Rivista Anarchica Online


contro l'agribusiness/2

Genuino clandestino

di Elide Cillano

Nell'ultimo fine settimana di aprile, a Mondeggi Fattoria senza Padroni, nei pressi di Firenze, si è tenuto l'incontro semestrale di Genuino Clandestino. Un bella occasione, molto partecipata, per dibattere molti temi di attualità generale e di specifica organizzazione del movimento. E siccome Mondeggi è sotto scacco per uno sgombero, il sabato pomeriggio si è svolta una manifestazione colorata nel capoluogo toscano. Per noi c'era Elide Cillano, orgogliosamente sarda, femminista, attivista di GC sardo.

Bagno a Ripoli (Fi) - Mondeggi Fattoria senza Padroni
foto: Fabio


1. / Cos'è GC?

“Genuino Clandestino nasce nel 2010 come una campagna di comunicazione per denunciare un insieme di norme ingiuste che, equiparando i cibi contadini trasformati a quelli delle grandi industrie alimentari, li ha resi fuorilegge. Per questo rivendica fin dalle sue origini la libera trasformazione dei cibi contadini, restituendo un diritto espropriato dal sistema neoliberista.
Ora questa campagna si è trasformata in una rete dalle maglie mobili di comunità in divenire che, oltre alle sue iniziali rivendicazioni, propone alternative concrete al sistema capitalista vigente attraverso diverse azioni:

  • costruire comunità territoriali che praticano una democrazia assembleare e che definiscono le proprie regole attraverso scelte partecipate e condivise, i  sistemi di garanzia partecipata sono lo strumento fondamentale per tessere relazioni fra città e campagna e sperimentare reti economiche alternative;
  • sostenere e diffondere le agricolture contadine che tutelano la salute della terra, dell'ambiente e degli esseri viventi, a partire dall'esclusione di fertilizzanti, pesticidi di sintesi, diserbanti e organismi geneticamente modificati; che riducono al minimo l'emissione di gas serra, lo spreco d'acqua e la produzione di rifiuti, e che eliminano lo sfruttamento della manodopera;
  • praticare, all'interno dei circuiti di economia locale, la trasparenza nella realizzazione e nella distribuzione del cibo attraverso l'autocontrollo partecipato, che svincoli i contadini dall'agribusiness e dai sistemi ufficiali di certificazione, e che renda localmente visibili le loro responsabilità ambientali e di costruzione del prezzo;
  • sostenere attraverso pratiche politiche (come i mercatini di vendita diretta ed i gruppi di acquisto) il principio di autodeterminazione alimentare ovvero il diritto ad un cibo genuino, economicamente accessibile e che provenga dalle terre che ci ospitano;
  • salvaguardare il patrimonio agro alimentare arrestando il processo di estinzione della biodiversità e di appiattimento monoculturale;
  • sostenere percorsi pratici di “accesso alla terra” che rivendichino la terra “bene comune” come diritto a coltivare e produrre cibo;  sostenere esperienze di ritorno alla terra come scelta di vita e strumento di azione politica;
  • sostenere e diffondere scelte e pratiche cittadine di resistenza al sistema dominante;
  • costruire un'alleanza fra movimenti urbani, singoli cittadini e movimenti rurali, che sappia riconnettere città e campagna superando le categorie di produttore e consumatore. Un'alleanza finalizzata a riconvertire l'uso degli spazi urbani e rurali sulla base di pratiche quali l'autorganizzazione, la solidarietà, la cooperazione e la cura del territorio;
  • sostenere le comunità locali in lotta contro la distruzione del loro ambiente di vita.

