non è la coltura biologica,
purtroppo, ad impedirlo). A lungo termine noi pensiamo che non si
possa aumentare i nostri salari solo con una più elevata
produttività. Non sarebbe forse il caso di aumentare la base
di calcolo attuale aumentando il prezzo del mercato non biologico del
5% - 10% per la coltivazione biologica e per condizioni di lavoro
accettabili a lungo termine? In questo modo, comunque, i prezzi degli
ortaggi di Cuccagna resterebbero ben al di sotto di quelli praticati
sul mercato bio o nei negozi biologici". (Bollettino, ottobre
1989).
Rendiconti 1988-89 (in Fr. Sv.)
Spese annuali
Affitto del terreno + locale 1.600
Concime, terriccio, ecc. 4.700 Sementi, piantine
12.700 Acquisto legumi
6.700 Acqua
3.500 Manutenzione macchine 8.000
Strumenti e materiale 4.000 Trasporti, veicoli
13.000 Salari e pasti
72.000 Oneri sociali
16.500 Ammortamenti 16.000 Amministrazione,
spese generali
8.000 Bollettino
1.800 Totale
168.000 Prodotti
Quote in legumi 145.000
(220 parti a 675 mediamente) Vendite e ordini
13.000 Perdita
10.000 Budget 1989-90
Spese (sulla base 88-89) 168.000 Aumento salari
32.000 Totale
200.000 Prodotti
Quote 165.000
(220 a 750) Vendita di pane e uova
5.000 Vendita pomodori e patate
5.000 Ordinazioni
20.000 Indennità per mezze giornate
di lavoro non fatte 5.000 Totale
200.000
Allora?
Gli orti di Cuccagna avrebbero voluto
prefigurare... un paese di Cuccagna. Ma il mondo è quello che
è, e noi siamo attaccati a forme di vita che spesso non sono
in armonia con i nostri valori.
Se gli orticultori non avessero svolto
una funzione trainante la cooperativa si sarebbe dissolta. I soci che
devono fare le mezze giornate di lavoro negli orti non sempre lo
fanno spontaneamente, alcuni chiedono di essere convocati il tal
giorno alla tal ora.
La proliferazione sperata, non si è
mai verificata. Sulla scia degli Orti di Cuccagna si sono costituiti
ad esempio gruppi cooperativi di acquisto di cereali, frutta secca,
detersivi, ecc. ma questi si interessano solo alla qualità dei
prodotti (biologici, ecologici, a buon prezzo) e non alle condizioni
di produzione.
Eppure malgrado tutto, l'esperienza è
ricca e forte.
Pensate un po': rapporti diversi di
lavoro (almeno per gli orticultori, ma anche per chiunque voglia
giocare a questo gioco), di mercato, di consumo, con la natura -
perfino coi mondi, col primo come col terzo. Rapporti piuttosto
fraterni tra i cooperatori nei quartieri e tra i loro bambini. Si può
chiedere di più a una cooperativa?
Ma soprattutto: l'avventura può
essere ripetuta ovunque. Le condizioni saranno certo diverse in una
grande città (bisognerà dare ancora più
importanza al quartiere, alla distribuzione, al trasporto) e sotto un
altro clima (a Stoccolma la stagione è breve, a Canberra la
terra è povera, a Palermo si produrranno aranci e cedri bio) .
La suddivisione dei compiti tra produttori e consumatori può
essere differenziata e sono possibili tutte le combinazioni
immaginabili con pollai, alberi da frutta, produzione di pane e di
marmellate (volete delle ricette di dolci agli ortaggi?). Cuccagna a
Ginevra può accogliere visitatori o apprendisti, se l'idea vi
tenta.
(traduzione di Fausta Bizzozzero)
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