Rivista Anarchica Online
Odio i lecchini, le suore, gli scandali,il nonnismo, ecc.
Nel numero 112 di «A» mi ha colpito particolarmente l'articolo «Ripensando alla naja» del
compagno Roberto. Vi si parla, infatti, della vita di un normale soldato italiano (vista da un punto
di vista anarchico che chiaramente condivido). Certe sue affermazioni devono però essere chiarite. Il Roby dice che il primo periodo della naja lo ha passato all'ospedale militare da imboscato - del
tipo furbo (a suo dire!). Avendo anch'io fatto il militare, so bene cosa voglia dire tale affermazione:
il problema è che da tutti me la sarei aspettata ma non da uno che si definisce anarchico. Io sono
tale (anarchico) anche perché odio i lecchini, le suore, gli scandali e a tutto questo preferisco la
verità della luce del sole. Ho preferito farmi 12 mesi in caserma nella condizione di
soldato/detenuto piuttosto che venire meno ai miei principi. Il Roby, invece, è venuto ad un
compromesso: pur di ottenere qualche licenza, striscia. Un domani, pur di trovare un lavoro,
striscerà nuovamente: altro scandalo, altro compromesso. Ma questo è il teatro della vita, signori! Forse mi accanisco tanto contro il buon Roby perché ho odiato profondamente, in quei trecento
giorni di «tortura», gli imboscati. Non capisco poi le sue parole quando parla della
«colpevolizzazione degli ammalati». Ora io mi riferisco ai «finti ammalati», a quelli cioè che
(riprendendo il termine da Roby) sono i più furbi. Rispondo dicendo che nella mia caserma (e così
in tutte le altre) il «finto ammalato» lo metteva in quel posto al compagno più sfigato (è il caso di
dirlo) che doveva quindi cuccarsi una guardia in più. Ma questa non è furbizia: è il solito pensiero egoistico che ci fa vedere solo noi stessi senza
considerare i danni che procuriamo agli altri. La mia libertà non deve andare ad infrangere quella di
chi mi sta vicino. Caro Roby, non te ne sarai forse accorto ma così facendo hai senz'altro
danneggiato altri tuoi compagni meno «furbi» di te. Forse avrò calcato un po' troppo le parole e spero che per questo non me ne vorrai, ma da un
anarchico mi aspettavo un pensiero ... più libertario. Per quanto riguarda il nonnismo, non posso
che augurarmi (come te, del resto) che presto scompaia. Io ho fatto molto per farlo scomparire nella
mia caserma: io ero negli alpini, ed in questo corpo il nonnismo raggiunge i massimi livelli, con
conseguenze pazzesche tali da renderti impossibile la vita. Ecco, se dovessi dare un consiglio agli
amici che devono partire per la naja e che non trovano (come me, del resto) il coraggio che ha
avuto Mauro Zanoni (al quale mando i miei saluti) di essere sempre se stessi, cioè anarchici, è di
lottare contro la piaga del nonnismo. Spero che questa mia non venga cestinata, anche se ho il presentimento che risulti un po' scomoda
al buon Roby.
Tatty
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