Genuino Clandestino è un movimento con un'identità volutamente indefinita. Al suo interno convivono singoli e comunità in costruzione, è aperto a tutt*, diffida di gerarchie e portavoce e non richiede nessun permesso di soggiorno o diritto di cittadinanza; è fiero di essere Clandestino e porterà avanti le sue lotte e la sua esistenza con o senza il consenso della Legge.
Chiunque si riconosca nei principi di questo manifesto potrà divulgare e usare lo stesso per rivendicare le proprie azioni.
Genuino Clandestino è un movimento antirazzista, antifascista e antisessista.”


foto: meby fortuna zelalem

Comunità in lotta per l'autodeterminazione alimentare

Genuino Clandestino è una rete che unisce realtà territoriali di composizione variegata, che condividono le rivendicazioni esplicitate nel manifesto ed una serie di pratiche autogestionarie, sulla base di modelli comuni ma autonomi (quali mercati autogestiti, sistemi di garanzia partecipata, percorsi pratici di accesso alla terra e di mutuo aiuto, cucine autogestite, etc.), che spaziano nelle tematiche e nelle sfumature a seconda del contesto e le attitudini dei territori.
Oltre alla dimensione locale (a volte molto micro) delle reti territoriali, un momento cruciale per Genuino Clandestino come rete “nazionale” è l'incontro semestrale: ogni sei mesi ci si ritrova in un territorio diverso, ospiti della realtà territoriale di riferimento che organizza l'incontro e trae nuova linfa vitale dall'entusiasmo e l'energia che porta.
L'incontro di questa primavera si è svolto a Mondeggi, interessante esperienza di riappropriazione collettiva dei beni comuni, sulle colline appena fuori Firenze.


foto: Moltoesenzafine


2. / Che cos'è Mondeggi?

Dal 2012 il Comitato Terra Bene Comune Firenze ha avviato un percorso su sovranità alimentare e accesso alla terra e ai saperi contadini, manifestando netta contrarietà alla vendita dei terreni agricoli pubblici e degli usi civici; nello stesso periodo, il comitato ha iniziato a interrogarsi su quali sarebbero state le sorti di Mondeggi, una fattoria di circa 200 ettari di proprietà della provincia (ora Città Metropolitana di Firenze), già da tempo abbandonata ed indebitata. Durante l'incontro “nazionale” GC di novembre 2013, Terra Bene Comune Firenze diede impulso alla campagna “Mondeggi Bene Comune Fattoria Senza Padroni”, proponendo il recupero di tutta l'area attraverso l'uso dell'agricoltura contadina, ed avviando una serie di attività, azioni ed iniziative negli spazi della Fattoria. Queste attività non son certo passate inosservate all'amministrazione, che inizialmente pareva disposta al dialogo ma che ha poi deciso di tentare (vanamente) di alienare il bene. Quindi, dal giugno 2014 il Comitato ha deciso di opporsi alla vendita di Mondeggi con un presidio contadino permanente, che ha avuto inizio con una tre giorni di rinascita di Mondeggi e con l'avvio di molti progetti agricoli, culturali e sociali che coinvolgono i/le presidianti e le persone del territorio, e che durano ancor oggi, evolvendosi, ampliandosi e costruendo concretamente una comunità in lotta per l'autodeterminazione alimentare e un luogo di incontro, scambio e connessione tra realtà contadine e metropolitane.1
Ultimamente, Mondeggi è sotto attacco: la Città Metropolitana di Firenze rilancia la vendita della fattoria in modo sempre più determinato e continua a trincerarsi dietro la solita retorica del “non voler dialogare con chi non rispetta la legge”. È anche per questa ragione che, durante il precedente incontro GC (Fabriano, An - ottobre 2017) si decise Mondeggi come luogo per l'incontro primaverile: per sostenere e rivendicare l'esistenza di esperienze di riappropriazione collettiva dei beni comuni ed esprimere tutto il nostro supporto ai/alle presidianti di Mondeggi Bene Comune.

