Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 160
dicembre 1988 - gennaio 1989


Rivista Anarchica Online

Ma quale asocialità?

Con questa lettera desidero ribattere - a titolo personale - quella pubblicata lo scorso ottobre "il ghetto siamo noi" firmata dalla compagnia teatrale Utopia di Rimini.
Faccio parte dei collettivi nazionali punx anarchici e se vi scrivo è solo perché certa che nessun altro lo avrebbe fatto con le medesime intenzioni considerata la poca diffusione che la vostra rivista gode in ambienti antagonisti e punx anarchici.
A parte questo, credo che non sia giusto chiudere la questione liquidando chi come noi resta attivo negli anni con le proprie proposte creative, musicali, politiche tutte nell'ambito di un metodo - quello autogestionario - che è e rimane anarchico, non mi sembra corretto, dicevo, sentire considerare solo una delle tante voci - quella appunto della C.T. di Rimini - a proposito dell'asocialità dei punx, un discorso che ricorda non poco quello tirato fuori da alcuni amministratori pubblici (Torino, Milano) che, ispirati dai vari sociologi ed "operatori del settore", intendevano correggere le pericolose devianze della gioventù metropolitana più autorganizzata e cosciente a suon di "progetti giovani" e denunce penali.
È il solito discorso zeppo di obiettive ragioni di ordine ed igiene sociale, finalizzate alla subordinazione dei comportamenti alle regole borghesi della cosiddetta "civile convivenza". La generalizzazione è da sempre efficace arma nelle mani dei pennivendoli di regime per screditare ed isolare (opprimere) le realtà meno disposte a barattare i propri costumi con quelli tradizionali, ciò che sorprende è lo spregiudicato uso che se ne fa anche da parte di alcuni compagni che non vogliono capire e che preferiscono distaccate ed inequivocabili affermazioni del tipo "i punx anarchici sono i pagliacci del movimento" (nella fattispecie riferita a Roma) non tenendo conto che proprio a causa dei bisunti stracci, gli orecchini al naso, ai capelli bizzarri che spesso ci distinguono dalla massa, dicevo, grazie a questi elementi esteriori già si sopportano le angherie di poliziotti e fascisti; proviamo a sommare morale a morale,il quadro si tinge tristemente di incomprensione, fraintesi, e scarsa comunicativa sia coll'esterno che col movimento ufficiale (per semplificare chiamiamolo così).
Cari amici di Rimini, "alcuni gruppi di punx" responsabili a vostro dire di molestie e di mancati confronti con le altre individualità presenti alle varie manifestazioni libertarie non è detto che possono identificarsi come punx anarchici solo perché fisicamente si trovano in quei luoghi di lotta, di discussione, di trasgressione, di dibattito eccetera. La mobilità è ancora garantita anche per i punk quindi non vedo perché i rompiballe di Fano ai quali si fa particolare riferimento nella lettera in discussione non potessero trovarsi là pur fregandosene di "dialogare" perché ubriachi fradici. Penso che la tranquillità a cui sembrano aspirare i compagni di Rimini poco si coniughi con le manifestazioni anarchiche che attirano quei non propriamente campioni di militanza che sono i punk, un'istituzione qualsiasi coi suoi buttafuori e le sue regole offrono nel caso ben altri requisiti selettivi. Credo che la discutibile frase "bella figa vieni qua" non sia stata pronunciata in maniera corale ma da una voce isolata, al solito di tutta un'erba si fa un fascio riproducendo lo stereotipo del "dibattito educato" che poco si addice ad un antagonismo reputato tale, spesso detto stereotipo viene riconosciuto meno che niente come "propria devianza" da correggere da parte di alcuni compagni... ortodossi?
"L'annullamento delle proprie facoltà psichiche" a cui a vostro dire mirano i punk è - per sorriderci sopra - la ciliegina sulla metaforica torta dell'intolleranza, non occorre scavare nell'universo giovanile e non, antagonista e non, per trovare ubriaconi, intossicati da televisione, fumati, intossicati da non inedite sostanze non ultima l'ideologia... pericolosa scoria che inibisce lo spirito autocritico e scarica sugli altri le colpe di una supposta o reale incomunicabilità negli incontri libertari di varia matrice, area, tendenza (...).
Per concludere consiglio agli interessati di procurarsi fanzine come La Pernacchia o il primo numero del bollettino nazionale dei punx anarchici (entrambi disponibili presso Controcultura Distribuzioni c/o il Forte Prenestino, via Federico Delpino, 00171 Roma) per conoscere i loro contenuti; a coloro che invece amano cimentarsi nell'occupazione preferita dai preti, quella del giudicare, consiglio di calare - che so! - al Forte Prenestino di Roma dove da più di due anni opera (tra gli altri) il gruppo dei punx anarchici producendo quotidianamente antagonismo e non chiacchiere. Un noto gruppo punk musicale cantava "...combatti la tua guerra solo con la mente..." quando non ci sentiamo di accettare una rassegnata opposizione sulla difensiva e sul dibattito culturale solamente, ma sull'attacco e sull'irriverenza coscienti contro il sistema reazionario che ci opprime, come la mettiamo? Liberare noi stessi per liberarci dai ghetti, via il condizionamento educativo e religioso che ci "stagiona" nella pochezza di un'unica misura per tutto, basta coi luoghi comuni.
Saluti libertari.

Lucia Malvezzi (Grosseto)