Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 160
dicembre 1988 - gennaio 1989


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Tiratura limitata

"... UMAMI e RAIZ LATINA sono i nomi con i quali lo stesso gruppo di musicisti propone rispettivamente un repertorio di musica della regione andina ed uno di musica afro-latinoamericana. La proposta del gruppo comprende sia lo studio e la diffusione della musica folklorica ed etnica di questi paesi, sia il suo sviluppo attuale, attraverso la proposta di brani scritti da autori contemporanei, sulla base di ritmi e schemi armonici tradizionali e popolari..."
Un po' troppo anonimo nella copertina (che rischia di passare letteralmente inosservata negli scaffali dei negozi), ed invece ricco di particolari nella realizzazione, il debutto discografico di UMAMI e RAIZ LATINA è a cura della nuova indie torinese Inisheer (vedi "A" 156): si tratta di un doppio 7 pollici, uno per ciascuna identità della formazione. Un lavoro interessante e anche di un certo valore: peccato purtroppo che i dischi durino poco e lascino solo intuire il grande amore che c'è dietro a queste attività. Sono comunque disponibili presso Inisheer alcuni demotapes di durata ragionevolmente maggiore.
Altra uscita per Inisheer è il debut-single degli ENVIRONS, con una versione a dir poco stupenda di "No man can find the war" di Tim Buckley. Nel gruppo, oltre a Lalli e Stefano ex-Franti, suonano Toni Ciavarra e Claudio Villiot. Un inizio promettente, per l'etichetta e per questi musicisti ma, a differenza di quanto spesso si scrive, non vi invito "ad aspettare prove più articolate".
Comprate questi dischi, comprateli subito. Aspettare non serve proprio a niente e in più c'è il rischio di restare a bocca asciutta, vista la tiratura limitata. In uscita presto su Inisheer un disco dei romani GRONGE e finalmente l'album degli ENVIRONS.
Inisheer c/o Backdoor, via Pinelli 45, 10144 Torino.

Intreccio di progetti

Con ritardo colossale (durante il trasloco ne ho perso le tracce) vi segnalo "Last Trax", resoconto finale dell'attività di TRAX, il progetto multimediale che ha tenuto occupati Vittore Baroni, Piermario Ciani e Massimo Giacon per gli ultimi sei anni. "Last Trax" è un libretto ben stampato e realizzato, nel quale sono elencate in ordine meticolosamente cronologico e descritte in italiano e inglese tutte le attività (pubblicazione di nastri, dischi e materiale stampato, fotocopie, installazioni, etc.) che hanno caratterizzato la turbinosa esistenza del " marchio Trax", recentemente interrotta.
Nella realtà, TRAX e stato un intreccio di progetti, atteggiamenti e stili molto più complicato di quanto non riesca io a far credere con questa recensione. Nella confezione ci dovrebbe essere anche un disco dei Nipoti del Faraone che, un po' per diffidenza e un po' per forza di cose, non ho ancora potuto ascoltare.
Trax c/o Vittorio Baroni, via Raffaelli 2, 55042 Forte dei Marmi (Lucca).

Musiche "difficili"

È uscito il secondo numero di MUSICHE, una bella rivista musicale di cui si è già accennato su questa rubrica (sempre su "A" 156). Le tendenze accennate sul numero d'esordio sono state rispettate, quindi MUSICHE si ripropone come l'unica pubblicazione che nel nostro paese si occupa di forme musicali "difficili" o quanto mai poco conosciute. L'impresa è meritevole della migliore solidarietà (il giornale è autofinanziato e raccoglie solo qualche briciola di pubblicità). Abbonatevi.
Musiche c/o Riccardo Pioli, piazza Brin 13, 19100 La Spezia.

Come un film-maker

Scarpe da ginnastica rosse, un improbabile vestito di lana grigia (giacca, gilet e pantaloni larghi, che in seguito ho saputo acquistato perché costretto a spendere valuta nella Germania Orientale), occhiali rotti e dalle lenti spesse, pettinatura della serie "ho passato una tremenda notte in treno". E, proprio sopra a tutto, un sorriso ghignante. Ecco come ho incontrato EUGENE CHADBOURNE alla stazione di Padova, alle sette meno un quarto di una mattina di fine settembre. La ragione di questo insolito appuntamento? Mi ero accordato con lui per organizzare il suo unico concerto in Italia del suo tour europeo: un'occasione davvero appetitosa per non lasciarsi sfuggire l'opportunità di conoscere direttamente uno dei più importanti cervelli della musica alternativa d'oltreoceano. Trentaquattro anni, nato e cresciuto nel Colorado e chitarrista rigorosamente autodidatta, Eugene se ne va in Canada per evitare la leva (si era nei primi anni settanta, e leva significava Vietnam).
Tornato negli Stati Uniti grazie all'amnistia promulgata da Jimmy Carter si stabilisce scontento a New York City, combinando esperimenti e progetti d'avanguardia all'attività del gruppo country The Chadbournes. Dal 1982 al 1985 Eugene tiene in piedi SHOCKABILLY, un trio passato alla recente storia dell'altro-rock. Sciolto anche questo gruppo, Eugene sceglie la "solitudine": da solo affronta il palco armato di idee semplicemente pazzesche e progetti assurdi. Le sue performance non sono più esclusivamente musicali, ma coinvolgono pubblico e (soprattutto) musicista in una serie di eventi che con la musica possono anche non avere relazioni dirette.
La sua attività è stata paragonata a quella di un film-maker, che sceglie fotogramma dopo fotogramma, immagine dopo immagine, quello che poi diventerà la sua opera. Eugene Chadbourne riesce a rendere bizzarra qualsiasi forma musicale e a mantenere il controllo: le sue composizioni sono accostabili a quelle di Frank Zappa e di John Zorn, Jimi Hendrix e John Cage. La cultura musicale di Dr. Chadbourne è pressoché sconfinata: conosce perfettamente grande parte della musica popolare americana degli ultimi trent'anni, con particolare riguardo a Bob Dylan e alla West Coast Music, per non parlare dell'intero repertorio dei Beatles, Hendrix e Zappa. Nel suo recente album realizzato assieme al gruppo Camper Van Beethoven, intitolato "Camper Van Chadbourne", possiamo trovare una versione intorpidita di "Reason to believe" di Tim Hardin accostata ad una semplicemente oltraggiosa di "I talk to the wind" di Peter Sinfield e Ian McDonald (presente nel primo album dei King Crimson). Sull'altra facciata, una "Ballad of Easy Rider" di Roger McGuinn vicina a "Ba-lue Bolivar" di Thelonious Monk e a "Careful with that axe, Eugene", un classico dei vecchi Pink Floyd qui reso assolutamente irriconoscibile.
Se Antonioni ascoltasse questa versione certo non l'utilizzerebbe per "Zabriskie Point" (Fellini o Benigni forse sì...). Oltre a questo e agli altri dischi di Eugene Chadbourne (comunque di non facile reperibilità in Italia), vi posso consigliare le cassette, edite dallo stesso Dr. Chadbourne, contenenti le alchimie più strane e molte sessions con musicisti altrettanto pazzi e devianti.
I dischi potete trovarli nei negozi che trattano jazz ed avanguardia. Le cassette richiedetele direttamente a lui (mandate $10 ciascuna, spese di spedizione comprese).
Eugene Chadbourne, 2306 Sherwood Street, Greensboro, NC 27403, USA.

PS.: Chiunque fosse interessato a farlo suonare nella propria città il prossimo ottobre si metta in contatto con me presso la Redazione.