Mondeggi non si vende, si coltiva e si difende

Da questo punto di vista, il corteo di sabato 28 è stato un momento epico: al termine di due giorni di assemblee e tavoli di lavoro, stanchi ma carichi di entusiasmo, siam partiti in carovana verso il centro, per manifestare per la difesa di Mondeggi, contro la svendita dei beni comuni e l'autodeterminazione dei territori. È stato un corteo lungo e colorato, con molti striscioni e qualche trattore, che ha attraversato il centro di Firenze, con brevi pause in luoghi strategici e azioni divertenti, come il momento in cui attivisti con maschere da ortaggi hanno rovesciato una balla di fieno ammuffita davanti agli sguardi – alcuni attoniti, altri divertiti – dei clienti seduti ai tavolini di Eataly. È stata emozionante e partecipata anche la performance di teatro dell'oppresso, in una piazza Santa Maria Novella gremita di persone.
Non è mancata la risposta dell'amministrazione: infatti, mentre ancora eravamo in corteo, è arrivato un comunicato della Città Metropolitana, che continua a far riferimento alla legalità come prerequisito indispensabile per qualsivoglia tipo di dialogo. Il comunicato è stato letto dalla testa del corteo: nel mentre, con il tramonto a ovest e una splendida luna piena sorgente a est, veniva calato un grande striscione sul ponte alla Carraia: “Contro chi specula e devasta, difendiamo i beni comuni”. Il corteo ha poi proseguito per San Frediano – e si è sentito il calore e il supporto del quartiere che ospita il mercato contadino in piazza Tasso – per concludere in piazza Santo Spirito con il cibo delle cucine autogestite di Genuino Clandestino, musica e festa.


foto: HUMAN NATURE

Comunità di resistenza contadina Jérôme Laronze

Il nodo fiorentino di Genuino Clandestino, durante l'ultimo anno, si è riunito in una nuova denominazione: Comunità di resistenza contadina Jérôme Laronze, costituita a giugno del 2017, a seguito dell'uccisione in Francia dell'allevatore Jérôme Laronze da parte della gendarmerie in circostanze poco chiare. Questa vicenda si ricollega a una delle rivendicazioni fondamentali di GC rispetto alla libera trasformazione dei prodotti agricoli: l'ingiustizia di un sistema normativo che equipara le produzioni contadine a quelle industriali e che reprime, in questo caso finanche con le armi, ogni discrepanza che venga captata dai suoi organismi burocratici-amministrativi.
Infatti, Jérôme, contadino e allevatore di 37 anni, si opponeva a questo sistema: faceva parte della Confédération Paysanne Saône-et-Loire e protestava per i controlli subiti da parte di funzionari e forze armate, che l'anno precedente avevano addirittura causato la morte di alcune vacche che, spaventate dall'irruzione dei controllori, erano finite nel fiume annegandoci. L'11 maggio del 2017 Jerôme era scappato, impaurito dalla presenza di funzionari e sbirri venuti per un nuovo controllo: è iniziata così la sua breve esperienza di latitanza nei boschi, conclusa 9 giorni dopo, quando due gendarmi gli hanno sparato alle spalle mentre cercava di fuggire a bordo della sua vettura2.
A seguito di questo drammatico episodio, compagni e compagne di Hors Norme - Collectif d'agriculteurs et d'agricultrices contre les normes hanno cercato contatti presso la rete di Genuino Clandestino per stringere collaborazioni e solidarietà alla ricerca di soluzioni collettive per affrontare la repressione normativa dello stato contro la contadinanza. Ad ottobre 2017, un gruppo di persone della rete GC fiorentina ha quindi partecipato ad un incontro del Collectif a Cenves, un paesino nella regione del Rodano, stringendo nuovi legami e condividendo esperienze e pratiche.
A seguito di quest'incontro la rete di Firenze ha deciso di denominarsi “Comunità di resistenza contadina Jerôme Laronze”, per non dimenticare e per far sapere anche nei nostri territori fino a che punto la violenza dello stato è capace di arrivare per contrastare le persone e le comunità che lottano per la loro autodeterminazione alimentare e territoriale.
Alcuni compagni e compagne francesi hanno partecipato all'incontro di Mondeggi e hanno sfilato per le vie di Firenze con un grande striscione “Justice et vérité pour Jerôme Laroze”. La loro presenza è stata dispensatrice di nuove forze: con l'amaro in bocca e molta rabbia per la tragica vicenda di Jerôme, cerchiamo di trasformare quest'energia in connessioni solidali e azioni concrete per contrastare la violenza repressiva che lo stato mette in atto per l'eliminazione della vita contadina a favore della grande industria alimentare. E la lotta continua...


