Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 156
giugno 1988


Rivista Anarchica Online

Una vita fragile
di Paolo Finzi

C'è, a Bologna, una casa editrice - Agalev Edizioni (via de' Buttieri 7/b, 40125 Bologna) - che prevede nel prossimo futuro la pubblicazione di una serie di libri decisamente interessanti: tra gli altri, la biografia del popolare militante nero sudafricano Nelson Mandela (scritta da Mary Benson) e la traduzione italiana di "The modern crisis" dell'anarchico statunitense Murray Bookchin, "fondatore" dell'ecologia sociale.
Intanto è da poco uscita la biografia di Tina Modotti, una donna inquieta, attrice, fotografa, ma soprattutto nota per il suo impegno nel movimento comunista internazionale negli anni '20 e '30. Anni cupi, tragici, segnati dall'egemonia bolscevica e staliniana, dall'intolleranza, la persecuzione e l'eliminazione sistematica di quanti - nel cosiddetto "movimento operaio" ed in campo antifascista - rifiutavano di sottomettersi a Stalin ed ai suoi epigoni. A Mosca, a Parigi, in Spagna, in Messico, Tina Modotti visse quegli anni all'interno della macchina burocratica staliniana - per molti anni compagna di quel Vittorio Vidali - il famigerato "Comandante Carlos" - che con Luigi Longo, Palmiro Togliatti ed altri dirigenti comunisti italiani fu tra i principali teorizzatori, organizzatori ed anche esecutori della politica staliniana.
Personalmente non avrei pensato di segnalare su di una pubblicazione anarchica una figura come quella di Tina Modotti. Il fatto è che questo I fuochi, le ombre, il silenzio, sottotitolo: "La fragil vida di Tina Modotti negli anni delle certezze assolute", (pagg. 198, lire 20.000) è scritta da un libertario, Pino Cacucci, che affronta con spirito critico non solo la tormentata - ma per certi aspetti decisamente squallida - vita della Modotti, ma anche la più generale vicenda dello stalinismo.
Altri, forse, si appassionerà nel seguire la ricostruzione che Cacucci tenta della fragil vida di questa donna, in continuo sostanziale conflitto - secondo l'autore - con le pratiche politiche, la mentalità "bigotta" e tanti altri aspetti negativi dell'ambiente comunista di cui pure era esponente di non marginale rilievo. Da questo punto di vista, il libro di Cacucci può essere gustato anche come un romanzo vivace, scritto con mano sicura ed anche con sensibilità.
Il mio interesse, invece, è stato stimolato soprattutto dalle pagine in cui Cacucci ricostruisce - con una documentazione anche originale (l'intervista ad Octavio Paz, per esempio) - quei fatti (e misfatti), quegli ambienti, quei personaggi che hanno incarnato il peggio dello stalinismo e che invece la storiografia "ufficiale" ha opportunamente obliato, quando non esaltato. Operando, così, una delle più massicce, squallide ed efficaci mistificazioni storiche.
Che si tratti dell'emigrazione antifascista italiana a Mosca o a Parigi, delle vicende spagnole del '36/'39 (ed in particolare delle tragiche giornate del maggio '37 a Barcellona), dell'assassinio di Leone Trotzki in Messico, Cacucci contribuisce con questo suo libro a ricostruire i fatti nella loro verità. Squallidi figuri come Siqueiros (personalmente implicato nell'eliminazione con picozza di Trotzki) e Neruda, Vidali, Togliatti, ecc, escono da un'improbabile "leggenda" per entrare a pieno diritto nella storia: del crimine politico, della controrivoluzione, di quel cancro dell'emancipazione sociale che è stato lo stalinismo.
Tina Modotti appartenne a quel mondo. Ne visse lo squallore, ma alla fine - probabilmente eliminata dai suoi stessi compagni - ne rimase vittima. Come milioni di altri individui, vittime dello stalinismo.