Rivista Anarchica Online




L'estate del 1983 è caratterizzata dalle prime mobilitazioni di base nella cittadina di Comiso, nel Ragusano, dove si trova una piccola base aeronautica Nato destinata a irrompere nelle cronache mondiali per la sua importanza strategica nello scontro a distanza tra i due blocchi contrapposti, guidati rispettivamente dagli Usa e dall'Urss. Mobilitazioni, polemiche, dibattito che raggiungeranno il culmine tre anni dopo.
Gli anarchici ragusani sono naturalmente il punto di riferimento organizzativo per le componenti libertarie che confluisono e confluiranno più volte numerose in quella terra “lontana”, non solo dalle altre regioni italiane, ma anche dall'estero. Lo skyline di quelle mobilitazioni è caratterizzato dalle capigliature alte e policrome dei numerosi punk – molti “stranieri” – che danno un segno dei tempi. Il numero di agosto/settembre di quell'anno (“A” 112) dedica undici pagine alle manifestazioni estive. La dettagliata cronaca è affidata a Domenico “Mimmo” Pucciarelli, che compare anche in copertina con la figlia Libera che sbuca dalla sua giacca.
C'è poi un bilancio politico della mobilitazione, firmato da Pippo Gurrieri, allora come oggi militante anarchico ragusano e redattore del mensile “Sicilia Libertaria”; una pagina affidata ad “alcuni punx anarchici presenti a Comiso”, se ben ci ricordiamo si trattava di alcune/i del centro sociale Virus di Milano; una testimonianza del nonviolento Mauro Suttora, ulteriore segno dell'apertura di questa rivista – è nel nostro dna – ben al di là dei confini dell'anarchismo organizzato. E anche la cronaca “Quest'estate a Greenham Common” riferisce di una vasta mobilitazione non lotanto da Londra, in cui persone pacifiste, nonviolente, religiose, anarchiche collaborano a lotte radicali contro un'altra base-simbolo del militarismo internazionale.
Sempre in tema antimilitarista vanno segnalate un'intervista a Mauro Zanoni, obiettore totale mantovano, sulla sua esperienza (anche) nelle carceri militari, e un intervento molto critico sulla propria esperienza del servizio militare (che sarà poi abolito nel 2004) da parte di Roberto Gimmi, il nostro storico collaboratore soprattutto (ma non solo) per la fotografia.
Sulle pagine di questo numero 112 hanno modo di esprimersi anche due compagni terremotati di Pozzuoli e i membri del gruppo anarchico clandestino polacco Emmanuel Goldstein, il Gruppo anarchico di controinformazione di Belluno (che racconta di come Comune e Polizia li ostacolino) e 5 militanti anarchici canadesi perseguitati nel loro paese.
Nella rubrica della posta si avanzano proposte di miglioramento di “A”: due persone mettono in discussione come sulla rivista si affronti la critica cinematografica. Interessante il dibattito tra la redazione modenese di “Cristianesimo Anarchico” e Paolo Finzi, della redazione di “A”, sulla possibile convivenza tra pensiero religioso e anarchia – a partire dalla controversa figura dello scrittore spagnolo Francisco Arrabal. Interessante anche oggi, nei suoi punti di fondo.
In conclusione una citazione particolare merita la decina di pagine dedicata, sotto il titolo “Indios”, ad analisi e documenti provenienti dal mondo comunitario latino-americano. Erano quelli i primi tempi della “scoperta”, tra antropologia e politica, di un mondo fino ad allora sconosciuto, dell'esistenza e della vita sociale di tante comunità indigene nella foresta amazzonica e non solo. Temi interessanti, che abbiamo continuato, come redazione (o meglio, come successive redazioni di “A”) a seguire con attenzione, senza cedere a mitizzazioni e a romanticismi di sorta. Per dirla in poche parole, senza alcun mito del “buon selvaggio” e del primitivismo.