foto: meby fortuna zelalem


3. / Cronaca (di una parte) dell'incontro

Riguardo ai contenuti dell'assemblea plenaria e dei tavoli di lavoro, quest'incontro presenta diverse novità rispetto ai precedenti: grazie alle energie della rete fiorentina, si è riusciti a strutturare meglio le due giornate di riflessione, per cercare di rendere più proficue, fluide ed efficienti le decisioni. Obiettivo che, ancora a caldo, mi sembra sia stato in parte raggiunto. Vedremo nei prossimi mesi se riusciremo ad avere la stessa carica che abbiamo respirato in questi 3 giorni mondeggini.
A differenza dei precedenti incontri GC, si è iniziato direttamente con la plenaria che prevedeva interventi da tutte le reti territoriali in risposta al famigerato “domandone” che nei mesi precedenti ha girato in mailing list con richiesta di dibattito e riflessione all'interno delle assemblee delle singole reti. Il “domandone” poneva una questione che negli ultimi anni è stata foriera di molte discussioni e a volte anche di qualche contrasto: si tratta infatti di una faccenda per certi versi delicata, ma sempre più inevitabile.
“Vogliamo tentare, nel corso del prossimo anno, di elaborare e mettere in campo le pratiche per iniziare a costruire un'infrastruttura che abbia come scopo l'organizzazione, il sostegno e la difesa delle forme di vita agroecologiche, approfittando anche dell'opportunità di avere un'esperienza come Mondeggi come banco di prova? Se sì, quali risorse può mettere a disposizione ogni realtà territoriale? Quali le priorità in questo senso?”
L'assemblea è stata introdotta da compagni e compagne di Mondeggi, efficaci facilitatori del confronto tra circa 200 persone, che hanno evidenziato la necessità di organizzazione e di infrastruttura, e ne hanno chiarito il significato, immaginandole come una federazione di differenze e ribadendo l'eterogeneità dell'azione territoriale come primo e fondamentale livello. Ci si chiede in che modo siamo e saremo capaci di costruire un'operatività comune, intensificando la fiducia e dividendoci compiti, competenze e saperi in base alle attitudini, per scambiare, condividere e creare intelligenza collettiva. Il grande quesito ruota quindi intorno all'organizzazione e al “censimento” delle forze che ci sono dentro Genuino Clandestino per realizzarla. Gli strumenti per mettere in pratica quanto deciso si costruiranno tramite la trasformazione dei tavoli di lavoro (una costante di tutti gli incontri nazionali) in gruppi di lavoro o commissioni che produrranno materiali fruibili, grazie anche ad incontri tematici ed intra-territoriali durante i sei mesi tra un incontro “nazionale” e l'altro.
È stato poi posto l'accento sull'importanza di nuovi tavoli, come per esempio Ecologia e autonomie, che cerca di aprire la strada a un discorso condiviso sulla relazione e la collaborazione tra “contadinanza” e movimenti ecologisti radicali; poi, quello sulla formazione, nato sull'onda dell'entusiasmo per l'esperienza della scuola contadina di Mondeggi3, ma espressione di un bisogno comune a tutte le reti territoriali e strettamente connesso al sempre necessario mutualismo.


foto: alma calende

Solidarietà immediata a situazioni di lotta

Un altro argomento fondamentale è la comunicazione, sia interna alla rete “nazionale” e alle singole reti territoriali sia rivolta all'esterno. È importante riuscire a darci uno strumento agile per decidere nei momenti di urgenza, si tratti di bisogni organizzativi e/o economici relativi a situazioni d'emergenza (di cui un esempio recente è l'esperienza di mutuo aiuto messa in atto a Bolognola (Mc) a seguito del terremoto4), o dell'impellenza di manifestare solidarietà immediata a situazioni di lotta a noi affini (come per esempio la ZAD di Notre Dame Des Landes5 e l'attuale violento tentativo di sgombero, la protesta NO TAP6, la disobbedienza contro l'obbligo di pesticidi in Salento7 o la vicenda di Jérôme Laronze).
La risposta dalle varie reti a questa proposta di organizzazione avanzata dai/dalle Mondeggini/e è stata variegata: solo alcune reti territoriali hanno energie da destinare alla costruzione di un'informale organizzazione “nazionale”, e molte altre hanno invece espresso la loro difficoltà sia nel metterci energie sia nel trovare il tempo per discuterne. Infatti, in molti territori son presenti altre contingenze e spesso a fine assemblea non si è potuto affrontare le questioni che riguardano la rete “nazionale”. Inoltre, un termine come infrastruttura causa forse qualche incomprensione tra diverse visioni della lotta... ma a volte si tratta solo di chiarirsi meglio, per evitare che sovrastrutture storiche ingabbino la nostra voglia di andare avanti e crescere insieme.
Nonostante alcuni interventi della plenaria ci abbiano riportato alle mille sfumature della realtà, spesso molto impegnativa, delle reti territoriali, comunque si è respirato molto entusiasmo, confermato poi dai tavoli di lavoro del giorno successivo, nei quali si è iniziato a dare forma a molte delle proposte emerse in plenaria.
A conclusione di questa intensa assemblea, grande momento di convivialità: in moltissimi abbiam cenato con prelibatezze della cucina di Mondeggi, tra cui una polenta con cinghiale in umido da leccarsi i baffi! E ovviamente c'era anche un'alternativa vegetale altrettanto prelibata!
Chi ancora aveva energie in corpo ha continuato a far festa nell'aia di Mondeggi, mentre l'uliveta rischiarata dalla luna si popolava di sempre più tende e nuovi gruppi di persone in vista della gran giornata di domani.
L'indomani mattina, di buonora, ci si ritrova per la colazione e qualche chiacchiera prima dei tavoli di lavoro, che spaziano tra svariate tematiche: comunicazione, cucine in movimento, ecologia ed autonomie, formazione, libere trasformazioni, mutuo aiuto, nuovi schiavismi, preparazione per singoli e reti (con garanzia partecipata). Non potendovi riferire se non del tavolo al quale ho partecipato, vi rimando ai link alla fine dell'articolo per ascoltare le moltissime interviste fatte durante i 3 giorni da Radio Wombat Firenze.
Ho partecipato al tavolo della formazione, che è stato molto interessante e produttivo di grandi stimoli per passare subito all'azione. Grazie allo slancio di Mondeggi e dei compagni e compagne della CRC Jérôme Laronze per la recente esperienza della scuola contadina, si sente sempre più forte la voglia di dare un respiro più ampio a questa pratica e anche una risposta concreta alle necessità che quotidianamente affrontano la maggior parte delle reti territoriali.
Già nel precedente incontro “nazionale” era stato chiesto alle reti territoriali di proporre una autoanalisi delle proprie competenze e necessità su dei temi comuni di formazione (interna, esterna, politica e tecnica). Quindi, sulla base di una tabella dei bisogni e delle competenze formative già parzialmente compilata dalle reti più solerti, si è iniziato a ragionare su quelle che sono le necessità comuni: le varie tecniche agricole, con una particolare attenzione alla rigenerazione della terra e ai cambiamenti climatici; la comunicazione (grande cruccio, consapevole o meno, di moltissime reti); la garanzia partecipata; l'organizzazione dei mercati; la spinosa questione delle norme igienico-sanitarie; la gestione delle assemblee e molto molto altro.
Sul finire della discussione, è inoltre saltata fuori una bella idea per portare in giro formazione, mutuo aiuto, comunicazione e chissà quant'altro: una carovana Genuino Clandestino che attraversi, magari con una staffetta, più realtà territoriali possibili organizzando incontri ed iniziative su formazione e mutuo aiuto. E ovviamente documentando quanto accade per poter poi creare dei contenuti da far girare in tutte le reti, e magari anche fuori!


foto: QUI ANTELLA

Il grande potenziale dei tavoli tecnici

Dopo un ottimo pasto, torniamo subito a dividerci in gruppi per confrontarci su svariate questioni tecniche: allevamento, raccoglitori e raccoglitrici, panificazione, orticoltura, semi e biodiversità, apicoltura, viticoltura, olivicoltura, birrificazione.
Anche l'esperienza dei tavoli tecnici ha un grande potenziale, soprattutto alla luce di quanto proposto nel tavolo formazione della mattina, ma purtroppo abbiamo poco tempo per approfondire: ferve già l'organizzazione delle carovane verso il centro di Firenze per il corteo di cui vi ho già raccontato all'inizio.
Ma non è finita qui: a conclusione del corteo, dopo una giornata intensa come questa, facciamo ritorno a Mondeggi per far riposare le nostre membra e prepararci alla domenica di mercato.
Il mercato, in un ampio spiazzo di prato verde nel parco delle cascine, ci ha regalato un'altra coinvolgente giornata: un grande cerchio di banchi e il prato gremito di allegria hanno favorito l'incontro e lo scambio, creando un momento conviviale di gran vitalità.
Come anche nei mercati autogestiti delle reti territoriali, è palpabile la grande forza collettiva del riuscire a costruire comunità attraverso l'autogestione; e il mercato dell'incontro “nazionale” ha questa forza, ma moltiplicata per tutte le reti che partecipano... e si torna sempre dall'incontro carichi di entusiasmo, con la speranza poi di riuscire a condividerlo con gli altri compagni e compagne del proprio territorio. E, per quanto mi riguarda, stavolta lo condivido anche con tutti voi.
Se vi sentite Genuini Clandestini anche voi e condividete rivendicazioni e alternative proposte nel manifesto, cercate le reti territoriali più vicine a voi; e se non esistono, iniziate a pensare che il vostro piccolo gruppo potrebbe crearne una.
Seguite il sito genuinoclandestino.it per avere conferme su luogo e data del prossimo incontro “nazionale”. Ancora non è stato deciso con certezza, ma sarà finalmente di nuovo a sud: in base alla disponibilità dei compagni e compagne delle relative reti territoriali, l'incontro si terrà in Salento o in Abruzzo o in Calabria, in date ancora da definirsi ma intorno alla fine di ottobre.


foto: da Fb di Mondeggi

4. / Radio Wombat Firenze

Sul sito wombat.noblogs.org trovate numerose interviste a margine dell'assemblea plenaria dell'incontro Genuino Clandestino a Mondeggi Bene Comune (“Incontro nazionale Genuino Clandestino, Mondeggi 27, 28, 29 Aprile 2018”).
Sempre sul sito trovate voci dai vari tavoli tematici, un'intervista ai compagn* francesi sulla storia e la persona di Jérôme Laronze e ai creatori del film On The Green Road, e per concludere la diretta dal corteo a Firenze.

Elide Cillano

  1. Maggiori informazioni sul blog di Mondeggi Bene Comune: mondeggibenecomune.noblogs.org
  2. Sul sito istrixistrix.noblogs.org trovate maggiori informazioni in italiano sulla vicenda di Jérôme (“Lo stato elimina gli agricoltori!”)
  3. “Scuola contadina”, sul blog di Mondeggi Bene Comune: mondeggibenecomune.noblogs.org
  4. “Bolognola, soccorso contadino; la sua gente, le nuove urgenze, i progetti futuri, la solidarietà delle reti GC” sul sito genuinoclandestino.it
  5. Si veda il sito zad.nadir.org
  6. Si veda il sito notransadriaticpiperline.blogspot.it
  7. “Contro l'obbligo dei pesticidi sarà disobbedienza” sul sito www.salentokm0.com/it.

foto: QUI ANTELLA

Piccole postille della femminista sarda che sono

* In tutto l'articolo virgoletto la parola “nazionale”: per la mia sensibilità è un termine assolutamente disturbante, che non mi fa sentire inclusa nella mia diversità. Credo esistano per tutti molte ragioni per mettere in discussione il concetto di nazione, e ancor più se considerato dalla prospettiva delle figlie e figli di una colonia qual è stata ed è la Sardegna. E immagino che esistano anche altre sensibilità che non hanno digerito bene la faccenda dell'unità nazionale italiana. Quindi spero che, come tra l'altro è già stato proposto, presto decideremo di sostituire “nazionale” con un vocabolo più appropriato.
* Un'altra questione che mi preme parecchio e che spero sia un'esigenza condivisa da tutte e tutti è un dibattito e un percorso condiviso sul femminismo in generale e nello specifico nelle sfumature che riguardano l'ambito rurale ed agricolo. Le donne siamo terra, semi e ribellione... e c'è bisogno di parlarne! 

Elide